Quel giorno non riuscii a prestare attenzione a nulla di quello che stavo facendo. Non riuscivo davvero a capire che cosa stesse cambiando nella vita di Noah. Ed il disagio accompagnato da quella tremenda sensazione di tradimento che mi portavo addosso, mi soffocava.
Non fiatai per tutta la giornata, mi limitai a pensare tutto il giorno, qualsiasi cosa facessi, cercando di non dare troppo nell'occhio. Mi sentivo ingannata, e forse lo ero stata. Ero perfettamente a conoscenza che in quel periodo, la situazione tra me e Noah andasse affievolendosi, ma non era sicuramente un buon pretesto per sostituirmi. Cosa era rimasto di noi? Sorrisi focalizzandomi su ciò che avevo appena pensato... Noi... Forse non era mai esistito nessun noi, eppure sembravo non riuscirlo ad accettare.
I sentimenti che provavo per Noah, erano davvero indomabili, e al solo pensiero di lui, sentivo l'anima mettersi in pace. Ogni volta che mi figuravo quel ragazzo, ogni problema sembra svanire. Temetti di fare qualche errore: non avrei mai dovuto perdonargli un tradimento. Nonostante lo amassi, era giusto essere razionali.
Il senso di rabbia viaggiava a pari passo con la delusione, finendo per annullarsi entrambe, lasciandomi solo una grande confusione dentro.
Uscii dall'hotel, con un grande mal di testa e ancora più confusa di quando ero entrata. Il Natale si stava avvicinando, eppure non ero proprio dell'umore. Avrei preferito scomparire nel vuoto, e isolarmi dal mondo in quel momento.
Vennì bruscamente distratta dai miei pensieri quando una voce, susseguita da un picchiettio sulla mia schiena mi bloccò:
-Bethany, ferma- mi voltai di colpo, e rimasi scioccata nel vedere Noah piazzisti davanti a me. Cercai di trattenere l'emozione e dare l'impressione di essere arrabbiata, e contro ogni mia aspettativa ci riuscii, rimasi bloccata fissandolo con aria fredda.
-Mi hanno detto che sei venuta a cercarmi oggi- quella frase stuzzicò in maniera pericolosa la mia perfidia, e decisi quindi di usare quella frase per sfogare la rabbia e la delusione che provavo.
-Si, avevo detto di non disturbarti, non volevo rovinare le tue uscite- borbottai voltandomi e proseguendo il mio cammino.
-Non disturbi mai... E poi in questo periodo non ci siamo quasi mai visti, perché non ti sei fatta viva?- ammise lui con tono dolce, raggiungendomi agilmente.
-Perché pensavo che la tua vita sentimentale fosse già troppo viva...- continuai cercando il momento giusto per fare scoppiare la scintilla.
-Cosa stai dicendo? Tutto bene, sembri strana- domandò lui, cambiando tono. Sentì il suo sguardo spostarsi verso di me, e fu estremamente difficile, trattenermi dal guardarlo a mia volta.
-Ti sembro strana eh...- replicai a bassa voce.
-Mi puoi spiegare?- sbottò lui, alzando leggermente la voce. L'aria divenne tesa, e decisi di approfittare di quel momento per lanciare la mia provocazione.
-Con chi sei uscito?- domandai in modo tagliente, accorciando il discorso e andando dritto al sodo.
-A cosa ti stai riferendo?- prese tempo lui.
-Alla signorina con cui oggi sei uscito- affermai, citando l'espressione del cameriere usata la mattina stessa. Riascoltai nella mia mente quella scena, e quella parola sembrò avere lo stesso atroce effetto. Mi sentii rabbrividire e quella che mi sembrava solo una paranoia sembrò diventare una certezza.
-Ah... Stai parlando di... Charlotte! Charlotte è una mia amica, è venuta a trovarmi e aveva bisogno di aiuto per la sua macchina- farfugliò lui velocemente. La sua incertezza mi colpì istantaneamente e mi sentii sprofondare, non riuscivo davvero a credere che lui mi avesse tradita.
-Charlotte...- mugugnai io a bassa voce
-Non me ne hai parlato- esclamai tornando ad esaminare la situazione, con tono invistigativo e cercando di trovare finalmente la verità.
-Bethany, che cazzo hai?- sbottò lui perdendo la pazienza.
-Tu non me la racconti giusta, c'è qualcosa sotto Noah!- chiarii io, lasciando sfuggire un po' di rabbia al mio controllo.
-É comunque devo andare, si sta facendo buio- tagliai corto, quella conversazione mi aveva disgustata, e non riuscivo a credere che proprio Noah mi stesse tradendo. Era stata una relazione così breve e mossa, che non riuscivo davvero ad accettare che la stessa persona che un paio di settimane prima mi regalava i migliori istanti di felicità, mi stesse distruggendo con le sue stesse mani.
-No! Non ci vediamo da un paio di giorni e ci salutiamo così?- mi ammonì lui con tono autoritario, fermandomi, costringendomi a guardarlo negli occhi, dopo aver preso il mio volto tra le sue mani.
-Non sono esattamente dell'umore- ammisi con tono più dolce, totalmente succube del suo sguardo, che nonostante tutto riusciva ancora a farmi emozionare.
-Ti ho già spiegato che è solo un'amica- continuò lui, avvicinando la sua bocca al mio orecchio e posando un bacio dolce sul mio collo.
Sentì un brivido di eccitazione pervadermi e la schiena irrigidirsi, non appena le sue mani iniziarono a sfiorarmi.
-Dai Bethany- continuò lui, avvicinando pericolosamente le sue labbra alle mie.
Provai nuovamente quella sensazione ed ebbi il desiderio di abbandonarmi e baciare le sue labbra. Di toccare la sua palle e permettergli di toccare la mia. Baciarlo, e guardarlo come fosse l'unica persona di cui non mi sarei mai stufata, eppure reagii con il cervello. La razionalità prevalse e mi scostai da lui.
-Noah ti prego, stavolta non basterà del sesso per risolvere i problemi!-
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CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...