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Ash

Il terzo edificio pullulava di ombre.

Era palesemente stato intenzionale, e forse anche una buona scelta. Erano più veloci, difficili da seguire e sconfiggere. Inoltre Ash cominciava ad essere stanco.

Eppure qualcosa non quadrava.

Aveva passato in rassegna i primi due edifici più velocemente possibile, senza preoccuparsi di eliminare ogni nemico. A quel punto una parte di loro avrebbe dovuto essere alle sue spalle, ma non c'era nessuno.

Possibile che Shorter e gli altri fossero già arrivati fin lì? No, non poteva essere.

Si fermò dietro una colonna, rivolto verso la porta da cui era entrato, con l'intenzione di riflettere per un momento ed eventualmente fronteggiare i nemici che, in teoria, avrebbero dovuto essergli alle spalle.

Non accadde nulla.
La porta rimase chiusa, silenziosa ed immobile.
Passarono i secondi e non un singolo rumore ruppe il silenzio.

Fino a quando Ash non si decise a distogliere lo sguardo dall'entrata, inclinando la testa indietro per poggiarla sulla colonna.

A quel punto guardò il soffitto e:- Merda.

Ombre. Decine di ombre che fluttuavano sopra la sua testa. Non l'avevano mai fatto, normalmente non dovevano nemmeno esserne capaci.

Sul momento, però, il biondo si risparmiò le riflessioni e scattò in piedi, sollevando istantaneamente la prima arma che gli capitò alla mano e sparò.

Il colpo, per una volta, andò a vuoto.

Gli spiriti si mossero tutti contemporaneamente e piombarono verso il pavimento, dritti verso il ragazzo.

La sensazione di vedersi la morte in faccia non gli era mancata per niente. Andava tutto così bene, fino a poco prima.

Schivò un paio di proiettili, il terzo lo prese al braccio sinistro, il quarto sulla spalla, proprio su uno dei tagli dei combattimenti precedenti.

Strinse i denti mentre ragiovana: trattandosi di Golzine, era probabile che lo volesse vivo, quindi non sarebbe morto lì, ma... Eiji?

In quel momento sarebbe stato troppo azzardato lasciare che fosse l'ombra, quella che si portava sulle spalle, a distruggere tutto.

Una mano gelida, all'improvviso, lo afferrò al collo ed Ash, ancora indeciso sul da farsi, esitò per un secondo. Un secondo che, con tutte le probabilità, l'avrebbe fatto uccidere.

Poi, le luci si spensero di colpo.

Agli occhi di Ash le ombre apparvero chiare e definite nell'oscurità.

Contrariamente a quello che tutti si aspettavano, le ombre non vedevano quasi nulla al buio, era come per un umano cercare di guardare attraverso un lago di acqua torbida.

Infatti, si bloccarono tutte improvvisamente e Ash recuperò all'istante il secondo che aveva perso poco prima. Si scansò di lato, sparendo dal punto in cui l'avevano accerchiato, mentre caricava una pistola.

Quando le ombre cominciarono a riorganizzarsi per trovarlo e prenderlo, ormai lui le aveva già contate e già immaginava come muoversi. 46 spiriti, fortunatamente nessuna energia negativa.

Ed allora, ancora una volta, scattò.

Skipper

In una situazione del genere non sarebbe stato il caso di ridere, ma Skipper proprio non riusciva a trattenersi. Era così bello sapere di avercela fatta, di essere riuscito a portare a termine la sua missione senza compromettere quella degli altri o fare disastri.

Chiaramente aveva rischiato grosso per arrivare al terzo pannello ma in ogni caso ci era riuscito.

Era ancora stravaccato sulla sedia davanti al pannello di controllo quando sentì all'improvviso dei passi di corsa lungo il corridoio, di più persone.

Per un momento fu sul punto di alzarsi per nascondersi, ma poi risuonarono tre spari, uno dietro l'altro, seguiti dai colpi di una mitragliatrice e dalle cartucce che cadevano. Subito dopo ci furono solamente altri due colpi. E i tonfi sordi dei cadaveri che colpivano il terreno.

Dei passi felpati, molto più leggeri rispetto a quelli affrettati di prima si avvicinarono alla porta.

E Skipper sorrise, perfettamente consapevole che si trattasse di Ash.

Si rilassò sulla sedia, tirando un sospiro di sollievo. 

Ce l'aveva fatta anche lui.

Non che fosse qualcosa di particolarmente stupefacente, però era rassicurante. 

Lo ascoltò passare davanti alla porta, sentì che aveva il fiato corto, sentì il metallo delle armi che tintinnavano tra loro, sentì i passi allontanarsi a ritmo sostenuto.

Sarebbe andato tutto bene. Doveva andare bene.

Eiji

All'inizio le voci risuonarono distorte.

Eiji fu quasi sul punto di aprire gli occhi ma si trattenne in tempo, restando immobile, quasi trattenendo il respiro.

Ricordò subito tutto quanto e si limitò ad ascoltare.

- Le ombre sono in posizione.

- Perfetto.

Erano due uomini a parlare, ed evidentemente c'era una certa tensione nell'aria.

- Non ci sfuggirà questa volta. Avete messo qualcuno a guardia dei pannelli?

- Stanno andando cinque dei nostri al terzo pannello in questo momento.- la risposta arrivò sicura.

- Ottimo. Voglio quel ragazzo, e in fretta. Golzine non può essere l'unico a divertirsi.

"Quel ragazzo"? "Golzine"? Probabile che il ragazzo in questione fosse Ash, ma questa persona chi... 

Ci fu un suono come di corrente che salta all'improvviso.

- COSA?! Che fine hanno fatto quegli uomini che andavano al pannello di controllo, eh?!- abbaiò quello che doveva essere a capo di quella situazione.

- Non avrebbe dovuto succedere così presto!- replicò il secondo.

Eiji aprì gli occhi e il buio gli si parò davanti. Provò a muoversi e sentì di avere i polsi legati, ma per il resto era libero.

La torcia di un telefono si accese di colpo e il ragazzo tornò subito nella sua posizione iniziale, con gli occhi chiusi.

- Arriverà fin qui?- fu la domanda titubante del sottoposto.

- Lui arriverà ovunque voglia arrivare, ed ora vuole il suo amico indietro.

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