-Stai bene?- domandò preoccupato, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con una delicatezza tale, da sembrare un soffio.
-Tranquillo Noah- lo rassicurai mentendo, lasciando un bacio sulle sue labbra.
-No, Bethany, non voglio che tu stia male, cosa succede?- insistette, alzando con un dito il mio mento, in modo tale potessi osservarlo negli occhi.
-Sto bene, sono solo stanca- continuai con fermezza.
Non avrei certo potuto dirgli che lo avevo tradito con un ragazzo, e seppur quel bacio, fonte del tradimento, fosse stato il risultato di un errore, e non avesse alle sue spalle veri sentimenti, era successo, e non potevo negarlo.
Detestavo l'idea di poter perdere una persona così cara a me. Avevo trovato in Noah, l'uomo che avevo sempre desiderato. Avevo scoperto in lui la bellezza di baciare, e di amare. Con lui, era tutto magico.
-Ti farebbe bene rilassarti un po', prenditi un paio di giorni di ferie, partiamo, andiamo da qualche parte, se é questo il problema- continuò afferrando la mia mano, e stringendola con forza, nelle sue.
-No, se solo provassi a chiedere un giorno di ferie a Damian, mi licenzierebbe senza ripensamenti...- abbassai lo sguardo. Effettivamente, non stavo completamente mentendo, il lavoro mi stava logorando, non potevo permettermi nessun errore o distrazione e ciò mi faceva vivere le giornate con l'angoscia, e con il terrore. Era assurdo come stessi sprecando così tanto tempo, per un lavoro che non mi piaceva.
-E come biasimarlo, ho sempre la testa fra le nuvole, sarò arrivata in ritardo una trentina di volte e mi sarò scordata di dei turni di lavoro, almeno una decina- borbottai fievolmente, sotto il suo sguardo rammaricato.
-Ma non puoi continuare così, sei distrutta- constatò con schiettezza, posò le sue labbra sulle mie e mi accarezzò il volto.
-Almeno ci sono le vacanze di Natale, potrai riposarti un po'- mi rincuorò, al nominare quella festività, ricordai l'impegno che avevo preso con mia madre, era il momento adatto per parlargliene.
-A proposito di Natale...- sussurrai.
-C'é una cosa che devi sapere- comtinuai.
-Cosa?-
-Mia madre, vuole che io sia presente alla cena della vigilia di Natale... Insieme a te- mormorai, sperando che per lui non fosse un problema, presenziare ad una cena di un così elevato livello, indossare abiti di un costo elevato, e assumere pose eleganti.
-Andremo a quella cena allora- affermò lui, con un sorriso stampato sul volto.
-Non è un problema per te?- domandai, incredula alle sue parole.
-Affatto, sono curioso di conoscere i tuoi genitori-
-Penso che ti ricredarai facilmente- lo avvisai ridacchiando.
Iniziò a lasciarmi una scia di baci sulla guancia. Mi avvinghiai al suo collo, mantenendomi ben salda a lui. Il suo profumo dolce inondò le mie narici e le sue labbra, così morbide, sulle mie, provocavano una così bella sensazione. Sorrisi posando le gambe dietro il suo bacino, proprio sotto la schiena.
-Ti amo- sussurrò, socchiudendo gli occhi, e poggiando il suo naso sul mio, socchiusi gli occhi anche io, poggiando la testa sulla sua spalla. Lo abbracciai, mentre lui mi sorreggeva con le mani, sotto le cosce. Stavamo abbracciati l'uno all'altro, come un padre farebbe con la figlia.
Con lui, avevo provato qualcosa di nuovo. La bellezza di riconoscere un complimento che ti viene fatto, poter parlare senza problemi, e sognare senza freni.
Il nostro piccolo momento, così privo di parole, da essere estremamente intenso, venne interrotto, da un acuto ed incessante suono, seguito da una vibrazione. Il mio telefono, poggiato sul tavolo, squillava interrottamente, con lo schermo lampeggiante. Sbuffai sonoramente.
-Devo rispondere- sussurrai al suo orecchio, invitandomi a farmi scendere dalle sue braccia.
-Richiameranno!- mi rassicurò, tenendomi saldamente appoggiata sul suo petto.
-E se fosse urgente?- domandai con insistenza.
-Lo sai anche tu, che non è urgente- mormorò lasciandomi scendere. Mi avvicinai alla superficie su cui era posato il cellulare. Sobbalzai per un attimo, e presa dall'ansia, iniziai a mordermi il labbro, non avevo il controllo delle mie emozioni, e delle mie azioni: il nome indicato sul display, era quello di Logan.
-Tutto bene?- domandò Noah, avvicinandosi da dietro a me, e posando le sue mani sulle mie braccia, come in una dolce carezza. Poggiò il volto sulla mia spalla, iniziando a posare lentamente le sue labbra sul mio collo.
-Sí, tutto bene- risposi, spegnendo il telefono e girandomi verso di lui.
Avrei parlato con Logan, avrei interrotto ogni legame, dedicandomi alla relazione con Noah: sarebbe andato tutto bene, ne ero certa.
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CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]
ChickLitNon era la vita perfetta. Nulla lo era mai stato. Trascinava alle spalle, il ricordo di un dolore difficilmente arginabile. Un errore, aveva rovinato la sua vita. Bethany Hills, vive, tra il dolore dei ricordi, e l'ingenuità di una ragazza innamorat...