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Leggete l'angolo scrittrice in fondo plz :3

Blanca

Aveva tutto un filo logico, fino al vino.

Quando Golzine l'aveva chiamato, quel giorno, era palesemente incazzato nero. Non era stata una chiamata particolarmente gradita innanzi tutto per questo motivo, in secondo piano perché Sergei stava cercando di prendersi una pausa dallo stress del lavoro.

Ed il colmo era che non aveva nemmeno potuto dire di no dal momento che, oltre ad avere a che fare con un cadavere arrabbiato posseduto da un'ombra, la sua missione sarebbe stata convincere Ash a non fare resistenza e di conseguenza convincerlo a non farsi ammazzare.

Quindi aveva lasciato sole e mare ed era tornato in quella stramaledetta città.

Dove, per l'appunto, era venuto a sapere che dopo aver chiamato lui, Golzine aveva fatto un secondo squillo all'altro capo del mondo, a casa dei Lee.

"Certo che tirare in ballo i Lee per un ragazzino è eccessivo..." questo avrebbe pensato, se non avesse conosciuto lui stesso il ragazzino in questione.

Dunque, Golzine gli aveva fatto sapere di quella seconda chiamata e del fatto che mentre lui si sarebbe occupato di Ash (essendo l'unico in grado di tenergli mentalmente e fisicamente testa), i Lee si sarebbero occupati degli amici di Ash.

Il problema era che la famiglia Lee era una famiglia di umani. Potenti, ma pur sempre umani. Inoltre Ash già li conosceva e li aveva visti in faccia tutti.

Come Sergei si aspettava, Golzine aveva già la soluzione: Lee Yut-Lung.

Era il settimo di sei fratelli, una macchia scura in bilico tra il mondo delle ombre e quello degli umani, nato al momento sbagliato e nel posto sbaglito.

Ash non lo conosceva, non era umano ed era anche perfettamente in grado di fregare chiunque volesse: perfetto.

Quindi anche lui era arrivato lì, lo stesso giorno di Sergei.

Appunto, il filo logico c'è.

Lui e Sergei si erano incontrati lungo un corridoio, nella villa di Golzine. Sergei usciva da uno dei salotti dopo aver parlato con il suo datore di lavoro e Yut-Lung ci stava andando.

Si erano presentati, poi il corvino gli aveva rifilato uno sguardo indecifrabile, tagliente, e aveva solamente posto un invito per quella sera stessa, prima di andarsene, dicendogli solamente un indirizzo.

E quindi Sergei, non avendo molto di meglio da fare se non cominciare ad aggirarsi per la città, aveva deciso di presentarsi. Non avrebbe avuto problemi a difendersi se necessario e ad ogni modo eliminarlo non era negli interessi di Yut-Lung, questo era più che chiaro.

All'indirizzo in questione c'era quella che, evidentemente, era la residenza provvisoria del ragazzo. Per niente modesta.

Sergei era entrato ed aveva seguito un maggiordomo fino ad una sala esageratamente arredata, dove il mezzosangue se ne stava beatamente sdraiato su un divanetto. E così Sergei si era seduto sull'unica poltrona presente, l'altro gli aveva offerto da bere e si erano messi a parlare di lavoro.

Era Yut-Lung a portare avanti la conversazione, mentre l'uomo si limitava ad assecondarlo, in attesa di capire dove volesse andare a parare. Fino a che il ragazzo arrivò, tra tutte le sue metafore, ad ammettere di non essere una cima in quanto forza fisica e quindi che se si fosse trovato in un corpo a corpo avrebbe potuto dire addio alla sua vita.

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