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Ash

Aveva sentito gli uomini nemici avvicinarsi, ma faceva tutto troppo male per muoversi, pensava quasi che se avesse mollato Eiji sarebbe crollato dopo un solo passo, così aveva preferito stare fermo e stringerlo fino all'ultimo secondo.

Dandogli tutto il tempo che poteva per permettergli di imbrigliare l'ombra. Nel caso non ci fosse riuscito avrebbe lasciato il controllo a quella cosa schifosa, oppure avrebbe ucciso tutte le persone che si fosse trovato davanti, a costo di farlo strisciando.

Aveva davvero pensato anche alla peggiore delle possibilità, eppure, fortunatamente, non ci fu bisogno di finire in nessuno degli scenari che aveva immaginato.

Chiuse gli occhi all'ultimo momento, quando ormai il nemico era sulla soglia, ma li avrebbe riaperti in fretta.

Successe tutto un attimo prima che entrassero: l'ombra smise di colpo di pesargli sulle spalle, i suoi ricordi delle violenze, delle morti, del dolore, si fecero confusi e lontani, sostituiti da quelli che mostravano la luce calda dei pomeriggi estivi, suo fratello che gli sorrideva circondato dall'aura chiara, con un guantone da baseball in mano.

Golzine, i dottori, il sangue, i cadaveri, l'odore della polvere da sparo, si fecero distanti, come se appartenessero ad un'altra persona. Al loro posto nella mente di Ash si successero le immagini di suo padre quando ancora lo vedeva come un bambino normale, delle corse nei campi e di sorrisi ormai spenti.

E si sentì leggero all'improvviso, in una frazione di secondo provò tutte quelle sensazioni, vide tutti i suoi ricordi sepolti, tutto prima di aprire gli occhi.

Sentiva ancora i ricordi negativi lontani, ma sapeva benissimo in che situazione si trovavano e che dovevano agire in fretta, era già pronto a muoversi per uscire di lì ma, ancor prima che potesse fare un solo passo, lo precedette un lampo bianco e nero.

Saettò tra i nemici agile, velocissimo, ed in breve tempo li mise tutti fuori gioco, sia ombre che umani, senza distinzione.

Ash rimase a guardarlo incantato, rendendosi conto che, effettivamente, quella era una lince. Sembrava disegnata in bianco e nero ed ogni volta che si spostava si lasciava dietro scie luminose. Era anche più grande di quanto avrebbe dovuto essere una lince normale, a dirla tutta.

Solo quando tutti i nemici furono a terra e lei si fermò per voltarsi a guardarlo, il biondo realizzò una serie di fatti tutti in una volta. Come per esempio che quella cosa non era apparsa per caso, ma era la sua ombra imbrigliata dalla luce di Eiji. Oppure che aveva gli stessi occhi del ragazzo, lo stesso colore, che lo guardavano nello stesso modo.

Così si girò verso di lui, pronto a complimentarsi e ringraziarlo, magari baciarlo di nuovo, ma rimase di sasso quando lo vide.

Era ancora appoggiato contro il muro, ma ora aveva gli occhi neri come la pece, completamente neri, anche sulla sclera, e piangeva. Grossi lacrimoni gli rigavano le guance.

Niente singhiozzi, niente tremiti, niente respiro affannoso.

Solo lacrime.

Si sentì sprofondare:- Eiji...

Lui, in tutta risposta, gli posò un dito assurdamente gelato sulle labbra e disse solo:- Ash Lynx, no? La lince è la prima cosa che mi è venuta in mente, scusa.

Detto ciò crollò in avanti tra le braccia dell'altro, che lo afferrò prontamente.

Avrebbe ceduto alla disperazione se non fosse stato per la lince, che ancora lo guardava, ferma impassibile sulla soglia.

Gli occhi brillavano come facevano sempre quelli di Eiji, ora nella richiesta muta di andarsene.

Il ragazzo cercò il polso del corvino per stringerlo e sentì il batto, debole, quasi a scatti, ma lo sentì. Poi guardò la lince, ed alla fine prese in braccio il più grande e si alzò, stringendo i denti.

Se davvero in quella creatura bianca e nera c'era tutta la luce, l'energia e la vitalità di Eiji mescolate all'ombra di Ash, allora sarebbe uscito di lì con entrambi.

Così seguì la lince fuori dalla stanza, lungo i corridoi, facendosi spianare la strada da lei.

Era davvero agile, veloce, forte, e soprattutto indomabile.

Più che una lince, pensò Ash, quella era la sua lince, o almeno quella che probabilmente immaginavano gli altri quando avevano cominciato a soprannominarlo "Lynx".

Era normale che fosse così, allora, dal momento che l'aveva immaginata Eiji in pochi secondi. Doveva realmente essere la prima cosa che gli era venuta in mente.

Eppure, anche stanco, scosso, completamente impreparato e sotto pressione, era stato grandioso.

Ash gliel'avrebbe sicuramente detto una volta finita quella storia.

Promise a se stesso che l'avrebbe fatto e con quella promessa si abbandonò all'oblio di pensieri, mentre seguiva la lince verso l'uscita.

Light || AshEiji ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora