13. Un segno

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Odio la domenica. Penso sia il giorno più noioso della settimana, ed il fatto che io lo passi da sola, non aiuta per niente. Ho finito di pranzare da poco, ed ora gironzolo da sola per i corridoi del dormitorio mentre parlo con mamma. "Allora tesoro, tutto bene? Come ti stai trovando ad Harvard?" Mi chiede dall'altro capo del telefono interessata.

"Si, tutto bene" rispondo alla prima domanda, mentendo. Non voglio parlare con lei dei miei problemi, di come mi sento realmente e dei dubbi che ho sulla relazione con Justin. Conosco già le sue parole. Mi direbbe che lui magari non è l'uomo della mia vita, che sono ancora giovane, mi innamorerò di qualcun altro e che non sarebbe la fine del mondo se succedesse, come già mi disse mesi fa, quando quella sera lasciai Justin. Questo sarebbe esattamente il suo discorso, ed ora non voglio sentirlo, non potrei sopportarlo di nuovo.

La mamma è quella persona che più di tutti sai di poterti fidare, e che qualsiasi cosa tu faccia, lei ci sarà sempre per te. O in teoria almeno, dovrebbe essere così. Io non sono stata così fortunata con la mia. Mi ha mentito per una vita intera nascondendomi l'identità del mio vero padre, e nonostante io ora abbia deciso di perdonarla, non dimenticherò mai quello che ci ha fatto, a me e ad Anwar. Il rapporto con lei non è mai stato dei migliori, non è mai stata molto presente, proprio come William, e la sua enorme bugia, quel segreto, non ha fatto altro che allontanarci ancora di più.
Ho la fortuna di averla ancora una mamma, al contrario di Kaya e Justin, ma purtroppo non riesco ad averci un bel rapporto, forse sono una grandissima egoista, e mi sento in colpa per questo, ma è più forte di me. "Sai meglio di me come funziona la vita qui" aggiungo, riferendomi al fatto che abbia studiato anche lei in questo posto. "Si sta bene, è tutto molto tranquillo e sto uscendo poco" continuo, non aggiungendo tanti piccoli particolari.

"Tra qualche settimana penso di riuscire a liberarmi sai? Così potrò venire a trovarti" mi avvisa contenta.

Annuisco. "Beh io sono sempre qui, non mi muovo" la sento ridere, mentre io sono sempre più contenuta.

"Papà l'hai sentito?" Domanda facendo un colpetto di tosse. "William" precisa con tono serio.

"Qualche giorno fa, ogni tanto ci sentiamo per messaggi, è a Sydney, ha un progetto che lo tratterrà a lungo li" le dico mentre lei annuisce ignara di questo. Non si stanno sentendo più per quanto ne so, e tra poco non saranno nemmeno più marito e moglie.

"Faith" mi sento chiamare alle mie spalle e mi blocco sui miei passi. È Jess. Mi viene in contro e mi da un bacio sulla guancia che ricambio.

"Mamma ora devo lasciarti, ci sentiamo per messaggi d'accordo?" Ci salutiamo promettendoci di sentirci presto e mi dedico poi alla mia amica.

"Stavo giusto passando per la tua camera" mi informa Jess. "Sam mi ha appena detto che un ragazzo con cui si sta sentendo dalla festa di venerdì, sta organizzando una mega festa in piscina e può portare chi vuole, ed ovviamente ha invitato noi!" Parla con tanto entusiasmo. "Ci vieni giusto?" Mi fa un sorriso a trentadue denti a cui non riesco a dire di "no", quindi mi trovo ad annuire, nonostante non sia così eccitata come lei all'idea di andare. "Benissimo!" Esclama battendo le mani. "Questa sarà sicuramente l'ultima festa estiva a cui parteciperemo, quindi dobbiamo divertirci tantissimo" continua. "Vai a mettere il costume, tra poco ci avviamo, andiamo con Steve" mi avvisa non smettendo di parlare. È così contenta!

"Okay, allora vado subito" dico abbozzando un sorriso e andando in camera mia, dove sono sola. Kaya è da stamattina da sua nonna in ospedale, tornerà sicuramente nel tardo pomeriggio, quando l'orario di visita terminerà. Ora capisco dove andava tutte le volte che non la trovavo mai in camera. Sono ancora molto scossa dalla sua storia, e spero che d'ora in poi per qualsiasi cosa si sfoghi con me, perché sarò più che felice di ascoltarla, di aiutarla, ed essere presente nella sua vita.

Mentre indosso il costume e prendo degli shorts con una maglietta a mezze maniche, penso a Justin. Sono combattuta se chiamarlo o meno. Dovrei dirgli che vado ad una festa? Non vorrei che finissimo col litigare di nuovo e peggiorare di più le cose. Il mio umore già non è dei migliori. Da quando l'ho mandato letteralmente a quel paese non ci siamo sentiti più. Forse ho esagerato? Sbuffo. Metto le converse ai piedi e mi guardo allo specchio. Sono pronta.

"Al diavolo" dico tra me e me. Vado verso il letto e prendo il cellulare che avevo posato appena entrata in camera, chiamando Justin.

"Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiun-" non faccio finire di parlare quella voce fastidiosa che stacco la chiamata. Fanculo. Non riprovo.

Che stai facendo Justin? Tutto quello di cui avrei bisogno ora è di un segno, un qualsiasi cosa che mi faccia capire che vale la pena continuare.

Non so nemmeno se verrà sabato, come mi aveva promesso, ed odio il fatto che ho tanta voglia di lui, dei suoi baci, i suoi abbracci e i suoi sorrisi, nonostante tutto. Se continueremo a non sentirci per tutta la settimana, dubito molto che verrà. Forse non è un bene vederci dopo esserci scannati e non aver nemmeno provato a chiarire.

"Faith se pronta?" Mi risveglio dai miei pensieri con la voce di Jess che è fuori la mia camera. Prendo velocemente la mia borsa, metto il cellulare dentro, ed esco fuori.

"Eccomi" dico abbozzando un sorriso, non volendo farmi vedere pensierosa e dare tante spiegazioni. C'è anche Steve con la mia amica, che non appena mi vede mi da subito un bacio sulla guancia per salutarmi.

"Andiamo a questa festa, forza!" Jess ancora con l'entusiasmo alle stelle prende me e Steve per mano e ci trascina fuori.

Andiamo a questa festa.

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SAME OLD LOVE 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora