18 Ottobre 2017, Londra.
«Indovina chi andrà in vacanza per una settimana intera?!»
Quasi mi tappai le orecchie quando Louis entrò gridando nel mio ufficio quel mercoledì pomeriggio, come se non si fosse trattato di un posto di lavoro ma di un parco divertimenti.
Feci un cenno con il capo a Lauren, la quale, ferma sulla soglia e con un'espressione totalmente sconfitta, si sentiva chiaramente in colpa per aver permesso al mio euforico migliore amico di entrare senza bussare: povera ragazza, ero sicura che se Louis avesse continuato così si sarebbe licenziata prima della fine dell'anno.
Chiusi gli occhi e mi massaggiai le tempie, sentendo intanto la porta richiudersi e Louis letteralmente sprofondare nella poltrona dall'altro lato della mia scrivania.
«Non saprei. Forse... Tu? - risposi sarcastica, scrollando le spalle e notando il suo sorriso enorme quando tornai a guardarlo - Mi spieghi perché senti il bisogno di venirmi a dire queste cose in ufficio, invece di vederci dopo il lavoro o di mandarmi un messaggio?»
«Oh Davis, se avessi staccato gli occhi da quei fogli almeno per un secondo per controllare il cellulare, avresti saputo che stavo venendo qui.» disse compiaciuto.
Mi maledissi per non aver dato neanche un'occhiata al cellulare, sebbene sapessi che, anche se l'avessi fatto, ci sarebbe stato poco che avrei potuto fare per fermarlo.
«Lauren finirà per licenziarsi.» dissi, roteando gli occhi al cielo e lasciandomi andare con la schiena contro la poltrona.
Lui fece una smorfia «Nah, prima o poi ci farà l'abitudine.»
«Non dovrebbe essere un'abitudine, non potrei ricevere visite sul lavoro.» cercai di spiegargli, più o meno per la cinquecentesima volta.
Louis roteò gli occhi al cielo, come se quella fosse una banale regola che poteva essere tranquillamente ignorata.
«Sono sicuro che il capo di questo posto capirà che tutti ricevono visite sul lavoro e se ne farà una ragione. - feci per controbattere a quell'affermazione, ma lui fu più veloce - In ogni caso, sono venuto qui per dirti una cosa e con le tue lamentele mi stai solo facendo perdere tempo.»
Presi un respiro profondo, rinunciando definitivamente ad oppormi all'uragano Louis Tomlinson.
«Vai in vacanza per una settimana. Bene. Sono davvero felice per te. C'è altro?»
Sollevai le sopracciglia nell'attesa che parlasse, e quando vidi il suo sorriso allargarsi ancora di più mentre poggiava i gomiti sulla scrivania per sporgersi in avanti, chiaramente entusiasta per qualsiasi cosa volesse dirmi, mi dovetti trattenere dal roteare gli occhi al cielo.
«Si, c'è altro. - afferrò una penna ed un foglio, cominciando a fare disegni e scritte a caso - In pratica, io ed Elise non abbiamo fatto la luna di miele dopo il matrimonio perché sia io che lei dovevamo lavorare, ma ora che io sono libero e lei ha ottenuto dieci giorni di ferie abbiamo pensato di andare da qualche parte.»
«Perfetto. Davvero emozionante.» dissi sarcastica, lui mi ignorò.
«Però abbiamo pensato che di viaggi insieme già ne abbiamo fatti parecchi, e visto che conviviamo già da qualche anno non ci sarebbe nemmeno l'emozione dello stare finalmente da soli visto che, beh, possiamo stare soli quanto tempo vogliamo. - a quel punto aggrottai le sopracciglia, non riuscendo a capire dove volesse arrivare - Ecco perché abbiamo pensato di organizzare una vacanza di gruppo, così Elise avrà finalmente questa maledetta luna di miele che vuole, ed intanto faremo anche un viaggio tutti insieme come ai vecchi tempi.»
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All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...