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Eiji

Schiuse gli occhi alla luce debole del sole che filtrava attraverso una coperta azzurra.

Per un momento si raggomitolò appena di più, godendosi il calore del materasso e della coperta, ascoltando il suo respiro regolare. Richiuse lentamente gli occhi.

Tutta quella tranquillità durò poco. Più precisamente svanì quando si rese conto di un dettaglio piuttosto rilevante, ovvero che lui non aveva una coperta azzurra.

E subito dopo, in una successione veloce, notò molte altre cose, l'odore estraneo nel letto, il materasso di uno spessore diverso, la luce che arrivava da destra e non da dietro.

In fine, mentre gettava via la coperta e scattava seduto, tutta la giornata precedente gli ripiombò in mente: Ash, quel garage, le ombre, il coltello che gli sfiorava la testa e... Quella cosa.

Dopo ancora, i minuti nei quali era rimasto a fissare il pavimento ed infine la realizzazione, i battiti che da veloci ed incontrollabili si fermavano di colpo, le gambe che gli cedevano, il buio improvviso e alle sue spalle...

- Eiji.

La stessa voce del giorno prima, ma meno preoccupata, senza urlare, lo chiamò.

Lui si voltò piano, incontrando con lo sguardo la figura di Ash, con dei vestiti puliti addosso e un bicchiere di carta in mano:- Ben tornato tra noi.

Il giorno prima l'aveva davvero chiamato con tutta quella preoccupazione? Si preoccupava per lui?

Eiji rimase a fissarlo per un secondo, poi rispose solamente:- Mi fa male la testa.

Il biondo si accostò al muro, poggiandovi la spalla:- L'hai battuta, ma sei vivo per fortuna. Riesci a sentire, a parlare, a vedere... Ricordi tutto quello che ricordavi prima di svenire?

- Sì.- rispose, soltanto.

- Bene- fece Ash, imperterrito. Sorseggiò quello che doveva essere caffè e poi chiese ancora:- Prova a camminare. Vedi se non hai problemi a muoverti.

Lui eseguì, si alzò, fece il giro del letto e si fermò al centro della stanza, poi allargò le braccia, affondando lo sguardo in quello dell'altro:- Funziono.

L'ombra di un sorriso apparve sul volto di Ash:- Questa è un'ottima notizia.

Detto ciò si voltò, diretto verso l'unica porta della stanza:- Hai fame?

Alla sola parola "fame" Eiji avvertì una stretta allo stomaco, andandogli subito dietro:- Troppa.

Fuori dalla camera da letto si stendeva un breve corridoio che presentava altre tre porte. Quella chiusa del bagno davanti alla camera, quella della cucina e soggiorno sul fondo e l'uscita dal lato opposto.

Eiji rimase a guardare quella porta d'uscita per un secondo in più, osservando i numerosi catenacci e la chiave nella serratura, solo dopo si voltò e seguì Ash nella direzione opposta, verso il cucinino bianco e nero praticamente inutilizzato, davanti al tavolo sul quale facevano bella mostra un sacchetto di carta e un secondo bicchiere fumante.

Il corvino si sedette e si diede a scoprire la sua colazione mentre l'altro prendeva posto accanto a lui, informandolo:- Il tuo telefono è praticamente esploso di chiamate e messaggi. Alla fine ho risposto che stai bene e che avresti richiamato appena sveglio.

Era sul punto di addentare tranquillamente la brioche al cioccolato, Eiji, quando si bloccò di colpo:- Tu... Cosa?!

Ash ricambiò lo sguardo scioccato con un'occhiata trova:- Ho... Risposto che stavi bene e avresti richiamato quando ti saresti svegliato.

Per un lungo, sconfortante, momento, Eiji tentò di capacitarsi di come avesse potuto rispondere se il telefono era protetto da pin e password, per infine chiedere, rassegnato:- E la password?

Alla domanda, lui si stampò in faccia un sorrisetto soddisfatto dall'aria superiore:- L'ho hakerato, non è stato difficile.

- Cristo.- commentò l'altro, soffocando il suo disappunto nel cioccolato - C'è ancora qualcosa che sai fare, prima che mi tocchi restare sconvolto di nuovo?

Ash parve rifletterci prima di replicare, con un sorriso poco rassicurante sulle labbra:- Posso prostituirmi.

L'espressione, il tono con cui lo disse, fecero ben intuire che stesse scherzando, con una certa leggerezza, per altro. Ma negli occhi, fermi e piatti come la lastra del mare, nel fondo di quelle iridi di smeraldo si agitava qualcosa.

Eppure sul momento Eiji non ci fece caso, si limitò a sgranare gli occhi:- Ma scherzi?!

Il biondo si sporse appena verso di lui, alcuni ciuffi di capelli ondeggiarono in avanti, gli occhi gli brillarono:- Assolutamente no.

Eiji non riuscì a muovere un muscolo, mentre l'altro si raddrizzava, per poi porgergli il suo cellulare:- Tutto tuo.

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