"Per il marinaio che non sa da che parte navigare non esistono venti favorevoli."
— Seneca.
17.M a d d i e
«Fidati, non sarà così male!» cerca di spronarmi la mora mentre mi strattona per il braccio, costringendomi a camminare verso l'aula che dista da noi solo più pochi metri. «Okay, forse sarà anche peggio di come te lo immagini, ma su con la vita!» blatera nuovamente prima di scoppiare a ridere.
Mi giro verso Austin che ridacchia silenziosamente al mio fianco; il caffè deve avergli fatto proprio bene. Il rossore dovuto all'aria fresca dell'esterno colora la pelle bianca delle sue guance mentre i pochi riflessi del sole fanno notare delle striature più scure tra i suoi capelli biondi. Mi sorride di sbieco prima di fermarsi completamente e indicarmi con il mento una porta; deglutisco a fatica prima di compiere l'ennesimo passo per entrare nell'aula magna.
Spalanco leggermente la bocca nel trovarla completamente piena di persone mentre un fastidioso vociare di sottofondo mi impedisce di tenere gli occhi aperti. Cerco di guardare il più possibile ogni persona seduta sugli spalti, finché la mia attenzione non viene catturata da un uomo che, in modo maldestro e trascinandosi dietro una marea di fogli insieme ad una ventiquattr'ore, entra nella stanza dirigendosi a passo svelto in direzione della cattedra posta al centro della stanza. Mi mordo leggermente il labbro nel guardarlo, totalmente a disagio ed impacciato, appoggiare velocemente i fogli sulla superficie di legno.
«Andiamo là?» ci domanda Austin indicando con la mano una fila di spalti completamente libera; dopo aver annuito, ci facciamo spazio tra i ragazzi già seduti per dirigerci verso i posti adocchiati. Cercando di non cadere ma sentendomi terribilmente attratta verso un punto posto più in alto di me, mi fermo per qualche secondo alzando gli occhi verso la parte più alta degli spalti.
Trovo Jona intento a ridere e a giocare con un elastico blu tra le mani. Ha il viso pallido e la pelle molto chiara, che sembra quasi brillare sotto le luci al neon che illuminano questa stanza, mentre le guance sono leggermente dipinte di un rosso tenue. Mi mordo nuovamente il labbro, aggiustandomi nervosamente la camicia, quando il corvino si accorge di me ed i suoi occhi si appoggiano dolcemente sul mio corpo, scrutandolo. Alza una mano in segno di saluto ed il suo giubbotto nero di pelle si tende sotto al suo movimento.
Il mio corpo s'irrigidisce all'istante nello stesso momento in cui il ragazzo alle mie spalle alza un lato della bocca per sorridermi. Prendo un respiro profondo prima di ricambiare in modo impacciato il saluto; alzo semplicemente una mano e indirizzo i miei occhi totalmente da un'altra parte, nonostante il mio corpo non ne voglia sapere di tornare nella sua posizione originale. Con la coda dell'occhio scruto ogni suo movimento e mi sorprende trovarlo totalmente rilassato, non come l'ultima volta in cui l'ho visto, dove sembrava visibilmente nervoso ed irritabile.
STAI LEGGENDO
Lui è come il nero
ChickLitMaddie Wilson ha visto cose di cui non doveva sapere nulla. La ragazza fugge da una vita che tutto le ha tolto e niente le ha dato; scappa lontano dai peccati e dai segreti dei suoi genitori, gli stessi genitori che sempre avrebbero dovuto protegge...