Eiji
Aveva un che di spaventosamente affascinante.
Ash si muoveva nella stanza che agli occhi di Eiji era vuota, veloce, con evidente precisione, combattendo contro nemici che riusciva a delineare nei particolari solamente lui.
Sparava senza esitazione, colpiva con una forza inumana.
Eppure Eiji non si sarebbe mai aspettato di vedere all'improvviso un taglio apparirgli sul braccio e colare sangue.
Allora, andando per esclusione, la stanza doveva essere piena di spiriti, se le energie negative erano incorporee.
Il ragazzo biondo sferrò un destro e poi colpì dall'alto con il gomito, dopo di che le iridi verdi scattarono nella direzione di Eiji, mentre afferrava qualcosa nel vuoto.
L'altro vide la concentrazione e la sicurezza nel suo sguardo, mentre sollevava la mano che reggeva un coltello, probabilmente rubato al suo avversario.
La portò dietro la testa e, ancor prima che il corvino potesse realizzare, lo lanciò.
Meno di un secondo, la lama che scintillava in aria, un lampo che gli sfrecciò vicino alla testa, facendogli sentire lo spostamento d'aria e poi, un tonfo sordo alle sue spalle.
Quando si voltò, per la prima volta in vita sua, si sentì in diritto di avere paura.
Era una sagoma nera con delle fattezze umane, ma sembravano immagini sovrapposte di uno smoking, lo scheletro, gli organi, il sangue. I colori erano quasi indistinguibili gli uni dagli altri, si perdevano degli aloni di fumo nero che aveva attorno.
Una singola cosa era distinguibile: il coltello argenteo piantato nella testa.
Poco dopo l'ombra svanì, come se si sciogliesse per poi evaporare, lasciando solo il coltello sul pavimento, coperto di sangue nero.
Ed Eiji rimase a fissarlo, senza muovere un muscolo.
Ash aveva ragione. C'erano.
Le ombre erano reali.
Orribili, terrificanti.
E reali.
Ash
Aria dentro, aria fuori.
La parte più difficile di tirare un coltello era prendere la mira.
Quando fu sicuro, fece scattare il braccio in avanti, per trafiggere l'ombra alle spalle di Eiji.
Ad ogni modo non ebbe il tempo di assicurarsi della riuscita del suo lancio, perché venne subito preso dal resto di quelle schifose creature.
Non erano nemmeno la peggiore delle sue sfide, poteva andare peggio, potevano essere di più, potevano tendere una trappola.
Ash arretrò di un passo, si chinò sotto il calcio di una delle tre ombre che aveva davanti e, subito, si rialzò in tempo per afferrargli la gamba e spezzarla di netto con il gomito.
E nel frattempo pensava. Il cervello che lavorava il più velocemente possibile per capire come quelle ombre fossero arrivate fin lì.
Sicuramente non erano venute per Eiji, non potevano essere così organizzate. A meno che non si trattasse solo di ombre.
Era da fin troppo tempo che Ash sospettava un'alleanza con gli umani. Sapeva benissimo che c'era una sola persona che poteva vedere le ombre, oltre a lui stesso, e probabilmente era coinvolto in tutta quella storia.
Le ombre non facevano mai caso le une alle altre. Semplicemente, si radunavano dove c'era più nutrimento e poi si spostavano. Ma quell'organizzazione, il fatto che avessero seguito un percorso, per di più in massa, era troppo fuori dal comune.
Sparò un colpo nel petto di un nemico, afferrandolo prima che cadesse a terra per voltarsi ed usarlo come scudo contro i proiettili diretti a lui.
Appena mollò la presa l'ombra si dissolse e lui scattò avanti, colpendo alla testa quella che gli aveva sparato.
Erano anche armate: doveva certamente essere un complotto.
Potevano essere armate solo se al momento della morte fossero state in possesso di un'arma, ma era un avvenimento raro e, soprattutto, le armi d'ombra erano parte del corpo dell'ombra stessa. Quelle che avevano, invece, erano armi reali che, agli occhi umani, sparivano se tenute da loro e riapparivano una volta che le lasciavano.
Sarebbe arrivato in fondo a quella storia, questo era certo.
Stese l'ennesimo avversario che gli si parava davanti e dopo di che, trovandosi a guardare il muro, si voltò verso il resto della stanza trovandola vuota e tranquilla.
Stavano tutti bene, a parte qualche ferita poco grave. O almeno, così gli parve fino a quando non vide Eiji.
Aveva lo sguardo puntato a terra, non stava muovendo un muscolo e semplicemente fissava il pavimento, dove c'era solo un coltello.
Anzi, il coltello che Ash aveva lanciato poco prima.
Se ne rese conto in un secondo.
Eiji aveva visto.
Forse era stato per il coltello che, essendo visibile, aveva portato anche Eiji a distinguere l'ombra per un attimo.
Ma l'aveva vista, e questa era la cosa più importante in quel momento.
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Light || AshEiji ||
Fanfiction"Vedo ombre ovunque, ma la luce è talmente rara che pensavo di averla immaginata. E tu brilli." - Incontrarsi con il diluvio universale sopra le teste, di colpo, senza nemmeno il tempo di pensare. Scoprirsi cercandosi nel buio di un mondo che non la...