Quel giorno tornai dal lavoro in mattinata: avevo scordato degli importanti documenti a casa. Quella mattina ero particolarmente distratta: la notte non avevo dormito bene, e la giornata intera non avevo pensato ad altro che a quello che era successo con Hayley, che era strettamente legato a Noah.
Avevo un presentimento che il problema di Hayley avesse a che fare con Noah. E non riuscivo a capire come potesse essere legato a lui. Non sapevo cosa ci fosse, ma sapevo che qualcosa c'era. Mi nascondevano entrambi qualcosa.
Fortunatamente ero riuscita a tornare a casa, senza far sapere a Damian, il mio capo del mio errore. Tornai a casa velocemente, cercando di non perdere tempo e tornare sul posto di lavoro senza far accorgere a nessuno della mia assenza.
Arrivata davanti a casa mi diressi velocemente verso la porta, cercando di essere svelta. Mi soffermai davanti all'ingresso e iniziando a frugare dentro la mia borsa prestai attenzione a delle voci dentro casa. Riuscivo a udire chiaramente la voce di Hayley e di un ragazzo.
Rabbrividii, al solo pensiero di ciò che temevo e afferrai velocemente la chiave, e con decisione le infilai nella toppa e istantaneamente la spalancai.
In quell'istante, che ebbea durata dello stesso attimo di quando incontrai Noah, sentii il mondo crollarmi addosso. Mi sentii morire dentro, come se qualcuno avesse appena preso un coltello e lo avesse conficcato nel mio addome.
Lasciai cadere le chiavi e la borsa a terra, e mi piegai sulle mie ginocchia, cercando di trattenere il dolore e di mantenere il controllo. Non poteva essere vero: ero entrata nella mia casa, e sulla parete dell'ingresso, Hayley, la mia migliore amica, stava attaccata alle labbra di Noah, il mio fidanzato.
Iniziai a singhiozzare in maniera così forte, che mi sembrò di perdere il fiato. Le lacrime continuarono a rigare il mio volto trascinando con sé il trucco. I singhiozzi si trasformano presto in un leggero grido.
-Bethany ti prego- mi supplicò Noah avvicinandosi a me. Lo osservai con disprezzo, e mi scostai bruscamente da lui.
-Ma con quale coraggio? Mi fate schifo! Uno più dell'altro, siete due esseri ripugnanti! Ma vi guardate?- gridai spingendo Noah con più forza possibile.
-Mi fate schifo! Siete disgustosi- gridai come una matta divorata dal dolore iniziando a tirare dei calci a tutto ciò che mi capitasse sotto gamba.
Portai le mani alle tempie, osservando il soffitto e camminando lentamente, cercando di mantenere la calma e non peggiorare la situazione.
-Bethany, ti prego, è tutto molto difficile lasciami spiegare!- balbettò lei con iniziando a piangere.
-Non mi toccare, non ci provare nemmeno! Come ti permetti, lurida! A venire qui, mangiare nel mio piatto, dormire sotto il mio tetto, a baciare il mio fidanzato! Come? Come fai? Non ti fai schifo?- sbottai gridando e guardandola con un odio mai provato, lei che mi era sempre stata accanto, lei che era sempre stata il mio appoggio mi aveva colpita in maniera così infima.
-Ma ora si spiega tutto? Cazzo come potevo non averci pensato! Hai sempre finto! Farina un cazzo! Sei andata a farti il mio fidanzato! Mi fai vomitare!- le gridai in faccia con tutta la forza che mi era rimasta mentre, il suo volto si era riempito di lacrime.
-Ma la sai una cosa? Ora tu te ne vai via dalla mia vita! Tu vai via dal cazzo!- strillai dirigendomi furibonda verso la camera di Hayley. Buttai per terra la sua valigia e aperto l'armadio, inizia a strappare dalle gruccie vestiti alla rinfusa e a gettarli senza un senso nella valigia. Quando la valigia fu piena, la afferrai e sempre seguita da Noah e la ragazza uscii di casa e gettai la borsa in giardino, lasciando che i vestiti ne fuoriuscissero.
-Devi andartene via, cazzo, lo capisci?- le gridai puntando il dito verso la porta.
Hayley sembrava più distrutta di me e appoggiata al muro piangeva senza sosta, mentre Noah impietosito la osservava. Così sentii la rabbia andarmi al cervello e mi avvicinai con cattiveria a Noah.
-E tu, brutto sacco di merda, devi farti schifo- sbottai afferrando il suo mento con cattiveria.
-Non voglio più vedervi!- gridai, uscendo da casa e dirigendomi verso la macchina, inseguita da Noah. Mi diressi verso l'hotel ignorando il trucco colato, la mia poca tranquillità e l'assenza di tutti gli strumenti di cui avevo bisogno.
Scendendo dalla macchina notai, la figura di Noah seguirmi.
-Mi devi lasciare, hai capito? Devi andartene!- gridai voltandomi velocemente attirando l'attenzione delle persone in strada. Ignorando il mio stato feci ingresso nella home dell'hotel, seguita da Noah, che sotto lo sguardo dei clienti, mi afferrò per un polso.
-Bethany! Lasciami parlare!- sbottò lui. Ritrassi il polso, ed ignorando la presenza dei clienti inziai ad urlare, iniziai a sfogarmi, ad insultare quel ragazzo, fino a finire per terra a piangere, sotto lo sguardo attonito e scandalizzato della clientela.
Non appena finii di gridare la sala si riempii di un bisbiglio e due dita picchiettarono sulle mie spalle. Così mi voltai e notai lo sguardo iracondo di Damian. Sbiancai totale, e in quell'istante, desiderai sparire nel nulla e non svegliarmi più.
Lo osservai impietosita in silenzio continuando a singhiozzare.
-Ora che hai finito questo patetico teatrino, puoi andartene, e vedi di non tornare mai più!- bisbiglio con uno dei toni più arrabbiati mai uditi. In quell'attimo mi sentii morire dentro.
Avevo perso il mio lavoro, la mia dignità, il mio fidanzato e la mia migliore amica.
STAI LEGGENDO
CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...