Eiji
Forse sarebbe stato meglio mettere un tappetto vicino alla vasca in modo da non bagnare il pavimento.
Questo ovviamente era un ragionamento che non poteva fare nemmeno capolino nella mente di Eiji, ora affollata da mille altri pensieri che si aggrovigliavano, davano inizio a film mentali che si tramutavano subito in preoccupazioni e dopo ancora in autocritiche.
Come aveva potuto accettare un invito del genere? Doveva decisamente essersi bevuto il cervello.
Ciò che gli aveva detto Ash non era nemmeno lontanamente credibile. E allora come aveva fatto a cercare di volerlo comprendere?
Insomma, certo, era un po' credulone a volte, ma non fino a quel punto!
Sospirò sprofondando ancora un po' nell'acqua calda, coperta da un materasso di bolle.
Tutta quella storia, le ombre, la luce che lui emanava, non aveva nulla di realistico. Solo una cosa non poteva negare: dopo l'incontro con Ash, effettivamente, era riuscito ad arrivare a casa senza intoppi, trovando anche l'acqua calda di cui aveva bisogno e, incredibilmente, la vecchia portinaia scorbutica non lo sgridò per essere entrato tutto gocciolante.
Nelle ore che seguirono al suo rientro, mentre si spogliava ed appendeva i vestiti al termosifone, per poi preparare il bagno ed immergersi, provò in ogni modo a spiegare l'improvvisa assenza della sfortuna come una coincidenza.
Purtroppo per lui, fallì miseramente.
Forse non riusciva a vederle come coincidenze perché sperava che non lo fossero. Se non lo fossero state avrebbe avuto un modo per spiegare le sue grandi sfortune e liberarsene, o perché il mistero che aleggiava intorno a quel ragazzo lo attirava.
Aveva un che di infantile volerci credere, come se sperasse in un'avventura nuova e surreale.
E lo faceva, si rese conto, ci sperava davvero.
La sua parte più razionale avrebbe voluto prendersi a schiaffi. Ma come gli saltava in mente di crederci? Cosa avrebbe fatto dopo se avesse scoperto che Ash aveva davvero cattive intenzioni? Sempre che si chiamasse Ash.
Però non riusciva a smettere di sperarci, anche se in piccola parte.
Avrebbe potuto non presentarsi, il giorno seguente, davanti a quel bar. Avrebbe benissimo potuto tornare dritto a casa dopo le lezioni.
Avrebbe potuto continuare la sua solita vita, come aveva sempre fatto. Avrebbe potuto fingere di non averlo mai incontrato.
Avrebbe potuto fidarsi del cervello e stare al suo posto.
Avrebbe potuto non essere infantile.
Avrebbe, appunto.
Ash
Allungò ancora una volta il braccio davanti a sé per guardare l'ora.
Si erano fatte ormai le quattro e quindici, ma di Eiji non c'era nemmeno l'ombra.
Ash stava cominciando a pensare che non sarebbe mai arrivato e che, probabilmente, il giorno prima si era fatto un esame di coscienza per poi decidere di non farsi trovare.
Ma la sua ipotesi svanì al risuonare di un:- Ciao.
Girò subito la testa nella sua direzione, mentre ricambiava il saluto con un:- "Cercherò di essere puntuale", huh?
Eiji incrociò le braccia, sviando lo sguardo:- Ci ho provato.
Era tremendamente carino. Sembrava un bambino a cui era stato negato un dolce.
Ash dovette trattenersi per non ridacchiare a quella sua faccia:- Per questa volta non sarà un problema. Andiamo.E con ciò prese a camminare dando per scontato che l'altro lo seguisse, cosa che Eiji si affrettò a fare senza bisogno di essere richiamato.
Faceva ancora un freddo esagerato, anche se quelle erano le ore più calde della giornata. Quel giorno non pioveva, ma il cielo era ancora coperto da uno strato impenetrabile di nuvole grigie.
C'era solo il sole a scalfirle, ora basso sull'orizzonte, rosso fuoco, pronto a tramontare nell'ora seguente.
C'erano parecchi motivi per cui il buio era un vantaggio per Ash, come il vedere le ombre grigie chiaro invece che nere, o le strade vuote. Ma come le ombre diventavano facili da affrontare, le persone si trasformavano nel pericolo più grande.
Aveva scelto di proposito un orario vicino al buio, per riuscire a mostrare ad Eiji com'era il mondo quando tutti chiudevano la porta a chiave e andavano a dormire.
Affondò le mani nelle tasche dei pantaloni, alla ricerca del calore delle gambe.
Stava ancora rimuginando sulle possibilità di riuscita di quel piano per tenersi vicino Eiji, quando quest'ultimo chiese:- Ehm... Dove stiamo andando?
Ormai camminavano da svariati minuti, davanti a loro si stendeva una delle strade meno sicure della città, piena di edifici sul punto di crollare, negozi dall'aria poco affidabile e persone dagli sguardi inquisitori.
Certo, su Ash si posavano a malapena, o addirittura lo evitavano, mentre ogni paio di occhi squadrava Eiji da capo a piedi e lo inseguivano con lo sguardo per qualche secondo, come a studiarlo.
Ash, di fronte a quello spettacolo familiare, disse soltanto:- Ora ce ne sono tante, di ombre.
Angolo stelline :3
MACCIAO!
Sono tornata e sono ancora puntuale. Esigo un qualche riconoscimento. Ma anygay.Vi spammo nuovamente _The_Crazy_Otaku_ per l'immagine del capitolo dal momento che è lei l'eroe che l'ha fatta.
Poy... Boh. Come state? Avete fatto la cacca oggi? Guardate che si deve fare una volta al giorno sennò poi state male😘
Ok la smetto, ci si vede tra una settimana.
Cia'ne❤
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Light || AshEiji ||
Fanfiction"Vedo ombre ovunque, ma la luce è talmente rara che pensavo di averla immaginata. E tu brilli." - Incontrarsi con il diluvio universale sopra le teste, di colpo, senza nemmeno il tempo di pensare. Scoprirsi cercandosi nel buio di un mondo che non la...