Capitolo 50

88 5 2
                                    

Rimasi qualche attimo ad osservarlo incredula. Era proprio Noah. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Quella festa era magicamente diventata un punto di incontro per tutti i miei ex fidanzati.

-Cosa ci fai qui?- sbottò Noah, squadrando dalla testa ai piedi Logan.

-Cosa ci fai qui tu, Noah?- ribatté lui, incrociando le braccia. Osservai i due ragazzi, e rimasi perplessa.

-Conosci il suo nome?- domandai voltandomi verso Logan, che con sguardo severo osservava Noah.

-E tu il suo?- ribatté lui, sempre più confuso.

Non stavo capendo assolutamente nulla di quello che stava accadendo. Avevo due ragazzi, che sembravano stupidi di trovarsi nello stesso posto, che a quanto pare si conoscevano. La situazione stava diventando surreale, ed in più non potevo permettermi scenate in quella serata, dovevo essere abile a gestire la situazione, e tenere sotto controllo gli animi di tutti, il mio compreso.

-Fermatevi non sto capendo- affermai aggrottando le sopracciglia.

-Bethany, cosa ci fai con Logan?- domandò con tono inquisitorio Noah, stringendo le braccia al petto e osservando Logan, che al contrario portava elegantemente una mano nei pantaloni e nell'altra reggeva il calice.

-Cosa ci faccio io? E poi tu come lo conosci?- mi difesi, cercando di capire.

-Mi vuoi spiegare?- insistì lui, fissandomi negli occhi con aria glaciale.

-Io non ti devo spiegare proprio nulla! Voi piuttosto? Perché vi conoscete?- domandai io, osservando prima Noah, e poi Logan, di cui mi fidavo di più in quel momento.

-Perché forse siamo fratelli, che ne pensi?- ammise Noah con arroganza come se quella fosse la cosa più naturale al mondo. In quel momento, un'altra fitta colpì il mio stomaco.

Noah era il fratello di Logan. Ed io stavo uscendo con due fratelli contemporaneamente. Rimasi allibita per qualche attimo, sbiancando totalmente in volto. Osservai prima Noah e poi Logan, e decisi di fare la mossa più meschina che potessi fare: fuggire. Così mi allontanai da loro, senza pensare che erano da soli ad una festa con mia madre, che avrei potuto fare la figura della poco di buono davanti ai suoi occhi, e che avrebbero potuto scoprire dettagli della mia vita che avevo accuratamente nascosto.

Salii le scale rapidamente, dirigendomi verso la mia camera da letto. Una volta entrata accesi la luce, e il freddo della stanza mi investii. Mi diressi al termosifone ed alzai la temperatura.

Odorava di antico, eppure non era cambiata. Il letto al centro affiancato dalla finestra, l'armadio sempre disordinato e la scrivania che lo era altrettanto. Mi sedetti sul letto enorme poggiai il busto alla morbida superficie.

Quante cose erano successe in quella camera. Quanto avevo pianto e quanto avevo urlato, quanto ero stata male e quanto ero stata bene. Mi aveva accompagnata nella mia adolescenza e la osservavo ancora con occhi desiderosi.

Portai la mia attenzione sulla finestra, la quale dava su un piccolo balcone. Era oramai calato il sole, ed il buio si era impadronito della città. Era la vigilia di Natale, e sembrava andare ogni attimo peggio.

Stavo creando solo un'enorme confusione. Come era arrivato Noah, e perché? Scossi la testa. Volevo davvero sbattere la mia testa sui miei errori anche in quell'istante. Non avevo nemmeno conoscenza di quali fossero i miei errori.

-Ho spiegato tutto io a Logan, non penso l'abbia presa molto bene: se n'è andato- esclamò una voce alle mie spalle. Sobbalzai e mi girai di colpo, Noah era entrato nella stanza, e davanti alla porta mi osservava.

-Oh mio Dio Noah! Che hai fatto?- domandai con abitazione, affrettandomi a chiudere la porta.

-Io nulla, tu che hai fatto?- continuò lui sedendosi sul letto con pesantezza.

-Come ha reagito? Dov'è?- continuai ansiosamente, avvicinandomi a lui e sedendomi al suo fianco.

-Se ci tenevi così tanto a parlargli potevi evitare di scappare via- mi ammonì lui con tono serio. Alzai la testa al soffitto e sbuffai.

-Comunque penso sia tornato a casa sua- continuò lui, tornando a fissarmi. Così ricambiai lo sguardo e annuii sorridendo.

-Non vai da lui?- domandò perplesso, pochi attimi dopo aver visto che non mi ero mossa.

-Per illuderlo ancora?- domandai schiettamente. Tornai a fissare il soffitto.

Forse era giusto così: Logan non era fatto per me, avevo solo costretto me stessa ad interessarmi a lui, per non sentirmi troppo sola. Era giusto che si concludesse, e nonostante non fosse il modo più adeguato, doveva andare così.

Probabilmente lo avevo fatto soffrire, e nulla mi dispiaceva di più, ma andare da lui e continuare ad illuderlo sarebbe stato solo peggio.

-A proposito di illusioni- continuò Noah, con un tono leggermente più serio.

-No. Non ne parliamo più, quel che è stato è stato- lo bloccai istantaneamente, senza osservarlo negli occhi.

-Vuol dire che...- borbottò lui, con tono speranzoso.

-Vuol dire che, abbiamo sbagliato entrambi, e entrambi abbiamo tradito la fiducia dell'altro. Chi più, chi meno. Ma non riesco a stare lontana da te- ammisi a bassa voce.

-Bethany, a prescindere da quello che accadrà, io ci tengo che tu sappia che quello che c'è stato con Hayley non ha avuto nessun sentimento dietro, era solo un desiderio carnale- sia scusò, con gli occhi lucidi.

-Ma tu Bethany...- balbettò, girando il mio capo verso di lui, in modo tale che i miei occhi guardassero i suoi.

-Tu Bethany sei la donna che amo. Con te non c'è mai stata solo una forte attrazione sessuale, è il tuo essere che mi attrae- si bloccò di colpo e sorrise.

-Probabilmente mi trovi patetico-

Scossi la testa, fissandolo negli occhi.

-Vorrei solo riuscire a spiegarti cosa provo per te. Va oltre la passione. È molto più di questo, è la sensazione di sicurezza che provo con te, il dolore che provo quando ti ho lontana, il desiderio che ho quando dobbiamo vederci. Mi fanno sentire vivo queste sensazioni. E io voglio continuare a sentirmi vivo, voglio che sia tu la donna che al solo pensiero mi fa emozionare, la donna che aspetto la sera tardi, la donna da avere accanto per una vita accanto-

-Non sono qua a prometterti che il nostro amore sarà eterno e nemmeno che sarà una relazione facile, ma sono qua per prometterti che per il periodo che ci ameremo io ti amerò al massimo delle mie capacità. Io muoio dalla voglia di conoscerti così tanto da detestare il tuo carattere, sono disposto a conoscere il peggio di te, voglio conoscere ogni centimetro di te, ogni sfaccettatura della tua anima, voglio amarti finché ne sono in grado. Capisci cosa dico?-

Annuii, con le lacrime agli occhi.

Posai le mie labbra sulle sue, e strinsi il suo corpo tremante tra le mia braccia. Lo baciai con foga, come fosse l'ultimo bacio dato. Assaporai le sue labbra, le strinsi tra le mie. Toccai la sua pelle, ed ascoltai il suono dei nostri baci.

L'emozione di quell'istante di esplosiva. Sentii la mia mente liberarsi da ogni pensiero, e desiderare solo che quel bacio fosse eterno. Lo strinsi a me, con ancora più forza e continuai a baciarlo appassionatamente.

-Ti amo- bisbigliai al suo orecchio, rannicchiandomi tra le sue braccia.

In quell'istante, per l'ultima volta, pensai a ciò che fosse giusto, e la risposta finalmente mi arrivò, forse pensavo troppo, bastava solo lasciarsi andare per assaggiare la felicità.

CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora