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Ash

Il suo racconto non faceva un piega.

Probabilmente l'avevano rapito, lui aveva battuto la testa cercando di scappare, causandosi così una commozione cerebrale e svendendo. Poi in qualche modo sconosciuto era arrivato in fondo al vicolo poco distante dalla casa di Ash, insieme ad un uomo che aveva cercato di stuprarlo, al che, logicamente, era scappato.

Due cose non gli tornavano.

Cos'era successo davvero mentre il ragazzo era svenuto? E perché era arrivato proprio a casa sua? Certo, era il primo edificio che aveva trovato a detta sua, ma comunque ad Ash sembrava strano.

Gli chiese com'era l'uomo, se lo ricordava. Yut-Lung lo descrisse, la voce appena incrinata, ed Ash fu perfettamente in grado di capire di chi parlasse. Lo aveva visto quanlche volta, in quella zona. Quindi era normale che fosse lì.

Piuttosto... Non poteva essere il rapitore. O quantomeno non da solo. Il che significava che capire da dove arrivasse quel ragazzino sarebbe stato anche troppo difficile.

C'era un'unica soluzione, suo malgrado:- Va bene. Siccome anche se volessimo indagare su come tu sia arrivato qui ci mettermo un sacco, è più semplice e anche meno rischioso aspettare che passi l'amnesia. Nel migliore dei casi svanirà completamente in tre mesi. Nel frattempo vai in ospedale o trova un posto dove stare.

Sentì l'occhiata assassina di Eiji come uno schiaffo in faccia, accompagnata da un:- Come sarebbe a dire in ospedale?! Non ha una carta d'identità e nemmeno dei soldi!

Ash lo guardò ancora una volta. Quello che aveva raccontato era decisamente plausibile. Soprattutto in un quartiere come quello, dove c'erano più malintenzionati e ombre che comuni mortali.

Però non lo convinceva. A prima vista sembrava in tutto e per tutto ciò che sosteneva di essere ma Ash, guardandolo attentamente, si convinceva sempre meno che fosse una buona idea tenerselo in casa.

Non che vedesse qualcosa di fisico... Era solo un brutto presentimento che avvertiva quando lo guardava.

D'altronde le cose stavano come stavano. Lui non aveva documenti, soldi e non ricordava nulla. Abbandonarlo a se stesso sarebbe stato da sociopatici e rifilarlo a qualcun altro significava non poterlo controllare personalmente, cosa che teneva a fare visti i suoi dubbi.

E poi... Eiji lo guardava con la faccia da "fai un passo falso e ti odierò".

Quindi sospirò:- E va bene. Ma non posso reggere un'altra persona qui dentro, ok? Se arriva qualcun altro io giuro che lo sbatto fuori.

E la porta si aprì.

Per un attimo Ash ed Eiji si guardarono, poi il biondo osservò, a voce abbastanza alta perchè arrivasse fino alla soglia di casa:- Hai un pessimo tempismo, sai?!

Eiji scoppiò a ridere, mentre Shorter rispondeva attraversando il corridoio:- Ma che vuoi?! Io mi sperco per portarti il pranzo e tu?

Appena mise piede nel soggiorno si bloccò:- Merda, Ash. Se mi avessi detto che avevi ospiti mi sarei impegnato un po' di più.

Yut-Lung

Aveva detto una sola cosa vera in tutta la facciata di bugie che aveva costruito: non aveva documenti.

In fondo come avrebbe potuto averne, quando era stato partorito da un'ombra?

Né lui né sua madre erano mai esistiti legalmente e sarebbe andato tutto bene, se suo padre non fosse morto.

Yut-Lung aveva sei anni quando lui morì. E da quel momento la sua vita sembrò precipitare senza più riuscire a fermarsi.

Furono i suoi fratelli a farla crollare, principalmente. Stuprarono sua madre e la uccisero. Tutto in una notte. La stessa notte in cui Yut-Lung giurò a se stesso che li avrebbe fatti fuori tutti, prima o poi.

Negli ultimi dieci anni della sua vita aveva finito con l'imporsi di smette di provare qualsiasi tipo di emozione oltre all'odio. Se era così che doveva essere allora lo sarebbe stato, a quel punto tutto quello che gli importava era eliminare sole sei persone dalla faccia della terra.

Eppure, nell'arco di una giornata, cominciò a pensare che magari sarebbero state sette.

Eiji Okumura. Se ne rese conto quasi subito: era il tipo di persona che gli altri volevano proteggere. E soprattutto, quando Ash lo guardava cambiava espressione.

E perché? Perché Ash sì e lui no? Cos'avevano gli altri in più di lui per meritarsi amore, fortuna, anche solo un fottutissimo sorriso?

Lo irritava. Lo irritava terribilmente tanto.

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