34

411 53 6
                                    

Ash

Aveva quasi sperato che gli dicesse di no.

Certo, non rientrava di sicuro tra le sue aspettative, ma per un attimo ci aveva sperato. 

Ad ogni modo, mentre rientrava nella doccia e apriva l'acqua, smise di pensarci in fretta per tornare a concentrarsi su come l'aveva chiamato Eiji poco prima.

Davvero gli tremava la voce.

Sembrava quasi sul punto di piangere. 

Era chiaro che avesse fatto un brutto sogno, ed altrettanto chiaro era che sarebbe stato da stronzi chiedergli riguardo cosa. Eppure Ash avrebbe tanto voluto saperlo.

Lasciò cadere una buona dose di shapoo sulla mano, richiuse la bottiglia e prese a strofinare il prodotto tra i capelli, fin quando non ebbe la testa piena di schiuma.

Eiji non meritava gli incubi. 

Pensò questo, sotto il getto bollente della doccia che gli faceva scorrere la schiuma lungo il collo e poi sulle spalle e ancora giù, sul petto, sulla schiena, tra le cicatrici. In rivoli sottili e veloci, sulle natiche e lungo le gambe, fino a dissolversi nello scarico.

Chiuse l'acqua, si spostò fuori dalla doccia e si avvolse in un asciugamano, uscendone asciutto in pochi attimi.

Eiji non l'aveva autorizzato a presentarsi nudo, ma ad ogni modo gli aveva chiesto di stare con lui, a letto. Una richiesta che il biondo non si sarebbe mai aspettato. Una richiesta che lo rendeva felice. 

Senza nessun motivo in particolare, senza doppi fini, senza pensieri sconci. Lo rendeva felice solo perché sembrava dirgli direttamente "mi fido di te", "ti voglio vicino", "sto meglio con te che da solo".

Infilò l'intimo, seguito da un paio di pantaloni di tuta e una maglietta. Di solito dormiva senza, ma dopo le lamentele dell'altro preferì andare sul sicuro.

Fatto questo asciugò i capelli alla bell'è meglio e poi si diresse il camera sua, dove Eiji lo stava aspettando, con gli occhi aperti e vacui, ancora spostato sul lato del letto per fargli spazio.

Uno spazio che il biondo non esitò ad occupare, senza dire una parola.

E per un po' regnò il silenzio, fin quando l'altro lo ruppe con una domanda:- Ash... Tu non vuoi morire, vero?

Per poco non perse un battito. Forse perché non si aspettava una domanda del genere, forse perché la risposta non sarebbe stata tra le più positive. Forse perché, di colpo, l'ombra sulle sue spalle si fece più pesante.

Così chiuse gli occhi e domandò a sua volta:- Perché lo chiedi?

Eiji si ranicchiò di più:- Perché sarebbe difficile farti restare vivo se tu non vuoi esserlo.

Ash sentì una stretta da qualche parte, nel petto, prima di decidere di dire la verità:- No, non voglio morire. A dirla tutta sopravvivere non è tra la mie priorità... ma finché posso farlo non mi dispiace. Diciamo che ho sperato di morire, qualche volta, tanto tempo fa, ma credo che tu già lo sappia. Non mi è mai piaciuto troppo vivere. Il fatto è che avevo un motivo per farlo, ovvero levarmi l'ombra dalle spalle ma... non ci riesco. 

Sospirò ritornando al mese prima con la mente:- Sai quel giorno, quando ci siamo incontrati... Era da due settimane che girovagavo per le strade con una mezza speranza di imbattermi nelle energie negative. Arrivato a quel punto non avevo molto da fare. Golzine era morto ed io ero libero e avevo un sacco di tempo per starmene a sopportare l'ombra. Quello, quello era un periodo in cui speravo di morire.

- E ora... ?- fece Eiji, titubante.

- Ora ci sei tu. Che è un buon motivo per continuare a vivere.

La mano del corvino cercò la sua sotto le coperte, ed Ash la prese girando la testa verso di lui mentre lo ascoltava chiedere:- Ed essere nato? I tuoi genitori?

- Mio padre, dopo aver scoperto cosa vedevo ed essersi convinto che fossi malato, mi ha lasciato a mio fratello, forse l'hai visto. Mia madre non l'ho mai conosciuta, a quanto ne so mi ha rifilato a mio padre e se n'è andata. Mi ha lasciato solo il nome.

Eiji gli strinse la mano:- Però è un nome piuttosto impegnato, no? Perché?

A dirla tutta Ash non ci aveva mai pensato, ma in quel momento si appellò ai suoi ricordi più lontani per rispondere:- Credo sia perché sono nato all'alba, almeno così mi hanno detto.

Vide il corvino sorridere nel buio, ora illuminato dalla sua luce, poco prima che replicasse:- Sono sicuro che ti voleva davvero tanto bene.

- Tu dici?

- Ne sono sicuro. Se non ti avesse voluto bene non avrebbe scelto un nome del genere. E poi... Non ti ha proprio abbandonato, ti ha lasciato con tuo padre, in una casa, al sicuro. Poteva avere tanti motivi per farlo.

Alla fine di quelle parole un angolo della bocca del biondo si sollevò:- Sì, forse hai ragione.

Light || AshEiji ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora