"Se per baciarti dovessi poi andare all'inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci."
— William Shakespeare.
42.M a d d i e
«Era tutto piuttosto confuso Mad, non mi ricordo bene, ma parlavi di tuo padre e del fatto che vuole farti di nuovo del male... Lui — » si blocca per qualche istante, donandomi una veloce occhiata per assicurarsi del mio stato d'animo. « — Lui ti ha mai fatto del male, Maddie?» domanda con la voce tremante prima di distogliere totalmente lo sguardo dal mio viso e cominciare a torturarsi il labbro, come se questa discussione lo rendesse piuttosto nervoso.
Nonostante la piega della situazione non stia andando per niente a mio favore, tento di scuotere la testa nel modo più convincente possibile; nonostante tutto ciò che ho dovuto passare per colpa di mio padre, se parlassi con delle persone esterne per me sarebbe la fine. «Assolutamente no Jona, non devi preoccuparti, io... — » prendo un profondo respiro, passandomi successivamente entrambe le mani sul viso, turbata da uno strano senso di colpa che comincia a farsi sentire.
Vorrei davvero poter parlare apertamente di ciò che è successo, di ciò che i miei occhi sono stati costretti a vedere, ma non posso farlo; se divulgassi informazioni sugli affari di mio padre non durerei un giorno in più. Non ho intenzione di far finire la mia vita in questo modo, non ora. « — Ero ubriaca, Jona. Potrei aver detto chissà quali assurdità che non me ne ricorderei...» tento di giustificarmi, regalando poi un accenno di sorriso al ragazzo che punta gli occhi su di me come se volesse studiarmi in ogni piccolo particolare.
Osserva ogni mio movimento con occhi infuocati e socchiude leggermente le palpebre mordendosi le labbra, come se volesse parlare ma qualcosa sembra trattenerlo; il suo atteggiamento scostante e strano mi fa salire parecchi dubbi e domande, alcune assurde a cui non do corda. Jona non può sapere assolutamente nulla della mia vita e sicuramente non può sapere degli affari di mio padre; il suo, probabilmente, è un atteggiamento giustificato da ciò che ha dovuto sentire quella sera.
Non posso dirgli che in realtà, mio padre, non ha fatto altro che torturarmi da quel giorno, sia fisicamente che psicologicamente; non posso dirgli che mi ha tenuta legata per una settimana intera ad una sedia, senza darmi la possibilità di spiegare o di parlare, di muovere leggermente le braccia o le gambe. Non posso dirgli quali punizioni mi ha inferto non appena siamo tornati a casa quella sera e tutti i giorni successivi a quello.
I suoi occhi mi scrutano facendomi sentire totalmente a disagio mentre cerco di non dare a vedere il mio vero stato d'animo; non vorrei mai che capisse le mie menzogne. Darebbe di matto e non voglio questo. Ho solo bisogno di altro tempo per riuscire ad eliminare quella parte della mia vita dai miei ricordi, anche se la visita di Ernest preannuncia un'imminente vendetta da parte di mio padre; sarà difficile andare avanti.
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Lui è come il nero
ChickLitMaddie Wilson ha visto cose di cui non doveva sapere nulla. La ragazza fugge da una vita che tutto le ha tolto e niente le ha dato; scappa lontano dai peccati e dai segreti dei suoi genitori, gli stessi genitori che sempre avrebbero dovuto protegge...