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Eiji

- A chi scrivi?

La voce mezza impastata dal sonno di Ash giunse un attimo prima della sua figura, interrompendo Eiji.

- A mia sorella.- rispose. Il biondo si sedette accanto a lui sul divano, poi scivolò di lato con la schiena fino a poggiare la testa sulla sua spalla:- Hai una sorella? Non me l'avevi mai detto.

Lui confermò:- Ho una sorella.

Digitò velocemente un saluto, in risposta a quello della ragazza, poi lo schermo si spense e lui rivolse lo sguardo alla chioma bionda del ragazzo accanto a lui:- Penso che le piaceresti.

Un paio di iridi verdi si sollevarono fino ad incontrare i suoi occhi:- Sai com'è... Di solito piaccio alle ragazzine.

Eiji scattò:- Ash! Non intendevo in quel se-

Ma l'altro lo interruppe sul nascere, ora con un sorrisetto idiota sulle labbra:- Eiji. Ti sto dando della ragazzina.

Per un momento il corvino rimase a guardarlo, mentre elaborava il significato di quelle parole. Poi, senza alcun preavviso, gli rifilò un pugnetto sulla testa:- Che cretino.

Ash rise, sovrastando il sospiro di Eiji, prima di fermarsi e chiedergli: - E ai tuoi?

L'altro gli rivolse un'occhiata interrogativa:- Che?

- Dici che piacerei anche a loro?

- Sì. Sì, ne sono abbastanza sicuro.

- Perfetto. Allora fai uno squillo a casa quando vuoi e fammi sapere se Callenreese piace a tutti.

Eiji si voltò a guardarlo, ridendo:- Ash! Non sanno nemmeno che ti conosco!

Il biondo si raddrizzò di colpo:- Dovresti chiamarli allora, su.

- Ora?!

- Ora, dai.

- Col cavolo.

- Eddai!

- No!

Erano passati un paio di giorni da quando Ash aveva chiesto ad Eiji di andare a casa perchè pensava che li stessero pedinando.

Alla fine non aveva trovato nessuno e nel giro di svariate ore si era messo l'anima in pace ed aveva acconsentito almeno a non preoccuparsi finchè erano chiusi in casa.

Il giorno precendente, Ash, l'aveva passato a cercare una risposta riguardo Golzine. Ancora non avevano certezze su come potesse essere ancora vivo. Eiji l'aveva visto morire attraverso i ricordi dell'altro e doveva essere morto.

L'ipotesi che fosse solo un modo di chiamare qualcun altro era stata scartata in partenza, dal momento che Ash era sicuro che fosse lui. Avrebbe potuto essere un'ombra ma... Così sarebbe stato al pari delle altre e nessuno, nemmeno lui, avrebbe potuto avere il controllo.

Quel giorno avrebbero dovuto decidere come agire.

Eiji si era buttato di schiena sul bracciolo del divano, trovandosi così a testa in giù, lo sguardo verso la cucina:- Non ho voglia di far da mangiare.- Confessò.

Le stoviglie sporche della colazione erano rimaste accatastate nel lavello e, oltre a mancargli la voglia di cucinare, gli mancava anche quella di lavare i piatti.

In tutta risposta Ash sollevò il telefono:- Chiamo Shorter.

- Mi sembra un'ottima idea.

Un po' gli erano mancate le giornate pigre come quella, quelle in cui il massimo che osava fare era alzarsi per prendere dell'altro cibo.

Ultimamente aveva avuto così tanta voglia di agire che in quel momento, buttato sul divano, desiderò averla distribuita meglio.

Fece girovagare lo sguardo sulla stanza ormai familiare ed infine lo posò su Ash, mentre parlava con Shorter al telefono.

Nell'arco di quei due mesi che avevano passato insieme l'aveva visto fare un sacco di cose. Tutte le volte in cui sparava, combatteva, prendeva decisioni, sembrava assurdamente... Vecchio. Più grande di Eiji e probabilmente più adulto della maggior parte degli adulti del pianeta.

Poi c'era stata quella volta in cui avevano dormito in corridoio. Ed allora gli era parso quasi più giovane. Ogni tanto quel ricordo gli tornava in mente, come un promemoria che gli ricordava del fatto che Ash aveva solo diciassette anni.

Che per certi versi era ancora il bambino che voleva solo passare più tempo con suo fratello.

Ma in quel momento, stravaccato sul divano, mentre si lamentava di non aver nemmeno fatto colazione e pregava Shorter di portar loro da mangiare, era semplicemente Ash.

Sembrava normale. Un adolescente qualsiasi.

Ed Eiji pensò che all'inizio non era così. Si chiese quando avesse cominciato a mostrare quel suo aspetto e soprattutto se mai l'avesse fatto con qualcun altro.

La chiamata finì e il biondo si rivolse a lui:- L'ho convinto.

- Bene. Che cosa mangiamo?- fece Eiji.

Un'altra cosa era cambiata: l'ombra. Era più piccola e sembrava diventarlo sempre di più ogni giorno.

Ash si strinse nelle spalle:- La cosa più veloce da fare che gli verrà in mente presumo.

Il corvino ridacchiò:- Beh non puoi biasimarlo. Noi siamo quelli che non hanno voglia di cucinare e nemmeno di andare a prendere da mangiare.

Prima che potesse ricevere risposta il campanello suonò.

Eiji corrugò le sopracciglia:- Come fa ad essere già...

Ma prima che potesse finire la frase Ash era in piedi:- Shorter ha le chiavi.

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