Prologo

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26 Agosto 2017, Londra.

Nonostante fossi tornata in quella città solo poco più di cinque mesi prima, camminando per quelle strade mi sembrò di non averci messo piede neanche una volta negli ultimi anni.

I bar erano affollati come al solito, i taxi sfrecciavano avanti e indietro, i turisti si muovevano principalmente in gruppi seguendo una guida locale che mostrava loro le bellezze della città, come probabilmente aveva già fatto altre mille volte solo quella settimana. Il cielo era del solito colore grigiastro che lo caratterizzava, ma non sembrava minacciare pioggia; tuttavia, nonostante ci trovassimo ancora negli ultimi giorni di agosto, avevo comunque dovuto indossare un cardigan per coprirmi dal leggero vento che soffiava.

Mi guardai intorno mentre continuavo a camminare a passo spedito, pienamente consapevole di essere leggermente in ritardo: molti negozi che erano stati dei punti di riferimento per anni e anni erano stati rimpiazzati, altri invece erano stati semplicemente rinnovati, ma provai comunque un senso di estraneità mentre li osservavo.

Altre cose, invece, erano rimaste proprio come le avevo lasciate, come per esempio la piccola boutique all'angolo nella quale non ricordavo di essere mai nemmeno entrata, ma che comunque era sempre stata lì, oppure il pub in una traversa in cui ero stata tante di quelle volte da aver perso il conto, o ancora l'ufficio postale infondo alla strada.

Più prendevo coscienza dei cambiamenti avvenuti in mia assenza, più ripercorrevo quelle strade che conoscevo a memoria, più notavo che certe cose non erano invece cambiate, più mi rendevo conto di quanto fossi felice di poter dire di essere finalmente a casa.

Mi fermai non appena entrai in quel bar che conoscevo bene, osservando la struttura con un piccolo sorriso sulle labbra: gli infissi delle finestre e la porta principale erano stati chiaramente cambiati, i muri riverniciati anche se dello stesso colore chiaro che c'era precedentemente, la disposizione dei tavoli era diversa ma erano sempre gli stessi, con le panche in legno su cui mi ero seduta tante e tante volte in passato. Nonostante ci fossero degli evidenti cambiamenti e miglioramenti, fui felice di constatare come il mio bar fosse rimasto praticamente lo stesso.

Girai la testa da un lato all'altro, guardandomi in giro nella stanza alla ricerca della persona che avrei dovuto incontrare in quel luogo circa un quarto d'ora prima; mi accorsi improvvisamente di quanto l'ansia mi stesse divorando, anche più di quanto avevo creduto sarebbe successo, e mentre spostavo lo sguardo da un viso ad un altro mi resi conto di star stringendo con fin troppa forza il manico della borsa che avevo in spalla.

Solo in un secondo momento pensai che non avessi davvero bisogno di guardarmi intorno, perché in realtà avrei dovuto sapere perfettamente dove quella persona sarebbe stata seduta. Mi voltai quindi alle mie spalle, sentendo il cuore sprofondare quando i miei occhi incrociarono subito un paio di iridi incredibilmente azzurre.

Si alzò all'istante, lasciando andare sul tavolo il cellulare che aveva tra le mani, rimanendo immobile ad osservarmi esattamente come feci anche io: i capelli castani erano spettinati, il viso contornato da una leggera barba e le sopracciglia sollevate in un misto di stupore e meraviglia. Indossava una tuta blu, una maglia bianca ed una felpa rossa, ma in qualche modo riusciva ad apparire perfetto anche vestito in modo così casuale.

Sbattei più volte le palpebre per riprendermi dal momentaneo stato di trance in cui ero caduta, vedendolo girare intorno al tavolo per togliere quella barriera tra noi mentre io mi costringevo a muovere un piede dopo l'altro per raggiungerlo. Allargò le braccia non appena fui abbastanza vicina, ed io non persi altro tempo prima di gettargli le braccia al collo e stringerlo forte esattamente come lui fece con me.

«Eveline.» sussurrò tra i miei capelli, quasi in stato di shock.

Chiusi gli occhi, stringendo la sua felpa tra le dita mentre mi godevo la sensazione di conforto data dalle sue mani che mi accarezzavano dolcemente la schiena.

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