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Ash

L'inverno non era certo la sua stagione preferita, ma ogni anno si trovava ad ammettere che la neve doveva essere una delle cose migliori al mondo.

Soprattutto quando aveva la fortuna di non dover essere fuori casa, e poteva starsene sulla poltrona che aveva trascinato dal salotto alla camera da letto a guardare fuori dalla finestra.

Dopo aver passato quella notte devastante, di norma, sarebbe stato di nuovo in azione già dal giorno successivo per cercare Golzine.

D'altronde però, c'era Eiji.

Dormiva da quasi quindici ore, a partire da quando gli era crollato tra le braccia dopo aver imbrigliato l'ombra.

Era stato grandioso, questo Ash continuava a pensarlo dalla notte precedente, specialmente da quando la lince si era fermata all'entrata dell'edificio e non si era mossa, aspettando che loro due e tutti gli altri uscissero.

Solo allora era tornata dentro correndo, lasciandoli tutti perplessi, fin quando l'edificio non brillò di bianco, illuminando la notte per pochi secondi.

Ed al dissolversi della luce la fabbrica era silenziosa, con le porte chiuse, l'aria immobile, vuota. Come se non fosse mai successo nulla.

In quello stesso momento Ash sentì nuovamente il peso dell'ombra sulle spalle e il corpo di Eiji cominciò a riprendere calore poco a poco.

Da allora aveva continuato a dormire. Nelle prime ore aveva evidentemente avuto degli incubi, ma poi si era calmato, i respiri si erano fatti sempre più regolari e profondi.

Ash l'aveva lasciato sul suo letto ed era crollato sul divano ancora sporco di sangue, con le scarpe e tutte le luci accese. Al suo risveglio, quattro o cinque ore più tardi, nevicava.

Si era alzato con i morsi per la fame ed aveva chiamato Shorter per farsi portare il pranzo, con grande disappunto dell'amico che, oltre ad essere stato svegliato, si lamentò di non essere di turno al ristornate di famiglia quel giorno. Ad ogni modo, alla fine, gli portò da mangiare.

Nel frattempo Ash si era fatto la doccia, messo le bende e si era cambiato, così dopo essersi riempito la pancia ed aver ringraziato un povero Shorter arrabbiato e coperto di neve, aveva portato la poltrona affianco al letto e si era messo a guardare la neve cadere.

La seconda cosa che non riusciva a togliersi dalla testa, dopo la lince, era quel bacio.

Aveva baciato tante persone nella sua vita, tra donne e uomini, ma quello era stato il più desiderato.

Non aveva mai sperato di baciare qualcuno, tranne una volta, tempo prima, con la sola differenza che allora non ci era riuscito.

Eiji non sapeva baciare, era cristallino, ma Ash non avrebbe mai voluto smettere di farlo.

Aveva le labbra morbide e lo seguiva benissimo in ogni suo movimento.

L'avrebbe certamente rifatto, questo era poco ma sicuro.

Arrivato a quel punto, per quanto avesse sperato il contrario, era costretto ad ammettere a se stesso che Eiji gli piaceva, e che, dannazione a lui, si era innamorato.

Ma chissà Eiji, cosa pensava, cosa voleva, come si sentiva.

Probabilmente era questo il motivo per cui Ash aspettava che si svegliasse. Doveva sapere.

Con il passare del tempo fuori si era fatto buio ed era quasi ora di cena, sarebbe stato meglio che anche il corvino mangiasse qualcosa, a quell'ora.

Proprio in quel momento, come in risposta ai suoi pensieri, Eiji lo chiamò piano:- Ash?

Lui voltò la testa, sentendosi leggero di colpo con un sorriso che gli appariva sulle labbra, mentre rispondeva:- Oh, buongiorno.

Trovò la sua figura seduta sul letto, che, al saluto, si girò nella sua direzione, con gli occhi puntati nel vuoto, intenti a mettere a fuoco.

Non erano i soliti occhi, il biondo l'avrebbe notato a chilometri di distanza. Ora parevano velati, anzi, meglio definirli appannati, come coperti dalla nebbia.

E tutti i suoi dubbi, nati in pochi secondi, vennero confermati quando Eiji, con un'espressione incerta, chiese:- Perché siamo al buio?

Il sorriso svanì dalle labbra di Ash:- Eiji... La luce è accesa.

Light || AshEiji ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora