Capitolo 32

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Entrai nel piccolo salone, già ricco di gente, cercando di passare inosservata e invisibile agli occhi di Logan. Sorpassai un gruppo di persone, che borbottavano tra loro, per poi arrivare al mio gruppo, a cui mi avvicinai, poco dopo aver lasciato le mie cose su una sedia.

Con le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans, avanzai timorosa verso il gruppo. Istantaneamente gli occhi di Logan si posarono su di me, mettendomi estremamente a disagio, così d'impulso mi voltai verso Tracy.

-Ti stavamo aspettando tutti, fra poco iniziamo le prove!- esclamò sorridendomi, e stringendomi tra le sue braccia. Un alto vociare si alzò per tutto il salone, erano tutti presi a parlare, nell'attesa di iniziare.

In silenzio eravamo rimasti, io e Logan. Avevo cercato con scarsi risultati di ignorarlo, nonostante fosse così ignobile, ma questo sembrava motivarlo ancora di più. Facevo l'indifferente, anche durante le prove, come se nulla fosse successo, come non ci fossimo mai conosciuti.

Non era corretto, lo sentivo, lo avevo baciato, e successivamente lo avevo abbandonato nel parcheggio di un locale, senza spiegazioni, liquidandolo con una stupida affermazione. Forse avrà pianto per me, oppure si sarà innervosito per il mio atteggiamento, o magari aveva scelto di ignorarmi.

Lo conoscevo da così poco, e già avevo scombussolato tutto. Trascinavo errori con me, ovunque andassi. Era sbagliata quella situazione. Con quale coraggio me ne stavo lì, facendo finta non esistesse?

Ero conscia fin dal principio, quanto fosse sbagliato uscire con lui. Il modo in cui mi guardava, avrebbe dovuto suggerirmi che non il suo, non era il desiderio di diventare amici, ma molto di più.

Mi ero così convinta, di parlare con lui, non appena finite le prove, lo avrei portato in un luogo appartato, e gli avrei spiegato con chiarezza, che ero fidanzata e che quel bacio non fosse nulla. Mi ero solo fatta inebriare dall'euforia di un appuntamento, dal corteggiamento di un uomo e dal lusso di quel locale.

Così deciso, finite le prove, aspettai che l'aula si svuotasse, e dopo aver ricercato a lungo, un momento in cui Logan fosse da solo, mi avvicinai con passo felpato. Appena finite le audizioni, con estrema velocità, avevo sistemato i miei vestiti, e la mia borsa, e mi ero seduta sulla sedia con indifferenza, con il cellulare in mano, tenendo fisso lo sguardo, con la punta degli occhi, Logan. Quel giorno, sembrava estremamente demoralizzato, affranto. Avevo cercato di arginare la sola idea, che quel suo stato fosse dedicato a me, non volevo che soffrisse. E successivamente, mi ero avvicinata, quasi in punta di piedi.

-Ciao...- borbottai fievolmente, con il capo chino verso il pavimento, non avevo il coraggio di osservarlo negli occhi, gli stessi occhi che luccicavano, mentre ci baciavamo.

-Se devi scappare, non venire da me proprio- mi avvertii istantaneamente, senza voltarsi per guardarmi.

-Sei arrabbiato?- domandai con la voce, divenuta oramai un sussurro.

-No- mi informò secco.

-É stato uno sbaglio!- mi difesii velocemente. Avevo sbagliato, eccome se avevo sbagliato, ma non potevamo tornare all'asilo e tenerci il broncio. Eravamo adulti oramai. Adulti per modo di dire, non avremmo mai avuto la maturità di un bambino, che nei suoi occhi grandi e teneri, ricchi di ingenuità e gentilezza, diceva le cose, chiare e tonde, così come stavano, con una velata puntigliosità, mascherata dalla premura di non ferire la gente. Noi adulti, eravamo così incomprensibili, marchiati dai peccati e della sbagli, omertosi e taglienti.

-Bello sbaglio. L'unico sbaglio è stato uscire con te!- ribatté con tono serio. Non lo riconoscevo più. Doveva proprio essere deluso.

-Stai esagerando ora, mi hai presa alla sprovvista con quel bacio. E poi, te l'ho già detto, è stato un errore!- ribadii incrociando le braccia.

-Sono disposto a sbagliare perennemente allora!- gridò lui, voltandosi di colpo. I suoi occhi, tendenti al verde, erano velati da un luccichio, ed il volto candido, sembrava segnato dalla sofferenza. Mi si strinse il cuore, nel vederlo commuoversi, ma era giusto ciò che stavo facendo.

-No, Logan... È più difficile di quanto tu creda- dissi lentamente, sussurrando. Sapevo che quelle erano le ultime parole che avrebbe voluto sentire, ma era così. Era difficile da dire. Non era facile dire che, lo avevo baciato, nonostante fossi fidanzata. Volevo veramente farlo soffrire ancora? Era veramente

-Spiegamelo, ti prego!- gridò. Cosa avrei potuto dirgli? La verità? Sarebbe stata giusto... Ma tremenda da sopportare. Mi limitai ad osservarlo, finché con un sospiro amaro, afferrò la sua roba, ed uscì a passo svelto dall'aula.

Era giusto così.

CIÒ CHE È GIUSTO [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora