Capitolo 18

67 6 0
                                    

Mi osservai un'ultima volta allo specchio. I miei capelli castani erano rilegati in una crocchia, posizionata sulla nuca, delle piccole ciocche ne fuoriuscivano. Avevo cercato di tenere il volto il più possibile al naturale, senza trucco, tuttavia dovevo solo fare un provino, non partecipare ad una sfilata. Sistemai con la mano, un'ultima volta i miei vestiti, cercando di eliminare le pieghe.

-Bethany, se non ti sbrighi, arriverai in ritardo!- mi ricordò l'acuta voce di Hayley, che mi stava aspettando all'ingresso. Osservai l'orario indicato sul mio cellulare e velocemente corsi verso l'entrata di casa dove una volta fatto il mio ingresso, Hayley mi osservò spalancando la bocca.

-Sei favolosa!- starnazzò lei, mettendo in mostra un ampio sorriso, e sbattendo le mani, l'una contro l'altra.

Per quella serata, avevo preferito mostrare la parte semplice di me, non volevo eccedere nell'eleganza, ma tantomeno passare inosservata. Avevo cercato il giusto equilibrio. Arrossì al suo complimento, ricambiando il sorriso.

-Vedrai che stavolta andrà bene!- mi rincuorò con dolcezza, dopodiché mi cinse con le sue braccia in un dolce abbraccio, ed io a mia volta la strinsi verso di me.

-Lo spero!- confessai, con sicurezza. Stampai velocemente un bacio sulla sua guancia, per poi dirigermi velocemente verso l'automobile. Era calata la sera non da molto, il cielo era cosparso da una condensa di nuvole, e le stelle si faticavano a intravedere. Percepivo il fastidioso freddo della brezza serale, e mi strinsi nel caldo giaccone che portavo sulle spalle.

Una passione, che mia accompagnava dal mio trasferimento a San Francisco era lo spettacolo. Amavo immergermi nei caratteri delle persone, fantasticare sul mondo della finzione, e portare avanti storie di vite, quando la mia iniziava ad annoiarmi. Tuttavia non ero mai riuscita ad emergere in questo piccolo mondo. Non ero mai quella giusta per i ruoli, nonostante ciò, non demordevo. Quella sera avevo il provino per uno spettacolo, era da tanto che non recitavo, e sentivo aggrovigliarsi lo stomaco come in un nodo, le mani sudate e il respiro affannato, al solo pensiero di rifare un provino, dopo così tanto tempo.

Era stata Hayley a propormi questa idea. Era a conoscenza della mia passione per la recitazione, ed era fermamente convinta, che mi servisse staccare la spina dal lavoro, dalla mia relazione oramai finita, e provare a dedicare del tempo a me stessa. Avevo ragionato a lungo sulla decisione, avrei dovuto presenziare alle prove, il che non sarebbe stata roba da nulla. Non aveva tutti i torti in fondo, forse mi avrebbe fatto bene.

Insipirai un grossa quantità d'aria, stringendo tra le dita un pezzo di carta arrotolata, il copione che avrei dovuto recitare. A gran passi raggiunsi il salone dove avrei dovuto svolgere l'audizione.

Una grande sala, collocata in un edificio immenso, in cui facilmente mi sarei potuta perdere, se non fosse stato per la gentile segretaria, che mi indicò la sala. Davanti all'ingresso erano posizionate interminabili file di sedie nere ed al termine di esse un palco scenico, preceduto da un tavolo in legno. Mi osservai attorno imbarazzata. Stringendo con una mano, le cinghie della mia borsa, mentre con l'altra, stringevo con sempre più forza il copione, oramai sgualcito, guardai attentamente l'enorme spazio che mi circondava.

Mi saltó all'occhio un gruppetto di ragazzi, posizionato vicino al palco, intenti a parlare in cerchio. Si sentivano solo le loro voci riecheggiare nell'aula, accompagnate da qualche risata, nel vuoto salone. Mi feci coraggio, inspirando nuovamente.

Superai lentamente le numerose file di sedie, avvicinandomi ai giovani, che continuavano a borbottare tra loro. Poggiai senza far rumore la giacca e la borsa su una sedia in prima fila. Continuando a guardarli incuriosita dalla loro discussione.

Velocemente lo sguardo di una ragazza si posò su di me. La carnagione della sua pelle era scura, come i suoi occhi, scuri come la pece. Mi sorrise dolcemente, e dopo aver ricambiato il sorriso, tornò poi a parlare con il gruppo. La sua occhiata mi sembrò come un incoraggiamento, e così mi feci avanti. Mi avvicinai a passo lento verso di loro, e dopo che un paio dei loro sguardi si accorsero della mia presenza, calò il silenzio.

-Io sono Tracy!- esordì la ragazza, che pochi attimi prima, mi aveva sorriso, interrompendo quel fastidioso silenzio. Si sporse dal rialzo del palco, su cui era poggiata con i gomiti, tendendomi la mano, la strinsi delicatamente e posai lo sguardo, su ognuno dei presenti.

-Piacere, Bethany- affermai velocemente, sotto il sorriso generale del gruppo. Era stato più semplice del previsto, espirai soddisfatta, tuttavia le imminenti presentazioni, vennero interrotte da un uomo, in giovane età, che subentrò nel teatro, da dietro il sipario. Aveva il volto candido e i capelli castani ricci leggermente scompigliati, il naso ingobbito e due occhi profondi, scuri, cupi. Sopra la maglia nera che indossava, portava una giacca aperta dello stesso colore. Ci osservò velocemente prima di dirigersi verso la scrivania.

-Bene ragazzi- esclamò, richiamando l'attenzione di tutto il gruppo.

-Sbrighiamoci! Iniziamo con i provini, mettetevi in ordine ed uno alla volta salite sul palco, e recitate!- ordinò, poggiandosi con le mani sul balcone. Mi aveva presa alla sprovvista il suo arrivo, e un dolore straziante provocato dall'ansia mi colpì allo stomaco. Cercai di ricompormi, senza dare nell'occhio. Avanzai verso il palco, con la speranza di mettere fine a quella stressante sensazione di angoscia, che mi comprimeva.

Mi calmai, concedendomi un paio di secondi, prima di calare nel ruolo del personaggio che dovevo interpretare.

CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora