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Eiji

Non sapeva come sentirsi da quando Shorter era entrato in casa, e la situazione era peggiorata quando Ash era tornato, dicendo che era vero: Skipper era morto.

Ora il biondo era chiuso in camera ed Eiji era fermo in piedi, davanti alla porta, con una stretta allo stomaco, indeciso sul da farsi.

Ancora gli sembrava tutto assurdo. Era vero che non poteva essere sicuro che Ash fosse rimasto in casa tutto il tempo, però la versione di Shorter, e tutta quella situazione, erano così lontane dalla realtà che Eiji non si sarebbe stupito di svegliarsi da un momento all'altro.

Prese un respiro, sollevò la mano e bussò:- Ash, posso?

- Come vuoi.- La risposta arrivò piatta e priva di tono.

Allora spinse la porta e una volta entrato se la richiuse alle spalle, subito prima di portare lo sguardo sul biondo, ora seduto sul letto, mentre si rigirava la pistola tra le mani, fissandole come se non fossero sue.

Eiji attraversò la stanza e si sedette vicino a lui.

Gli sembrò stupido fare una domanda tipo "come stai?", ma a parte quello non aveva idea di cosa dire. Non sapeva nemmeno come comportarsi riguardo l'ultima intera ora.

Quindi allungò la mano, lentamente, e tolse da quelle di Ash la pistola, per poi posarla sulle coperte.

Lo guardò. Ora che ci pensava non l'aveva mai visto così confuso ed allo stesso tempo ferito, emotivamente ferito. Sembrava non avere... Un punto fermo.

- Non mi importa.- esordì, Eiji.

Il biondo sollevò lo sguardo, rivolgendolo a lui, interrogativo.

Ed allora fu la volta dell'altro di distoglierlo:- Sono sicuro che tu non hai fatto nulla. Ma anche se fosse così... Non mi importa. Ci sarà stato un motivo, per forza.

- E se non ci fosse stato?

- Mi rifiuto di crederci. 

Ash per un attimo fece silenzio, poi:- Però è davvero morto. Se non sono stato io allora chi?

- Non credo ci fosse qualcuno con un movente qui. Dovrebbe essere opera di qualcuno da fuori.

Lui tacque. Fino a quel momento sembrava quasi emanare un'aura di confusione e shock, ora invece pensava. E per qualche minuto nessuno dei due disse nulla, l'uno intento a ragionare, l'altro in attesa di sentire quello che avrebbe detto.

Infine, all'improvviso, Ash alzò la testa:- Yut-lung.

- Cosa?

- Ti ricordi che ha detto prima? Shorter gli ha chiesto se mi aveva visto uscire. E lui ha detto che ha sentito che qualcuno usciva. 

Eiji corrugò le sopracciglia:- Stai dicendo che mentiva?

- Sto dicendo che i conti non mi tornano. Che abbiamo fatto stamattina?

Che avevano fatto quella mattina? Eiji cercò di tornare indietro con la mente. Ricordava di essersi svegliato, di aver fatto colazione, di ver svegliato Ash e... :- Non mi ricordo. 

- Come abbiamo fatto ad addormentarci? Non è che fossimo stanchi. E per strada Shorter sosteneva che io avessi parlato di mezze ombre o qualcosa di simile. Io nemmeno so cosa sia una mezza ombra.

Eiji si raddrizzò:- Beh per quanto potessi essere tu non puoi aver parlato di qualcosa che non conoscevi. Cioè... Non sei posseduto.

Ash annuì piano:- Esatto. In conclusione, io non mi sono mosso di qui. Quindi Yut-Lung mentiva. 

Le iridi verdi scivolarono sulla porta:- Ha sempre mentito. Quello non ha un filo di amnesia, l'ha palesemente mandato Golzine. Però... É giovane. Come fa uno così giovane ad essere finito in certi giri?

- Certo che detto da te... 

Lui sventolò una mano, lo sguardo ancora fisso alla porta:- Io non faccio testo. E poi almeno sono forte, quello lì sarebbe morto con un solo- si interruppe a metà frase, per un momento, prima di riprendere:- Sai cos'altro?

Eiji lo guardò mentre si allungava con nonchalance per riprendersi la pistola:- Cosa?

- É fin troppo silenzioso. Non te ne eri accorto?

- Beh a pensarci bene... 

Ash si voltò a guardare il corvino:- Non so che ruolo abbia avuto in questo omicidio. Ma me la pagherà. Ora vado di là e se non mi dirà quello che voglio sapere lo faccio fuori.

L'altro annuì piano:- Va bene.

Andava bene di certo, a quel punto si sentiva quasi in colpa per aver insistito ad ospitarlo. 

Il biondo caricò la pistola e poi, come sempre d'altronde, fu tutto assurdamente veloce.

In meno di un secondo, mentre si alzava dal letto, Ash portò avanti un braccio, mirò alla porta e sparò. Il grido di dolore che ne seguì fece gelare il sangue nelle vene di Eiji.

Ash disse soltanto, mentre raggiungeva la porta:- Te l'avevo detto che era fin troppo silenzioso.


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