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Ash

L'idea che Yut Lung partecipasse alla riunione non gli piaceva per niente. L'avevano rimandata di un giorno per cercare di capire come farla ugualmente senza che ci fosse anche lui.

Ma il garage dove solitamente lo facevano era da escludere, perchè Golzine sapeva dove si trovava. Mandare fuori Yut-Lung che stava ancora male, da solo, sarebbe stato troppo crudele e farla da qualche altra parte era assolutamente fuori discussione.

E così si erano trovati a fare quella riunione con lui presente, spacciandogli tutta la storia delle ombre per un videogioco, quando aveva chiesto di cosa parlassero.

Sembrava che se la fosse bevuta.

Almeno una cosa, però, Ash doveva riconoscergliela: non era il tipo di persona che causava problemi. Non faceva disastri, non chiedeva di questioni riguardo le quali non avrebbe dovuto chiedere, non si intrometteva, non era un peso e preparava il the. Un ottimo the.

Insomma... C'era più bisogno di star dietro ad Eiji che a lui. 

Era praticamente invisibile. Era difficile che fosse una spia, se non chiedeva mai nulla. 

Non era nemmeno stato difficile abituarsi a vederlo girare per casa. Vederlo. Sentirlo no.

Questa era la seconda fonte di preoccupazione di Ash. Era fin troppo silenzioso, non lo si sentiva mai arrivare. Nemmeno quando aveva in mano un vassoio o quando era appena sveglio.

I suoi passi non producevano un singolo rumore.

E il biondo lo sapeva bene che certe abitudini, una volta che ti sono entrate in testa con la forza, non se ne vanno più. Lui ad ogni minimo suono o movimento fuori posto faceva per portare la mano alla pistola. Era un movimento automatico, a volte nemmeno se ne accorgeva.

E Yut-Lung era esageratamente silenzioso.

Però quella, purtroppo, non era una scusante valida per sbatterlo fuori di casa.

Si era fatta ora di cena quando finirono di parlare. In conclusione avevano deciso di occupare i giorni a venire per trovare Golzine. Prima di ogni altra cosa avrebbero controllato tutti i posti in cui Ash ricordava di averlo visto o in cui era stato.

Se fossero stati tutti buchi nell'acqua allora avrebbero dovuto cercare delle persone. Ed Ash sperava tanto di non doverlo fare.

Nonostante tutto, come la sera precedente, tutti i suoi dubbi e preoccupazioni si erano fatti lontani con l'arrivo della notte e di un Eiji munito di coperta e felpa fin troppo grande per lui.

Un po' per educazione, un po' per avere una scusa per dormire appiccicati, avevano deciso di cedere il letto a Yut-Lung e così, in qualche modo, dormivano insieme sul divano.

Avevano già spento la luce quando Eiji, con la testa sulla spalla di Ash e mezzo stravaccato sopra di lui, lo chiamò piano:- Ehi.

- Mh?- fece il biondo.

- Ce la faremo.

Sorrise, anche se sapeva che era troppo buio perché l'altro potesse vederlo:- Cavolo, non dovresti essere tu a rassicurare me.

Lui ridacchiò piano:- Guarda che non devi mica essere invincibile e perfetto.

- Però ci sto provando. Ho bisogno di esserlo o non ne usciremo mai.

Eiji si sollevò all'improvviso per mettersi a cavalcioni sulla pancia di Ash, mentre mormorava:- Allora non esserlo con me. Mi piaci di più quando non sei invincibile.

Le mani del biondo presero a seguire lente i contorni dell'altro, passando dalle ginocchia, alle cosce, poi ai fianchi, mentre rispondeva:- Tanto non riuscirei a dirti di no in ogni caso.

Le dita scivolarono sulla schiena del covino mentre quest'ultimo si piegava in avanti, reggendosi sui gomiti:- Lo so.

E prima che potesse avere una risposta aggiunse:- Non sono pesante?

Quando Ash rispose le sue labbra sfiorarono quelle di Eiji:- Per niente.

E un secondo dopo sentì le labbra di lui, appena dischiuse, sulle proprie. Lo tirò più vicino premendo con gli avanbracci sulla sua schiena mentre gli mordicchiava piano il labbro inferiore.

Il corvino mugolò qualcosa di simile ad un "non mordere" nel bacio, facendo sorridere Ash involontariamente, tanto che si fermò per rispondergli:- Di questo passo ti mangerò.

Eiji replicò:- Non credo di essere molto buono.

- Questo saprò dirtelo quando avrò finito con te, signorino.

Lui rise sottovoce, ma prima che potesse parlare Ash gli lasciò un bacio sulla guancia, poi uno sul filo della mascella e poi, senza preavviso, gli morse il collo poco sotto l'orecchio.

Eiji scattò, sempre senza alzare la voce:- Ash!

L'altro rispose soltanto:- Te lo confermo: sei buono.

Ed Eiji rise di nuovo.

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