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Yut-Lung

Ormai aveva pensato talmente tante volte ad uccidere Eiji subito e levarselo di torno che aveva finito per scartare l'idea. 

Sarebbe stato impossibile. 

Ash lo guardava come se fosse la cosa più importante esistente al mondo e sembrava che facesse di tutto per avere sott'occhio o lui o Yut-Lung.

Non si era ancora bevuto la storia dell'amnesia ed era palese che mai l'avrebbe fatto.

Dal canto suo, però, Yut-lung aveva deciso cosa fare.

Non si aspettava di essere così fortunato da poter trovarsi con la maggior parte degli amici di Ash tutti nello stesso momento, ma aveva colto la palla al balzo e li aveva osservati tutti a dovere.

Aveva studiato ogni sguardo, ogni occhiata, ogni gesto, ogni cambio di espressione, di tono della voce.

E poi aveva passato la serata a meditare su come agire.

Ora, con le iridi nere puntate nel soffitto avvolto nella penombra, stava tirando le sue conclusioni.

Non aveva abbastanza tempo per incastrare qualcuno, gli serviva una vittima facile ma che facesse crollare tutto l'equilibrio che c'era fra loro. E qualcuno c'era.

Non si era mai spinto ad uccidere qualcuno di così giovane, in realtà. Lo realizzò quella notte, lo sguardo perso nel buio, dal suo posto sul letto.

Forse avrebbe dovuto sentire qualcosa, anche solo un filo di ripensamento, tristezza, dubbio.

La verità, dura e spaventosa, era che non sentiva assolutamente nulla. 

Golzine gli aveva promesso, a mo' di pagamento, tutto quello che poteva essergli utile per ammazzare i suoi fratelli. Qualsiasi cosa. Ogni mezzo che potesse procurarsi. E Yut-Lung era consapevole che lui poteva procurarsi quello che voleva, specialmente nel suo stato attuale.

Quindi portare a compimento quel semplicissimo compito era solo qualcosa di mezzo, uno dei tanti gradini che doveva salire, lasciandosi dietro la solita, immancabile, scia di sangue.

Sangue rosso vivo, sangue vero.

Tutte le volte che l'aveva visto si era sentito lontano da quel colore. 

Gli umani sembravano empatizzare molto quando vedevano il sangue dei loro simili, come se ci fosse qualcosa che capivano solo loro, tra di loro.

Yut-Lung aveva sempre pensato che il sangue fosse solo... Sangue. Una sostanza necessaria alla sopravvivenza che di norma dovrebbe stare dentro il corpo.

Questo pensava di se stesso e così degli umani. Ma loro quando vedevano quel liquido rosso reagivano come se non fosse semplicemente sangue, come se ci fosse qualcosa di più.

Lui invece lo guardava per quel colore.

Rosso.

Il sangue rosso sembrava effettivamente molto più vivo del suo, dava tutta un'altra impressione.

In fondo il suo sangue sembrava quasi petrolio, nero e colloso.

Di vivo non aveva niente. 

Forse era per questo che non sentiva quello che ogni essere umano sembrava sentire quando vedeva sangue.

Non che importasse qualcosa.

In fondo non provare nulla riguardo quella sostanza rossa era un gradino in meno delle scale che stava salendo. 

Uno in meno per portare a termine il suo compito in tempo. Avrebbe avuto cinque giorni, stando agli accordi, ma Ash voleva cominciare a cercare Golzine già dal giorno seguente e Yut-Lung preferiva fare in modo che non facessero in tempo a trovarlo.

Avrebbe dovuto stringere i tempi.

Si girò su un fianco. Gli serviva anche un colpevole.

Se avesse scelto Eiji sarebbe riuscito a chiudere quella storia in meno di dodici ore. Ma nessuno ci avrebbe mai creduto, ad Eiji che uccideva qualcuno.

Fu in quel momento che decise di puntare direttamente ad Ash. In fin dei conti, per quanti sospetti nutrisse, non poteva arrivare a capire che Yut-Lung era in grado di cambiare forma fino al punto di riprodurre esattamente un'altra persona.

Gli sarebbe bastato toccarlo da qualche parte, sulla pelle scoperta, e di lì a sei ore avrebbe avuto tutto il tempo di uccidere.

Mancava solamente un diversivo per fare in modo che il vero Ash nel frattempo non facesse caso a lui.

Anche Eiji era da sistemare: loro due erano sempre insieme e sicuramente dopo un omicidio del genere gli amici di Ash avrebbero creduto di più a lui che a Yut-Lung.

Rimase a pensare per un tempo quasi preoccupante. Con occhi aperti contro il buio, mentre si rigirava una ciocca di capelli tra le dita.

Fin quando, finalmente, l'idea di cui aveva bisogno gli si accese in testa come una lampadina.


Angolo bello

Enniente regà... Questo capitolo mia sa molto da Crona (Soul Eater). Non riuscivo a togliermelo dalla testa :')

E vabbeh, non ho nulla di meglio da aggiungere :D

CIA'NE!


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