-É stata un'idea di merda!- esordì, lasciando la porta, andare a sbattere. Sussultammo entrambi, per poi sfilarci i due giacconi, ricoperti di neve fresca.
-Ma ti sei divertito!- lo ammonii ridendo ed andando a gettarmi sulla morbida superficie del divano. Si sedette accanto a me, cingendomi con un braccio le spalle.
-Bethany?- sussurrò, attirando la mia attenzione. Voltai la testa, osservandolo incuriosita.
-Prima a cosa stavi pensando?- domandò.
-Ti prego, non farmici ripensare- lo implorai, con lo sguardo rammaricato.
Non era lui il problema. Non aveva fatto nulla di errato lui, ero io quella sbagliata, io mi trascinavo addosso gli errori del passato. Avevo sbagliato, e quello sbaglio, non avrei mai potuto scordarlo. Il solo pensarci, mi faceva provare una fitta lancinante allo stomaco, mentre mi sembrava di provare una compressione al cuore. Mi sentivo ingabbiata dai miei pensieri.
-Me ne parlerai un giorno?- domandò, con aria comprensiva, iniziando a baciarmi, disegnando dei cerchi immaginari sulla mia pelle.
-Al momento opportuno- ammisi, ricambiando il bacio. Mi lasciai cadere sul petto petto, coccolata dalla sua mano, che mi accarezzava delicatamente sul braccio.
Sentire il suo profumo sulla mia pelle, e le sue labbra sulle mie mi rendeva felice. Avevo le sue attenzioni, e nulla mi aggradava così tanto.
-Ora che abbiamo potenzialmente rischiato di prenderci una polmonite, cosa vuoi fare?- sussurrò dolcemente al mio orecchio. Lo osservai, corrugando la fronte, intenta a pensare.
-Vuoi fare un salto a casa mia?- proposi con entusiasmo.
-Casa tua?- domandò sbiancando.
-No perché?- annunciò subito, paonazzo in volto, con gli occhi sgranati, e sull'orlo di uno svenimento.
-Noah, stai bene?- domandai preoccupata, toccandogli il volto cereo con due dita delicatamente, e leggermente sudato. Sembrava estremamente turbato dalla mia proposta, e così tanta paura, non era spiegabile. Lo osservai preoccupata, guardandolo negli occhi, persi nel vuoto.
-Insomma siamo qui, non c'è bisogno che ti disturbi. Possiamo rimanere qui, non è un problema- farfugliò velocemente.
-Come vuoi tu!- ammisi. Successivamente la mia affermazione, il volto di Noah, iniziò ad acquisire un colore sempre più naturale, tornando normale. Gli accarezzai il volto ripetutamente, per poi domandare:
-Sicuro di stare bene?-
In risposta annuii, e vedendomi ancora leggermente incerta, mi cinse con le braccia i fianchi, e dopo essersi alzato, mi prese in braccio, come fa un padre, quando prende in braccio il suo piccolo. Iniziai a ridere sotto il suo sguardo divertito, per poi aggrapparmi con le gambe al suo bacino, alla ricerca di un po' di stabilità.
-Sei stupenda, e non mi capacito di come abbia potuto stare senza di te, per così tanto tempo- sussurrò con le labbra, distanziate pochi millimetri dalle mie. Sorrisi, emozionata dalle sue parole.
Cosí, sentendo le sue dolci parole, mi resi conto, di amare. Avevo le lacrime agli occhi, e capii che la sensazione che scaturiva in me così tante emozioni e pensieri, era l'amore. Non amavo, e forse dire di non aver amato, era eccessivo. Dopo quell'errore, avevo Imparato ad amare me stessa, ma scoprire che il vuoto che abitava la mia anima, potesse essere completata da qualcun'altro, mi rendeva felice.
Amare non è per tutti, è per pochi, un vanto, un privilegio, un onore. Ed una volta divenute prede di Cupido, si diventa predatori della felicità.
Noah mi fece scivolare dal suo busto con delicatezza, fino a che non arrivai a toccare con la punta dei piedi, il pavimento. Slegai il suo collo, dalla forte presa delle mie braccia, ed alzai la manica della mia maglietta, cercando di scorgere la superficie in vetro dell'orologio, che portavo sempre appresso. Sobbalzai alla vista dell'orario indicato, le lancette indicavano un quarto a mezzogiorno. La sera prima avevo abbandonato nuovamente Hayley, senza avvisi, e confidavo solo nella sua comprensione.
-Ora è meglio che io vada; ci vediamo domani?- domandai, e dopo aver colto il suo annuire come una risposta, raccimolai i miei oggetti sparsi nella stanza, e dopo aver lasciato un bacio sulle sue labbra, corsi fuori di casa.
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CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...