Un piccolo bacio, lasciato sulla mia bocca, mi destò dal sonno. Osservandomi attorno, iniziarono a farsi vivi, tutti i ricordi della serata passata, inevitabilmente mi si abbozzò un sorriso sul volto.
Sdraiati, l'uno accanto all'altra, fianco a fianco nudi, ricoperti da un solo leggero lenzuolo, stavamo fermi, nel pacifico silenzio della mattina.Mi rigirai sul fianco, volgendo lo sguardo verso Noah; il ragazzo osservava il soffitto silenziosamente, con un braccio sotto il capo che lo reggeva. Mi avvinghiai al suo petto nudo, mentre lui, delicatamente con un dito, iniziò a disegnare sulla mia spalla dei piccoli cerchi. Socchiusi gli occhi, rilassandomi completamente.
Lasciò dolcemente un'altro bacio sulla mia fronte. Abbassò la mano verso la base del letto e ne toccò il pavimento. Seduto sul letto iniziò a ricomporre il suo vestiario. Prima di abbandonare la stanza, si avvicinò nuovamente al mio volto e scontrò le sue labbra contro le mie. Mi lasciò sola nella stanza, illuminata dal sole, che penetrava dalle tende. Strinsi con forza le lenzuola, ammaliata da lui.
Mi ero sentita amata come non mai quella notte, avevo sentito il desiderio, e l'emozione, avevo sentito, e gli ricordavo con piacere, i brividi dovuti ai suoi baci. I suoi occhi divertiti e la delicatezza con cui mi toccava. Avevo amato ogni attimo, avevo desiderato ogni centimetro di lui e avrei baciatoe sue labbra fino alla mia morte.
Era successo tutto così velocemente, tutto così per caso. Era strano, come un ragazzo, così diverso da me, fosse riuscito a rendermi così felice. Nel suo letto, tra la sue braccia, con le sue labbra sul mio corpo, mi sentivo in paradiso, nel mio posto felice, dove tutto andava bene, ed i problemi diventavano solo futili dettagli. Giocherellavo con una ciocca di capelli, mentre distratta dai miei pensieri, osservavo la finestra che affacciava su un piccolo giardino.
Scesi dal letto, liberandomi dalle lenzuola che si iniziavano ad attaccare come una pressa, al mio corpo privo di abbigliamento. Osservai la camera, afferrando una felpa nera di Noah e la indossai. Sopra vi era ancora impresso il suo profumo, dolce e forte. Percorsi il corridoio a gran passi, fino ad arrivare alla cucina, dove il giovane, se ne stava di spalle, davanti ai fornelli.
-Buongiorno- biascicai stropicciando gli occhi. Di colpo si girò, osservandomi divertito. Sembrava quasi affascinato, nel vedermi con addosso il suo vestiario.
-Eccoti, ti aspettavo- disse continuando a smanettare con i fornelli. Mi avvicinai a lui, e con un agile balzo, saltai sul piano di lavoro, limitrofo ai fornelli.
-Che prepari?- domandai, incrociando le gambe, e poggiando il peso sulle due braccia, posizionate leggermente indietro, rispetto al mio fianco.
-Caffe- esclamò a gran voce.
Con un verso di approvazione, un mugugno che esprimeva a pieno il desiderio di caffeina che avevo, attirò in poco la sua attenzione. Si posizionò davanti a me e mi avvinghiai al suo bacino con le gambe. Si sporse con il torace verso di me, congiunsi le mani dietro il suo collo e tirandomi verso lui, poggiò le mie labbra sulle sue.
I ciuffi dei suoi capelli ricadevano sulla mia fronte, provocando un'insolita sensazione di prurito. Lo scoppiettio del caffè, all'interno della moca, ci distrasse brevemente. Noah versò il liquido in una piccola tazzina bianca e me la porse.
-Dove eravamo rimasti- bisbigliò riprendendo a baciarmi.
-Ad io che me ne vado- raccontai staccandomi dal suo bacio, dopo aver compiuto l'ultimo sorso, ed aver finito l'amaro liquido.
Avrei voluto stare attaccata alle sue labbra per ore, stretta dalle sue mani, ma una presenza in casa, chiamata Hayley, mi stava aspettando, non avrei potuto abbandonarla nuovamente a se stessa per un giorno intero.
-Bethany- piagnucolò osservandomi balzare giù dal bancone.
-No, non posso, sono stata qua anche troppo- ammisi sorridendo, iniziando a racimolare, tutti i miei vestiti, sparsi a chiazze per il salotto, sotto il suo sguardo attento, che seguiva con minuzia ogni mio spostamento.
-Quando ci vediamo?- domandò lui.
-Presto- affermai, iniziando ad indossare l'intimo e consecutivamente i pantaloni e la maglietta. Abbandonai la felpa, ben ripiegata sul divano con tristezza, indossando la mia giacca.
-Decifra, il tuo presto- borbottò ridacchiando.
-Domani mattina- affermai avvicinandomi a Noah, che oramai mi aspettava all'ingresso, appoggiato alla parete, con le braccia incrociate.
Dopo aver infilato le scarpe, mi diressi verso lui, strinsi le sue mani, e lo osservai dolcemente. Stare accanto a lui, e poter sentire il delicato tocco delle sue mani, mi rendeva felice.
-Ti amo- sussurrai, stampando velocemente un bacio sulla sua bocca.
-Anch'io- continuò lui.
Stringendo le sue mani, non feci a meno di notare, un piccolo dettaglio, posizionato sul suo polso: un piccolo bracciale marrone di stoffa. Lo osservai a lungo, prima di fuoriuscire dall'abitazione, sotto lo sguardo premuroso di Noah.
STAI LEGGENDO
CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...