Capitolo 18

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7 Ottobre 2017, Londra.

Passare un sabato pomeriggio con le amiche dopo un'intera settimana in cui gli unici due luoghi che avevo visto erano l'ufficio ed il mio appartamento, era decisamente entrato nella mia personale Top 10 dei "migliori modi per rilassarsi".

Nelle scorse settimane, senza matrimoni, feste fuori dal normale ed amici/celebrità tra i piedi, ero riuscita a fare molte cose che mi ero ripromessa di fare non appena sarei tornata a Londra, ma che di fatto avevo rimandato fino ad allora: avevo comprato una macchina - rossa, piccola e carina, ed il fatto che l'avessi acquistata con i soldi guadagnati e messi da parte negli ultimi anni me la fece amare ancora di più - avevo finito di sistemare ed arredare l'appartamento come più mi piaceva, mi ero portata leggermente avanti con il lavoro durante la settimana in modo da poter avere del tempo libero nei weekends, e, soprattutto, avevo sfruttato quel tempo per dedicarmi alle mie amiche e recuperare in parte il tempo perduto.

Nel precedente fine settimana, infatti, ne avevamo approfittato per andare a fare shopping, per andare al cinema o a cena in qualche posto carino, ed Elise ci aveva anche proposto di dormire a casa sua poiché, visto che Louis era via, si sentiva sola in quella casa enorme nel bel mezzo del nulla.

Quel sabato, invece, avevamo optato per trascorrere quel tardo pomeriggio nel bar nel quale ci eravamo sempre recate quando eravamo uscite tutte insieme, mentre quella sera sarebbe stata questa volta Rachel ad ospitarci tutte visto che, come Elise, anche lei aveva un appartamento in città tutto per sé.

«Non ci credo. - disse Rachel con tono decisamente troppo alto, e subito noi altre la incitammo a fare silenzio - Dici sul serio?»

«Perché non ce l'hai detto?» continuò Elise, sorpresa almeno quanto l'amica.

Io sospirai e scossi la testa divertita, ma le altre due ragazze non staccarono gli occhi nemmeno per un secondo dalla persona alla quale si erano rivolte.

...La quale, almeno per una volta, non ero io.

«Ve l'avrei detto prima o poi, ovviamente, ma volevo prima accertarmi che le cose stessero davvero andando bene, tra noi due.» disse Sophie, una leggera sfumatura rosea sulle sue guance mentre teneva lo sguardo fisso sulla sua tazza di caffè.

«E chi è? Come si chiama? Che fa?» fu Rachel a cominciare la sfilza di domande che tutte sapevamo sarebbe cominciata non appena Sophie aveva dato la notizia.

Gli occhi azzurri della bionda sembrarono illuminarsi a quelle domande.

«Si chiama Jamie e fa il programmatore informatico. - spiegò con un sorriso - L'ho conosciuto a lavoro, era venuto allo studio per installare dei nuovi software che ci servivano per dei progetti di alcune case su cui stiamo lavorando. Abbiamo cominciato a parlare mentre lavorava e qualche giorno dopo ci siamo visti per andare a prendere un caffè e, beh, da quel punto in poi una cosa tira l'altra e ora stiamo insieme.» per quando finì di raccontare, le sue guance erano ormai diventate quasi bordeaux.

Mi aveva sempre fatto tenerezza come Sophie fosse capace di arrossire per le cose più banali, come raccontando semplicemente di come aveva conosciuto il suo attuale ragazzo. Era sempre stata una tipa tremendamente timida, ma sapevo che sulle cose importanti era invece in grado di tirare fuori la grinta e farsi valere: non a caso, aveva la mia stessa età e già lavorava da quasi un anno nello studio di un architetto piuttosto famoso lì a Londra.

«Ah, sono così contenta! - esordì Elise, allungandosi al suo fianco per abbracciare in modo piuttosto violento l'amica - Quando ce lo farai conoscere?»

«E' bello? Sexy? Biondo o bruno?» continuò Rachel, euforica almeno quanto l'altra ragazza.

Io semplicemente risi di fronte a quella scena, provando pena per Sophie che sembrava diventare sempre più rossa con il passare dei secondi.

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