Capitolo 44

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Al lavoro avevo dovuto sorbire la sgridata isterica del direttore: la situazione in hotel non era delle migliori, gli affari non andavano a gonfie vele e tutto il personale era sotto stress. La situazione era tesa, e nessun errore veniva permesso, in quel periodo più che mai, si cercava la perfezione nelle prestazioni. Così un ritardo era calzato a pennello per peggiorare la mia situazione. Avevo dovuto ascoltare le grida di quel capo pazzo, e cercare di non dare importanza al disagio che stavo provando.

Uscita dall'hotel, mi sentivo a pezzi, detestavo quel lavoro, ed essere costretta ad ascoltare quelle grida per un lavoro che ero costretta a fare, ma che non avrei voluto fare mi sembrava imbarazzante. Avrei voluto quel giorno più che mai mollare tutto, e scappare via, fare il lavoro dei miei sogni. Eppure ero in quella minuscola cittadina a sgobbare dietro un bancone, pur di mantenere alto il mio orgoglio e dimostrare che ce l'avrei fatta. Sarei riuscita a diventare indipendente.

Mi diressi verso casa e l'unica cosa che desideravo fare quella sera, era solo infilarmi sotto la doccia, e andare a dormire dopo aver cenato. Parcheggiai la macchina fuori da casa, afferrai la borsa e un attimo prima di aprire lo sportello della macchina, mi soffermai attratta da un figura femminile posta fuori dalla porta di Noah. La cosa mi incuriosì, solitamente Noah non riceveva visite e così decisi di aspettare e osservare cosa stesse facendo.

La osservai per qualche attimo, e siccome volta di spalle riuscii a notare solo che aveva dei capelli biondi tagliati fino alle spalle. Noah davanti a lei sorrideva: stavano chiaccherando. Continuai ad osservare in silenzio la situazione e solo quando la ragazza si voltò per andarsene dalla casa, notai con sospesa che quella ragazza non era nientemeno di Hayley.

La osservai attentamente, e dopo essermi assicurata che fosse proprio lei, decisi presa dall'istinto di saltar giù dall'auto e raggiungerla correndo. Le arrivai alle spalle, e la salutai esclamando.

-Bethany, come mai sei già a casa?- domandò lei, dopo il leggero spavento che le avevo provocato, e sorridendo tranquillamente.

-Sono in orario- risposi tirando su la manica della mia maglietta ed osservando l'ora, mancava poco alle sette, era l'orario a cui ero solita rincasare.

-Hai ragione, il pomeriggio è volato, non pensavo fossero già le sette!- spiegò lei sorridendo, assieme ci avvicinammo alla porta. Ed una volta aperta da lei, poggiai la borsa e la giacca.

-Eri andata dal vicino?- domandai con innocenza. Non ero gelosa di lei, sapevo che di lei mi sarei potuta fidare, e cercai di essere il più tranquilla possibile per non sembrare gelosa.

-Cosa? Come? Mi hai vista?- domandò lei, sbiancando in volto. Inarcai un sopracciglio, aveva sempre delle reazioni così strane certe volte, che non riuscivo a spiegarmi.

-Si, ti ho vista uscire da casa sua- spiegai io, sedendomi sul divano. Hayley rimase in piedi, massaggiandosi le mani.

-Si, si! Ero andata a casa sua, si insomma, ero da lui per... La farina! Sai volevo cucinare una torta, e non trovavo la farina!- balbettò lei dirigendosi verso la cucina.

Ero sempre tranquilla con Hayley, eppure quando reagiva così alle mie domande, mi lasciava il sospetto che stesse nascondendo qualcosa. Avevo la sensazione che stesse cercando di nascondermi qualcosa, eppure con Noah cosa c'era da nascondere?

Notai così con dispiacere, che contro ciò che aveva appena detto, in mano non aveva della farina. Mi stava mentendo? Che motivo avrebbe avuto di mentirmi? Di mentire a me, la sua migliore amica, con me doveva potersi confidare, eppure sembrava nascondere qualcosa.

-E dov'è la farina?- domandai poco dopo, con un tono leggermente più serio.

-La farina? No, alla fine Noah non ce l'aveva!-farfugliò lei arrossendo.

Ogni sua parola, ogni gesto, ogni atteggiamento non faceva altro che alimentare quella sensazione strana che avevo. Inarcai nuovamente un sopracciglio ed esaminai tutto ciò che mi aveva appena detto.

-Noah? Come fai a sapere il suo nome? Avete parlato?- indagai, sempre meno convinta delle sue parole.

-Basta Bethany! Cos'è un interrogatorio? Lasciami stare un attimo per favore- sbottò lei.

Cosa non andava in Hayley in quel periodo? Non ne ero a conoscenza, ma sapevo che l'avrei scoperto.

CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora