Respirai profondamente, impegnandomi nel mantenere la calma.
Hayley era uscita di casa non molto tempo prima, eppure il sole si era innalzato da poco. Non aveva voluto dirmi dove fosse diretta, così confidai nel suo buon senso e la salutai.
Ero ferma davanti alla cornetta del telefono di casa fisso. Lo osservavo attentamente, quasi come se lui potesse darmi la risposta alla domanda che stavo cercando. Insipirai profondamente e velocemente afferrai tra le mani il piccolo telefono, staccandolo dalla sua basa. I numeri sullo schermo, andavano formando il numero di mia madre, ed infine feci partire la chiamata.
-Mamma?- domandai, all'interruzione del ripetitivo suono emesso dal telefono, in attesa di una risposta.
-Bethany, o cara che piacere sentirti- annunciò. Strabuzzai gli occhi alla sua affermazione, e per poco la saliva non mi andò di traverso, non riuscivo a capacitarmi della sua affermazione così comprensiva e premurosa.
-Evita le smancerie: che cosa vuoi?- tagliai corto, con freddezza.
-Noto con piacera tua costante gentilezza- sottolineò, trasformando il suo tono pacato, in uno più stizzito e inviperito.
-Puoi dirmi che cosa vuoi?- la sollecitai, sbuffando.
-Io e tuo padre, abbiamo pensato, e crediamo sia opportuno invitarti alla cena di Natale- mi informò.
-No- esclamai.
Dall'evento, che aveva segnato la mia adolescenza, non ero mai stata invitata alla cena di Natale. Per una famiglia di quel ceto, escludere una figlia da quelle cena era segno, di una spaccatura nella famiglia, e non veniva mai visto di buon occhio.
Venire nuovamente invitata a quelle cene, che sembravano un assaggio delle eleganti cene nobili svolte nel passato, era una sorpresa per me. Piatti in argento che scorrevano sulle mani di cameriere, e uomini e donne, a bracciate, con addosso abiti in perfetto ordine, e di un certo costo.
-Prego?- chiese lei, quasi stupita dalla mia risposta secca, e decisa.
-Non verrò mai, e sottolineo: mai, a quella cena- spiegai chiaramente.
-Dovresti essere onorata dal mio invito!- mi rimproverò lei.
-Per lo più, bisogna essere accompagnati da un uomo, o sbaglio?- nel dire quelle parole, una sensazione di amaro vagò nella mia bocca: tutta una trappola per conoscere Noah. Risi con disprezzo per poi continuare:
-Ho capito dove vuoi andare a parare...-
-Non ci sono secondi fini. Ma i desideri di tuo nonno, erano chiari, ricordi cosa desiderava?- chiese con una sincerità tale, da farmi quasi impaurire.
-Sí, lo ricordo- ammisi trattenendo le lacrime.
Era un ometto di sani principi, cresciuto tra le mucche e nelle valli, nella miseria. La sua umiltà mi aveva legato a lui. Era l'unico uomo della famiglia, con un po' di intelletto. Era rimasto vedovo poco prima che nascessi, e ogni qualvolta parlasse della nonna, i suoi occhi si appannavano in un fiume di lacrime: il loro amore, era stato descritto, come un travolgente, e passionale amore.
Il legame con mio nonno era unico. Era come il papà che avevo sempre desiderato, tuttavia ci avevi lasciati da poco meno di quattro mesi, e la sua mancata presenza si faceva sentire. Erano anni oramai, dopo il suo infarto, che la sua salute era andata a rotoli, ma confidavo riuscisse a riprendersi: ma la morte coglie tutti, non guarda in faccia nessuno, ed è giusto così.
-Credo sia opportuno rispettare le sue volontà- borbottò, con voce emozionata. Quell'uomo aveva fatto sì, che anche dalle persone più ipocrite, come mia madre, uscisse il meglio.
Mio nonno, su di me, aveva espresso un solo desiderio, ed anche se non avrebbe mai potuto vedermelo portare a compimento, non avrei voluto deludere le sue volontà. Per lui, avrei fatto di tutto, così esclamai:
-A che ore è?-
-Il giorno dell vigilia, dovrai essere qui per le sette di sera, cerca di essere puntuale, e di evitare sgradevoli eventi nella camera dei tuoi genitori- continuò, alludendo al passato, come mi infastidiva il suo continuo vivere nel passato. Il passato è passato.
-Smettila!- la ammonì, riagganciando la cornetta, subito un pensiero strisciò per la mia testa: dovrò presentare Noah alla mia famiglia.
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CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...