Il cellulare che vibra tra le mani mi risveglia dai mille pensieri che mi tormentano. Un messaggio da parte di Justin."Dove diavolo sei finita?"
Roteo gli occhi. Me lo immagino con la rabbia alle stelle tormentandosi in camera sua mentre aspetta una mia risposta e preoccupato di dove io possa essere finita non conoscendo niente e nessuno di questo posto, anche se poi in realtà sono sempre sulla stessa panchina di un ora fa qui in giardino. Ignoro il messaggio ma decido di alzarmi e andare in camera sua, non ha senso starmene qui da sola. Stiamo solo sprecando il poco tempo che abbiamo a disposizione per stare insieme, litigando. Siamo vicini ma allo stesso tempo è come se fossimo lontani. Niente sta andando per il verso giusto.
Non appena arrivo lo vedo seduto sul letto con il suo cellulare in mano mentre muove nervosamente la gamba. Prevedibile. Quasi rido tra me e me per averci azzeccato. Conosco questo ragazzo più di me stessa, anche se poi troppe volte mi comporto da bambina e metto in dubbio ogni cosa su di lui."Mi cercavi?" Dico non appena entro dalla porta. Lui sbuffa, butta il cellulare sul letto non curandosi di dove possa finire e si alza venendo subito nella mia direzione.
"Lo sai che abbiamo solo due fottuti giorni per stare insieme e tu vuoi passarli sul serio a litigare per qualcosa che non esiste?" è stizzito, ma io lo sono di più. Il solo pensiero che lui non si fosse svegliato per una stupida festa mi ha mandato in tilt il cervello. Certo, mi ha dato la sua motivazione, un'altra, ma comunque sono delusa, ancora, da questa giornata che non potrebbe andare peggio di così.
Non rispondo.
"Sto parlando con te, vuoi continuare a comportarti in questo modo?" Aggiunge avvicinandosi sempre di più e non interrompendo nemmeno per un secondo il contatto visivo con me. Punto gli occhi nei suoi e poi mi mordo nervosamente il labbro.
"Non è facile per me tutto questo, lo capisci?" gli urlo con rabbia. È stato tutto un malinteso, a partire dalla sua dimenticanza stamattina, e a finire con quella festa, non dovrei nemmeno prendermela con lui ora che so le ragioni di ogni cosa, ma sono così arrabbiata che non riesco a farne a meno.
"Sapevamo dall'inizio che sarebbe stato difficile, sapevamo benissimo a cosa saremmo andati incontro, è una cosa che ci ha tormentato per mesi e ora la stiamo affrontando insieme" mi risponde di rimando parlando a denti stretti e puntandomi il dito contro. "Non è difficile solo per te" aggiunge dandomi le spalle e andandosi a sedere sul suo letto massaggiandosi le tempie. "Tu non hai fiducia di me, è questo il problema" parla dopo minuti interminabili di assoluto silenzio, con la testa chinata e con me ancora immobile vicino la porta che osservo ogni suo movimento. "È sempre stato questo il problema" precisa alzando la testa per guardarmi.
Non rispondo e distolgo lo sguardo su di lui. Justin si sfila le scarpe nervosamente e si sdraia sul letto guardando il soffitto come se ci fosse chissà cosa di interessante da vedere mentre si morde le labbra.
"Perché stare con te deve essere così difficile?" Sussurro con le lacrime che sono prontissime a scendere lungo le guance.
Si volta verso di me continuando a stare sdraiato e con le braccia sotto la testa. "A Wallingford ci ho messo il mio zampino, con te ho sbagliato e l'ho ammesso, ma qui, ora, non ho intenzione di prendermi delle colpe che non ho" dice piuttosto convinto, ritornando poi a guardare il soffitto. "Stai rendendo tu le cose difficili" aggiunge con freddezza.
Non dico nulla. Justin per tutta risposta mi da le spalle. Faccio un lungo respiro e mi avvicino piano al suo letto. Mi sfilo le scarpe e mi sdraio accanto a lui, mettendomi su un fianco. Gli cingo il bacino con il mio braccio e gli do un bacio sul suo braccio.
"Non riesco ad abituarmi al fatto di non poterci vedere tutti i giorni, di non poterci sentire spesso, di non sapere cosa fai nel tempo libero e con chi lo trascorri, sei sempre stato una presenza costante ed ora io.." non riesco a finire la frase. Prendo un lungo respiro cercando di non piangere. Il fatto che lui sia girato di spalle mi aiuta, altrimenti sarei stata già una fontana. "Io non voglio perderti Justin" sussurro appena, stringendomi a lui.
"Ti chiedo solo di fidarti di me Faith" mi risponde voltandosi verso di me quasi implorandomi con lo sguardo.
Annuisco e subito sembra calmarsi. Mi da un bacio tra i capelli e mi stringe tra le sue braccia.
Nel mio posto sicuro, la mia casa da sempre. Ovunque saremo, in qualunque posto del mondo, qualsiasi cosa stia facendo, io riuscirò a trovare pace solo tra queste braccia, dove ogni mia preoccupazione poi scompare.~

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SAME OLD LOVE 2
Fanfiction"Promettimi che ce la faremo" "Te lo prometto amore mio, e ti prometto che ci vedremo presto, prima di quanto immagini" Justin e Faith si sono lasciati così, con questa promessa e tanta speranza. Sono pronti a superare un'altra grande prova nella l...