CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]

Capitolo 24

Un mano caldo, avvolse il mio polso, tirandolo con grinta.

-Sei troppo importante, per essere dimenticata- sospirò con le lacrime agli occhi.

E come, in un attimo ci eravamo separati, in un attimo, ritrovai le sue labbra sulle mie. I nasi schiacciati, uno contro l'altro.
I nostri corpi erano stretti tra loro. Le sue braccia cingevano la mia vita, mentre con le mani, mi reggevo al suo collo. Con il volto inumidito dalle lacrime, stavo stretta a lui. Riuscivo a percepire il suo profumo. Dolce. Mi avvinghiai con più forza a lui, come se temessi che da un momento all'altro potesse scappare.

-Non so se funzionerà- bisbigliai al suo orecchio, staccandomi di poco dalle sue labbra. Avevo ancora gli occhi lucidi, mentre sul mio volto era comparso, un ampio sorriso.

-Non ho paura- continuò lui, posando velocemente, una sfilza di baci sulla mia bocca.

-Di cosa?- chiesi.

-Di fallire ancora- disse, staccando una mano dalla mia schiena, e ponendola sulla mia guancia, con l'intento di asciugarmi il volto.

-Io si- ammisi, con la faccia perplessa.

-Con me accanto, non accadrà- mi rassicurò, tornando a baciarmi con foga. Mi afferrò per mano, tirandomi verso casa sua, con una corsa gli stetti dietro.

-E se non funzionasse?- domandai, una volta entrata in casa, dove una volta chiusa la porta, mi ritrovai con la sua bocca sul mio collo, intrepida di baciare interamente il mio corpo.

-Litigheremo, ci ignoreremo e torneremo ad amarci- affermò, sfilandosi la maglietta.

-Come puoi saperlo?- insistii.

-Non lo so infatti, lo spero-

-E se non accadesse?- continuai, slacciandomi i pantaloni e lasciandoli ricadere sul pavimento.

-Non vagare troppo con la mente, goditi il presente, non abbiamo tempo di pensare al futuro- mi ammonì, mordendomi la punta del naso, provocando un piccolo sussulto, susseguito da un mugugno di lamento.

-E se- dissi, venendo interrotta dalle sue dita che si posarono sulle mie labbra, invitandomi a fare silenzio.

-E se, non facessi più domande?- chiese lui ridendo.

Stavo appoggiata al muro dell'ingresso, con le sue braccia intorno alla mia vita, cingermi con una forte presa. Le sue labbra si posavano senza sosta sul mio corpo, oramai nudo. Mentre con le gambe mi avvinghiai al suo bacino, spoglio. Abbandonati al piacere, che riecheggiava nella stanza, mi lasciai sfuggire un gemito di piacere, graffiando con le unghie la sua schiena. Sogghignò nel sentirmi stravolta dal piacere che stava provocando.

Non avevo più sperato, dopo esserci lasciati. E poter stare tra le sue braccia, dopo così tanto tempo, mi faceva rabbrividire. Mi sembrava un sogno. Adoravo poterlo baciare, potergli arruffare i capelli leggermente ricci, sentirlo ridere, sentirlo accanto a me.

Non provavo tante emozioni da così tanto tempo. Non provavo così tante emozioni, da quando stavo con Darren. Il ragazzo con cui avevo condiviso un mese di relazione, lo stesso, a cui mi ero concessa, la sera di Natale, sul letto dei miei genitori. Se non fosse stato per quell'evento, che aveva traumatizzato le menti dei miei parenti, era il ragazzo perfetto. Proveniva anche lui da una famiglia, di una discreta importanza. I miei genitori, in particolar modo Emily, mia madre, si erano convinti, che lui fosse l'uomo perfetto con me. Lo stesso con cui sarei dovuta andare al ballo delle debuttanti, lo stesso con cui avrei dovuto presentarmi, sotto braccietto alle ceremonie. E lo stesso che in un futuro, avrebbe fornito, un'ottima dinastia hai signori Hill.

Un incubo. Mi ero fatta illudere che quel ragazzo fosse quello giusto per me. Tuttavia, non funzionavano le cose, e nonostante con lui, avessi provato forti emozioni, decisi di interrompera nostra relazione.

Il primo oltraggio, susseguito dopo pochi mesi da... È meglio dimenticare.

-Mi sei mancata- bisbigliò Noah al mio orecchio, distigleindomi velocemente dai miei pensieri, e tornando a pensare a lui. Lui sì. Lui era il ragazzo perfetto per me.