6 Dicembre 2017, Londra.
«Salve, parlo con la dottoressa McKenzie? Sono Eveline Davis.»
«Eveline, cara, ciao! - chiusi gli occhi al suo entusiasmo, poggiando il gomito sul tavolo e la mano sulla fronte - Come stai?»
«Bene, bene grazie. - sollevai lo sguardo quando sentii la porta della cucina che avevo accuratamente chiuso prima di effettuare quella chiamata aprirsi, Harry entrare e rivolgermi un piccolo sorriso che ricambiai titubante - Ehm, mi chiedevo se... Se potessi fissare un appuntamento per questo giovedì.»
«Aspetta che controllo l'agenda. - Harry dovette capire con chi stavo parlando, e, invece di sedersi al tavolo di fronte a me come stava per fare, cambiò direzione per dirigersi ora verso il bancone - Mi dispiace, tesoro, per questa settimana ho già tutto pieno. Va bene venerdì, non questo ma il prossimo?»
Presi un respiro profondo, pensando di dover chiedere un giorno di ferie a lavoro per poter andare all'appuntamento.
«Si, va bene.»
«Alle tre?»
«Perfetto. Grazie mille, dottoressa.»
La sentii sorridere dall'altro lato.
«A presto, cara.»
Chiusi la chiamata e infilai il cellulare nella borsa, alzandomi dalla sedia e voltandomi verso Harry per trovarlo poggiato al bancone della cucina, un bicchiere di acqua alle labbra; gli rivolsi un sorriso e provai a far finta che la chiamata appena conclusa non importasse poi così tanto, ma quando posò il bicchiere nel lavandino ed incrociò le braccia al petto, continuando a fissarmi, seppi che non avrebbe lasciato cadere l'argomento.
«Hai preso appuntamento per la visita?» mi chiese, la sua voce incerta.
«Si, ma non c'era posto fino alla prossima settimana.» risposi, scrollando le spalle.
Harry annuì, abbassando lo sguardo sui suoi piedi. Rimase in silenzio per diversi secondi, come se fosse indeciso sul dirmi oppure no qualcosa che aveva in mente, ma alla fine parlò.
«Vuoi... - si schiarì la gola, passandosi una mano tra i capelli mentre sollevava lo sguardo - Vuoi che venga con te?»
Il mio cuore saltò un battito a quella proposta, totalmente inaspettata. Provai tuttavia a non mostrargli tutto il mio stupore, quindi gli sorrisi ancora.
«Mi farebbe piacere. - risposi, seriamente felice, ma aggiunsi subito dopo - Se te la senti, ovviamente.»
Quella della settimana seguente sarebbe stata la prima ecografia che avrei fatto, e non potevo non ammettere di essere un po' spaventata dal vedere con i miei occhi che, effettivamente, un essere umano stava crescendo pian piano nel mio ventre; volevo ovviamente che lui venisse con me così che avremmo condiviso quel momento sicuramente speciale insieme, ma sapevo quello che stava passando nelle ultime settimane e quindi non l'avrei costretto.
«Si, si certo.» rispose affrettatamente, deglutendo subito dopo.
Annuii e gli rivolsi ancora un altro sorriso, poi allungai la mano verso di lui.
«Allora, andiamo a cena?»
Quel mercoledì sera avevamo deciso di festeggiare - in ritardo di ben dieci giorni - il primo mese da quando ci eravamo messi insieme andando a cena fuori: l'avevo considerata una grande vittoria, ad essere sincera, prima di tutto perché era stato lui stesso a proporlo, e poi perché finalmente, dopo quello che sembrava un secolo, aveva deciso che fosse arrivato il momento di uscire di casa oltre che per andare a lavorare o per venirmi a prendere.
STAI LEGGENDO
All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...