51. Il nostro bambino

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JUSTIN

Sono in ospedale, fuori questa maledetta sala d'attesa da quasi un'ora ormai. Ho il cuore a mille. Ho bisogno di vedere Faith. Qui nessuno mi dice niente, nessuno esce per dirmi cosa cazzo sta succedendo, e penso di non riuscire ad aspettare ancora, sono pronto ad entrare anche a costo di buttare giù questa fottuta porta se a breve nessuno si degnerà di darmi qualche notizia.
Quando ho chiamato l'ambulanza completamente in panico, in circa quattro minuti il veicolo è arrivato fuori casa di Ashley e Ryan, e quella breve attesa mi è sembrata la più lunga della mia vita, ed ora sta succedendo anche qui. Non riesco a sopportarlo. Sono troppo agitato, non riesco a stare fermo, penso di aver fatto avanti e indietro per questo corridoio circa un centinaio di volte. Odio gli ospedali. E sopratutto odio queste attese, il fatto di essere all'oscuro di tutto. Cosa ha avuto Faith? Perché è da così tanto tempo lì dentro con i medici? Se le succedesse qualcosa morirei. Questa è l'unica cosa che so. Anche se non fa più parte della mia vita quotidiana, il fatto di sapere che sta bene ed è serena da qualche parte, mi tranquillizza. La mia vita non esiste senza di lei su questo mondo. E l'ho capito proprio quando me la sono ritrovata tra le mie braccia senza sensi. Ho avuto la sensazione che il mio cuore volesse abbandonarmi in quell'attimo, proprio come stava succedendo col suo, che sentivo i battiti diminuire sempre di più.

"Mi scusi.." mi giro di scatto quando mi sento chiamare da qualcuno, una voce femminile alle mie spalle. È un infermiera e non ha una bella faccia, sembra stremata, ed ho paura di cosa potrebbe dirmi. Il mio cuore sta per esplodere, sto per sentirmi male, non riesco nemmeno ad avvicinarmi a lei, la guardo solo in attesa di qualche novità, di una notizia, di sapere che la mia piccola Faith sta bene. La giovane donna si avvicina e scuote la testa ed io improvvisamente mi sento mancare l'aria. "La ragazza sta bene" mi dice subito, ma non riesco a tranquillizzarmi, c'è dell'altro, deve dirmi qualcosa che non mi piacerà sentire, lo capisco dalla sua espressione. "Ma... ha perso il bambino, mi dispiace" continua con voce flebile guardandomi per un attimo negli occhi. In questo esatto istante il mio cuore perde troppi battiti, mi manca sempre di più il fiato, e non ce la faccio a parlare.

"Q-quale b-bambino?" Riesco a chiedere nella confusione più totale. La gola si stringe sempre di più, mi si sta appannando la vista e respiro sempre più affannato. Mi strofino una mano sul volto e guardo l'infermiera che imita la mia espressione confusa.

"La ragazza era incinta, di sedici settimane precisamente" mi informa la donna, mentre io non cambio espressione, non riesco ad elaborare nessun pensiero, ne a dire o fare niente. "Era un maschietto" aggiunge abbozzando un sorriso triste. Io la guardo ed inizio a scuotere la testa.

Sedici settimane. Quattro mesi.

Quattro, come i mesi che sono passati da quando io e Faith siamo stati insieme quella notte a Coney Island.

Guardo la donna vicino a me con la bocca spalancata, completamente sotto shock e non posso che pensare ad una sola cosa...

"M-mi scusi, ma lei non è un parente della signorina Carrington? Chi è lei?" Mi domanda l'infermiera, vedendomi così confuso e sorpreso. Totalmente ignaro di tutto.

"Il padre del bambino, suppongo" dico a malapena, quasi in un sussurro. Prendo dei lunghi respiri per cercare di calmarmi, ma invece riesco solo ad agitarmi di più. Devo vedere Faith, voglio parlargli subito, ho bisogno di risposte. Vorrei allontanarmi da tutto e stare da solo con lei, avere delle spiegazioni, altrimenti non riuscirò a tranquillizzarmi.

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