26. Accettare la realtà

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"Faith, ce l'hai fatta a rispondere!" È Ashley.

"Ash, sono.." allontano il cellulare dall'orecchio e controllo l'orario. "Sono le due di notte cazzo, perché mi hai chiamata a quest'ora?" Mi siedo sul letto con gli occhi che si chiudono da soli per il sonno. Dall'altro capo del telefono sento solo voci indistinte vicino a lei, come se fosse in un posto chiuso, silenzioso.

"Non agitarti okay?" Mi dice la bionda, provocandomi però, l'effetto contrario.

"Ash, che succede?" Domando con timore. Il mio cuore comincia a battere velocemente. Se non fosse qualcosa di importante non mi avrebbe mai chiamata nel bel mezzo della notte.

"Justin è in ospedale" perdo un battito, o forse molti di più, non appena sento cosa ha detto la mia amica.

"C-come in ospedale? Come sta? Cosa è successo?" Non smetto di fare domande ormai in panico, mentre Kaya nel letto affianco al mio, ignara di tutto, mi dice di fare silenzio. Ma non le do ascolto, voglio solo delle risposte da parte di Ashley.

"Faith sta tranquilla! Sono qui, in ospedale, lui sta bene, non volevo spaventarti" cerca di tranquillizzarmi. "Ha... perso i sensi, gli stanno facendo tutti i controlli, ma si sta riprendendo" mi spiega, sentendola però lo stesso agitata. Non mi convince.

"Ash" la chiamo. "Dimmi la verità" sto già pensando al peggio. Se sta bene e non vuole farmi preoccupare, allora perché mi ha chiamato? Non riesco a capire. Non so che pensare. L'unica cosa che voglio e che spero con tutta me stessa è che Justin stia bene.

"Sta bene Faith" cerca di convincermi di nuovo. "I-io ti ho chiamata perché ho bisogno del tuo aiuto" mi dice, mentre io l'ascolto confusa e agitata.

"Non sto capendo Ash, sei strana, cosa sta cazzo succedendo?!" Dal nervosismo mangio le pellicine intorno alle unghie, in attesa di risposte.

"Justin..." è come se stesse pensando a cosa dire, mentre io con il cuore che non smette di battere, aspetto che continui, che mi spieghi tutto. "Lui ha iniziato a partecipare a quel tipo di incontri di pugilato" mi spiega senza andare nel dettaglio, ma riesco a capire benissimo a quale incontri si riferisce. A quelli pericolosi, dove non ci sono regole. Ci si scanna a vicenda e le persone che guardano lo "spettacolo" scommettono sul possibile vincitore senza pensare alle condizioni di chi combatte. Resto in silenzio. Una lacrima comincia a scendere lungo il mio viso mentre le parole mi muoiono in gola. Non so che dire. Sono così delusa. Sempre di più. Justin si è fatto picchiare da uno sconosciuto fino a sentirsi male quindi. La storia si ripete, non cambierà mai. Non fa altro che confermarmi di aver preso la decisione giusta su di noi. "Faith?" vengo scossa dai miei pensieri dalla bionda che richiama la mia attenzione, non sentendomi più parlare.

Tiro su col naso. "In cosa posso aiutarti, cosa c'entra Justin? Perché mi hai chiamato?" le domando ormai in lacrime, e lei dall'altro capo del telefono penso se ne sia accorta.

"Non te lo chiederei mai se non fossi tanto preoccupata.." è dispiaciuta per me e la sento di nuovo nervosa. "Tu sei l'unica persona che Justin può dare ascolto, a Ryan non lo sta a sentire, e nemmeno a me" inizia, mentre io non capisco ancora dove vuole arrivare, cosa vuole da me. "P-puoi chiamarlo? Tenti di farlo ragionare, di non andare più a quegli incontri e-" Ash parla velocemente e con timore di una mia reazione, ed infatti le parlo sopra, non facendola finire di parlare. Ora capisco il motivo di questa telefonata.

"Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Justin non è più un ragazzino, io, Ryan, o tu, non possiamo fargli da babysitter, non è possibile che non riesca a gestire il suo dolore, o la sua rabbia! Anche io sto male okay? Ma non rompo qualsiasi cosa mi capiti a tiro o vado a farmi picchiare!" sto urlando in preda dal nervoso. "Vuole andare a degli incontri? Bene, che vada a quelli di uno psicologo allora, almeno si fa aiutare, invece di peggiorare sempre di più!" Aggiungo, mentre Kaya accende l'abat-jour sul suo comodino, ormai sveglia per il casino che sto facendo in piena notte, guardandomi con la fronte corrugata.

Ash resta in silenzio per un po', mentre io prendo fiato per aver parlato troppo animatamente. "Jeremy è andato da Justin ieri" mi dice improvvisamente, cambiando discorso. "Gli ha detto che si sta vedendo con una donna" continua, mentre io resto a bocca aperta. "La stessa donna con cui tradì Pattie tempo fa" specifica subito dopo. Metto istintivamente una mano sulla bocca per lo stupore, facendo fatica a credere a quello che sto sentendo. Jeremy ha tutto il diritto di rifarsi una vita, ma cazzo, è così presto! E poi con quella stessa donna di tempo fa! Non oso immaginare la reazione di Justin. Ora tutto si fa chiaro nella mia mente. Adesso capisco cosa ha spinto Justin a tornare a fare quei combattimenti, ma continuo a non giustificarlo, neanche un po'. Non è così che funziona. Non può sfogare la sua rabbia prendendo a pugni chiunque, facendosi del male o finire nei guai. Non ragiona, non pensa alle conseguenze. "Justin è andato fuori di testa, voleva azzuffarsi contro il padre, li ha dovuto dividere Ryan che fortunatamente era con loro" finisce di spiegarmi mentre io resto zitta, incredula per tutto quello che ho ascoltato.

"Non lo sapevo" riesco a dire a voce bassa. Sono sconcertata. Ora che ci penso, mamma qualche giorno fa voleva dirmi qualcosa proprio riguardo Jeremy. Sono sicura che volesse dirmi questo. L'avrà visto con questa donna forse. Da quanto tempo va avanti questa storia? Mi sento così male! Non conosco le circostanze, ma penso che Pattie meritasse più rispetto, non solo ora che non c'è più, ma anche quando era in vita.

C'è silenzio. Io sono pensierosa e Ash invece, non so perché, ma non parla. "Justin sta malissimo Faith" dice dopo un po'. Sta piangendo e mi si spezza il cuore sentirla così, e allo stesso tempo mi fa rabbia pensando al motivo. Justin fa stare male tutte le persone che tengono a lui, solo perché non riesce a controllare le sue fottute emozioni. "Insomma... tu l'hai lasciato, poi ha saputo del padre, sono state cose che Justin non si aspettava per niente e-"

"Ash, posso immaginare quanto sia difficile per lui accettare questa cosa del padre" le parlo sopra, ancora una volta. "E per quanto riguarda la mia di scelta, non ci sta soffrendo solo lui, ma anche io" mi alzo dal letto andando avanti e indietro per la stanza nervosa. Ormai il sonno mi è passato. "Solo perché l'ho lasciato io non vuol dire che non stia male" le dico stizzita. "Io non volevo arrivare a questo, quando pensavo al mio futuro Justin c'era sempre, ogni volta. Volevo una famiglia insieme a lui, ma le cose non vanno mai come speriamo" aggiungo con tono amaro. "Non ci sono scuse per il suo comportamento da immaturo, sta aspettando che qualcuno lo ammazzi su un cazzo di ring? Io non riesco a gestire questa situazione, non ho più le forze, lui deve saper accettare la realtà, è adulto ormai" continuo asciugandomi le guance con il dorso di una mano. "Avrebbe potuto dimostrarmi che sarebbe cambiato, invece guarda cosa sta facendo" faccio una risata nervosa. "Vado a dormire ora, sono stanca" riattacco senza nemmeno salutarla ed inizio a piangere di più. Sono così delusa, arrabbiata ed anche preoccupata per Justin. Anche lontani, io per la mia strada, e lui per la sua, non riesco a stare tranquilla, ad essere serena.

"Faith, ma che sta succedendo?" Kaya si alza dal letto e viene verso di me. Non rispondo, ma invece l'abbraccio, la stringo forte singhiozzando contro la sua spalla. Quando si tratta di Justin, nella maggior parte dei casi, è la rabbia e la delusione che parla al posto mio, ma per quanto io voglia fare la dura, e fare la parte di quella che se ne frega, alla fine non ci riesco. Non riesco a far finta di nulla, a far finta che la chiamata di Ashley non mi abbia toccato minimamente.

"Devo chiamarlo" riesco a dire con voce strozzata, ancora tra le braccia della mia amica, che sono sicura sia nella confusione più totale, oltre ad essere dispiaciuta e preoccupata per me.

Non so cosa gli dirò, ma voglio farlo, devo parlargli. Non riuscirei a dormire sapendo che Justin è in ospedale sofferente. Se l'è cercata lui, lo so, ma ho bisogno di sentire la sua voce, tranquillizzarmi e cercare di farlo ragionare perché il pensiero che si stia facendo di nuovo male in quel modo, mi uccide, non riesco a sopportarlo.

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