7. Incomprensioni

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Quando chiamo di nuovo e sento la voce di Justin dopo ore in cui non ci siamo sentiti per niente, quasi sono felice. Quasi. Il pensiero della chiamata partita sicuramente per sbaglio mi riporta alla realtà facendomi scomparire all'istante quel pizzico di felicità che stavo provando.

Sembra abbastanza tranquillo, ovviamente non si è accorto di nulla.

"Dov'è che devi andare dopo?" Parto in quinta senza nemmeno rispondere al suo saluto. Sono fatta così, non riesco a trattenermi, se c'è qualcosa che mi preoccupa vado subito al dunque per sapere la verità, o almeno tento.

"Ciao anche a te!" Mi risponde ridendo, cosa che riesce ad irritarmi ancora di più in questo momento.

"Ti suggerisco di stare attento al tuo cellulare Justin" Gli rispondo abbastanza seria, facendo capire che non ho voglia di scherzare. Voglio solo delle spiegazioni.

"Faith ma che ti prende?" Domanda nella confusione più totale. Alzo gli occhi al cielo mentre cammino avanti e indietro nella mia stanza, per fortunata Kaya non è tornata ancora. Pensandoci però, se lei fosse qui non farebbe nessuna differenza.

"Mi hai chiamato, ti è partita la chiamata pochi minuti fa e immagino non ti sia accorto di nulla" spiego mordendomi una guancia. "Stavi parlando con una ragazza" aggiungo.

"E quindi?" Continua, non capendomi ancora. Prendo un lungo respiro e poi rispondo.

"Cazzo Justin, l'ho sentita quella ragazza che ti ha invitato nella sua stanza, chi è? Cosa devi farci?" Domando con la rabbia alle stelle perché lui sembra non seguirmi.

Fa una risata, forse dal nervoso. "Ci risiamo" dice irritato. "È assurdo! Nemmeno ci provi a darmi fiducia" quasi sussurra, è deluso, o almeno è quello che sembra.

"L'ho sentita benissimo!" Rispondo di rimando sulla difensiva. Non può mentirmi.

"E allora avrai sentito che non stava parlando con me, ma con Dave no? Stavamo parlando tutti e tre, ma lei si riferiva al mio amico, e poi non per quello che pensi tu, ma per studiare!" Mi spiega scocciato. "Mi sono così stancato di giustificarmi, di sentirmi sempre attaccato da te!" Continua stizzito. "Oggi ho trovato un lavoro sai? Stavo per andare in camera e chiamarti, volevo parlartene con calma, ma ogni santo giorno devi trovare un pretesto stupido per litigare" è esasperato, la sua voce sembra stanca. Non so cosa dire o fare, mi sento una stupida. Ho sentito solo quella mezza frase e sono andata in tilt. Perché mi sto comportando in questo modo? Cosa mi sta succedendo? Stacco la chiamata senza dire una sola parola, mi sento troppo in colpa per dirgli qualcosa. Mi butto a capofitto sul letto e scoppio a piangere, l'unica cosa che mi riesce bene.

È da poco che io e Justin abbiamo iniziato questa relazione a distanza e giorno per giorno sto capendo che non fa per me tutto questo. Stare lontano dalla persona che amo è la cosa più difficile da affrontare in mezzo a tutti questi cambiamenti, ma suppongo sia meglio averlo nella mia vita, con tutte le mie paranoie e dubbi, che non averlo proprio no?!

Dopo più di un ora decido di mandargli un messaggio. Merita più di un "scusa" da parte mia, lo so benissimo, ma non saprei cos'altro fare a chilometri di distanza per farmi perdonare.

"Mi sento una stupida, non voglio giustificarmi, voglio solo dirti che mi dispiace Justin, non volevo dubitare ancora di te, appena puoi chiamami.
Ti amo, per sempre."

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