56. Cosa siamo io e te?

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Dopo una settimana frenetica a lavoro, questo è il mio primo giorno libero, finalmente, anche se lo sto trascorrendo rimettendo in ordine un po' camera mia e tutte le mie cose, invece di rilassarmi. C'è un brutto tempo qui a New York, la primavera è appena arrivata, eppure quelle belle giornate di sole sono ancora molto lontane, solo un'illusione.

Finito di mettere in uno scatolone tutti i vestiti che ormai non metto più da tanto, con l'intenzione di portarlo a persone che ne hanno più bisogno, decido di sistemare nei cassetti della mia cabina armadio, buttando poi cose inutili. Mi capitano a tiro tanti oggetti ormai dimenticati, ed altrettante foto del passato di me in compagnia di Steve, ed altre con Jess e Sam, a Boston. Alcune sono di quella famosa festa in piscina di anni fa, di quando Justin andò fuori di testa non appena le vide. A pensarci, queste polaroid sono state la goccia che hanno fatto traboccare il vaso tra me e lui. Tutto è degenerato da lì in poi, finendo poi nel modo peggiore che potesse mai accadere. Quanto male ci siamo fatti io e Justin in quel periodo...
Prendo un lungo respiro e le rimetto nel cassetto, insieme ad altre foto dove sembro stare così bene in compagnia del mio ex quasi fidanzato ufficiale, Steve. Ogni tanto lo penso ancora, è innegabile. Credo sia normale. Ha fatto parte della mia vita per molti anni, ed alcune volte mi manca, ma più come amico. Per questo non mi pento minimamente della mia scelta, ho preso la decisione migliore per noi. Solo che vorrei sapere come sta, sapere che magari non mi odia come penso stia facendo. Io gli voglio un gran bene, e gli auguro solo tutto il bene di questo mondo, spero che l'abbia capito, almeno questo.
Chiudo il cassetto con tutte quelle foto che mi piace avere come un bel ricordo, e ne apro un'altro, spuntando subito sotto ai miei occhi, quella scatolina verde. Il mio cuore comincia a martellare più forte inevitabilmente, e mi spunta subito un sorriso. La apro ed osservo la collana rimasta per troppo tempo rinchiusa qui dentro. "Dove tu sei, lì io sarò", frase più azzeccata di questa non poteva sceglierla Justin. Io e lui siamo stati divisi per anni, ma è stato sempre con me, nel mio cuore, ogni giorno, e so, ne sono convinta ora, che per lui sia stato lo stesso, nonostante tutto. Questa collana, mi riporta a galla il giorno in cui lo lasciai sotto la pioggia, fuori il dormitorio. Mi si spezza ogni volta il cuore a pensare a quel momento, quindi rivolgo subito l'attenzione all'anello riposto sempre in questa scatolina, non volendo pensare per l'ennesima volta a quel giorno. L'anello con inciso "forever", che al contrario della collana, mi fa pensare ad uno dei momenti più belli che io abbia mai vissuto con Justin.

"Heeeeeey, che fai?" sobbalzo quando Kaya entra nella mia camera, urlando.

"Ti pare il caso di entrare in questo modo?" la fulmino con gli occhi e richiudo velocemente la scatolina nel cassetto, non volendo parlare dei miei sentimenti ed emozioni, ancora una volta, essendo tutto un caos, come sempre del resto quando si tratta di me e del mio cuore.

Kaya sventola una mano e si sdraia sul mio letto. "Sono stanca morta, oggi è stata una giornata tremenda a lavoro" si lamenta massaggiandosi le tempie. "Allora, stamattina sei andata dal ginecologo?" mi domanda interessata. Dopo quello che mi è successo, da quando ho perso il bambino, i dottori mi hanno consigliato di controllarmi spesso perché potrei avere dei problemi ad avere un'altro bambino, per questo vogliono tenermi sotto controllo. E' una notizia che mi preoccupa molto. Ho sempre voluto avere dei bambini, e spero che in futuro succeda senza nessun tipo di problema. La paura è tanta. Per il momento sto seguendo una cura.

"Solito, sto bene, devo continuare a prendere le pillole, e fin quando non riprovo ad avere un bambino non possono fare una diagnosi completa, riuscire a capire se avrò dei problemi seri o meno" le spiego di spalle, piegando dei jeans. "E non avendo un fidanzato, un compagno, marito o quello che sia insomma, con cui riprovarci, loro non possono capirlo" continuo mordendomi le labbra, cercando di non far trasparire le mie preoccupazioni. Sto bene ora, ma penso che porterò a vita, dentro di me, questo trauma di aver perso un bambino.

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