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Ash

Quel sorriso. Quel cazzo di sorriso gli faceva venire i brividi.

Fortunatamente aveva la scusante del freddo, ma in realtà non lo sentiva nemmeno.

E ancora, ancora una volta in meno di tre minuti, commise l'errore di guardare Eiji nell'esatto momento in cui sorrideva:- È un bel nome.

Gli parve quasi di sentire un fitta al cuore. Non era umanamente possibile fare quella faccia, quel sorriso, con così tanta semplicità. Come se sembrare angeli fosse roba da tutti i giorni.

- Non è nulla di che.- rispose solamente.

Eiji si sporse appena per guardarlo in faccia:- Quindi ora siamo ad un nuovo ordine?

All'espressione interrogativa del biondo, gli ricordò:- "Per te sarò Ash Lynx, fino a nuovo ordine", giusto? Ora siamo ad un nuovo ordine?

Come faceva a ricordarlo? Perfino lui stesso se ne era dimenticato. Era davvero inquietante da un certo aspetto, ma doveva ammettere che gli faceva piacere sapere che il corvino ricordava anche quelle cose di poco conto.

Era sempre stato con persone che ricordavano a malapena il suo nome. Per tutta la sua vita aveva pensato che in un mondo del genere tutti gli avrebbero sempre chiesto qualcosa in cambio del loro aiuto, che non poteva fidarsi davvero di nessuno.

In effetti non si fidava in assoluto nemmeno di Bones o Alex. Forse Shorter ci andava vicino, ma d'altronde lui non sapeva quasi nulla del passato di Ash.

Mentre Eiji... forse per Eiji avrebbe fatto un'eccezione.

Era troppo innocuo, troppo dolce, troppo puro per poter anche solo pensare ad un tradimento. Sarebbe stato impossibile sotto ogni punto di vista.

Fu così che si arrese, per la prima volta, a credere in qualcuno e nel suo rapporto con quella persona:- Sì, siamo a un nuovo ordine.

Gli occhi scuri di Eiji brillarono sotto la luce ora rossa del sole posato sull'orizzonte. La stessa luce che disegnava ombre e puntava riflessi sulla pelle chiara, con il naso appena arrossato per il freddo.

Solo dopo un attimo di esitazione il corvino chiese:- Posso restare fino a domani?

Ash voltò la testa per rivolgergli un'occhiata interrogativa:- Non c'è nessuno che ti aspetta per la notte di Natale? Ibe? Parenti?

L'altro, con suo grande stupore, annuì leggermente:- Certo che ci sono, ma per questa volta ho detto che sarei rimasto fuori. Però se è davvero un problema...

Il biondo si sentì gelare a quell'ultima frase. Chiaramente non era un problema, era semplicemente stupito dal fatto che Eiji volesse passare la notte di Natale proprio con lui. Così alla fine si spostò dalla balaustra, interrompendolo:- Vieni a darmi una mano con le coperte, io dormo sul divano.

Il ragazzo lo seguì dentro la casa, mentre protestava:- Ma non ce n'è bisogno! Posso stare io sul divano!

Ash liquidò il discorso con un gesto della mano:- Non era un'opzione.

Detto questo sorrise ai tentativi, ovviamente vani, di Eiji nel fargli cambiare idea mentre prendeva un paio di coperte dall'armadio.

Tentativi che continuarono anche nel salotto e poi mentre il biondo si sedeva sul divano e accendeva il cellulare.

E, a tratti, continuò a cercare di convincerlo che poteva dormire sul suo letto, fino all'ora di cena, quando Ash ordinò da mangiare. Solo alla fine, con il cartone della pizza davanti, si rassegnò alla decisone del più piccolo:- Temo di non avere scelta, eh?

- No, non ce l'hai.- gli sorrise, in risposta.

Quella sera parlarono, parlarono di vecchie storie, dell'infanzia di Ash quando poteva ancora essere definita tale, di tutte le sfortune di Eiji che ora si spiegavano come conseguenza delle ombre. E poi dei sospetti di Ash su un possibile complotto, di cosa potessero fare il giorno successivo.

Parlarono, senza rendersene conto, come se si conoscessero da anni, come una squadra, come amici, o forse di più che amici.

Pensarono che avrebbero per forza dovuto pedinare un'ombra e scoprire dove andava, questa volta senza fallire. C'era bisogno di sapere come agire, ma soprattutto chi c'era da affrontare.

Ed alla fine, i cartoni vuoti sul tavolino, Ash stravaccato con le gambe sopra quelle di Eiji, ancora seduto dritto, non ebbero più nulla da dire. Così discussero del più e del meno: chissà se avrebbe nevicato a breve, cosa avrebbero mangiato a pranzo domani? Qualcuno avrebbe dovuto pulire lo specchio del bagno, magari.

Poi, in sottofondo alle loro parole, le campane di mezzanotte si fecero sentire.

E nella penombra, rischiarata dalla lampada vicino al tavolo da pranzo, Eiji rivolse l'ennesimo sorriso ad Ash:- Buon Natale, Ash.

Lui, reprimendo uno dei mille brividi, ricambiò appena:- Anche a te.

Forse era quella, la sensazione di pace che avrebbe dovuto provare ogni persona normale. Senza problemi, senza guerre da combattere, senza ombre.

Forse era così che avrebbe dovuto essere, in realtà.

Anzi, voleva che fosse così.

Lo sarebbe stato.

Dopo quella storia, lo sarebbe stato fino alla fine dei suoi giorni.

Angolo lana di piccione:

Troppa pace e tranquillità? lo pensavo anch'io. Ma non temete, dal prossimo capitolo tornerà tutto nella norma :)

Ci si vede, cia'ne

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