29 Ottobre 2017, California.
Una vibrazione all'altezza della mia coscia mi svegliò, il giorno seguente, ma non ebbi la forza di aprire gli occhi. Mi concentrai invece sulla stoffa morbida del sacco a pelo sotto il mio corpo, sulla fioca luce che filtrava dalla tenda arrivando sulle mie palpebre, oppure sul caldo che faceva lì dentro rispetto a quella notte.
Sorrisi però quando percepii anche il torace di Harry premere dietro la mia schiena, il suo braccio avvolgermi dal fianco, il suo respiro ancora regolare soffiare sul mio collo, e le sue gambe piegate dietro le mie. Fu quando realizzai quest'ultimo particolare che capii quale doveva essere la fonte della vibrazione incessante, così emisi un lamento e strinsi la sua mano intrecciata debolmente alla mia.
«Harry.» mormorai, sperando che si svegliasse.
Quando non ricevetti alcuna risposta, lasciai andare la sua mano per far scorrere il palmo lungo il suo braccio, stringendolo tra le dita per sollecitare una sua reazione. Tuttavia solo quando premetti ripetutamente la schiena contro il suo torace lo sentii inspirare profondamente, il suo corpo irrigidirsi per qualche secondo mentre distendeva i muscoli.
«Il telefono.» brontolai, toccando con la mano la tasca dei suoi jeans prima di farla ricadere stancamente accanto al mio viso.
Passò ancora circa un minuto - durante il quale lo sentii sbuffare, sfregarsi il viso con una mano, aggiustarsi i capelli e schiarirsi la gola - prima che recuperasse il cellulare dai pantaloni, emettendo un lamento quando evidentemente lesse il nome che si illuminava sullo schermo.
«Pronto?» rispose, e la sua voce più bassa e rauca del normale mi fece sorridere.
Lo sentii sollevare per qualche secondo la testa e probabilmente sistemare il cellulare tra il sacco a pelo ed il suo orecchio, poiché il suo braccio tornò intorno al mio corpo per stringermi al suo torace.
«Sono a Long Beach. Perché? - sentii dei mormorii dall'altro lato, ma non riuscii a capire né di chi si trattava né cosa stesse dicendo - Si, è con me. Perché?» ripeté impaziente.
Raggiunsi la sua mano con la mia ed intrecciai di nuovo le nostre dita, sentendolo a quel punto lasciare piccoli e delicati baci sulla mia spalla.
«Non sono in un hotel. - un'altra pausa - Cosa?»
Questa volta si sollevò su un gomito e a quel punto aprii gli occhi, sbattendo più volte le palpebre prima di girarmi sulla schiena: Harry aveva le sopracciglia leggermente aggrottate mentre ascoltava quel che qualcuno gli stava dicendo, guardando davanti a sé verso un punto indistinto nella tenda.
«Dove? - ci fu un altro mormorio dall'altro lato, poi Harry sospirò e chiuse gli occhi - Si. Si, arrivo il prima possibile.»
Attaccò la telefonata e si sfregò una mano sul viso, chiaramente stressato o comunque scocciato da ciò che gli era stato detto.
«Cos'è successo?» gli domandai, nonostante fossi abbastanza sicura che si trattasse del suo lavoro e che quindi non fosse nulla di preoccupante.
Harry mi guardò e si leccò le labbra, poi si passò nervosamente una mano tra i capelli prima di mettersi a sedere.
«Devo riaccompagnarti a casa. - disse, improvvisamente di fretta - Devo incontrare delle persone per risolvere un paio di problemi.» spiegò vagamente.
Si allungò per afferrare la mia maglietta mentre io mi sedevo, sfilandomi la sua per indossare nuovamente la mia mentre anche lui si rivestiva velocemente.
In pochi minuti eravamo già fuori dalla tenda, e dovetti socchiudere gli occhi all'improvvisa luce del sole che splendeva forte sulla spiaggia; visto che Harry non si era preoccupato di indossare nuovamente il suo cappello, utilizzai quello per ripararmi almeno un po' dai fastidiosi raggi. Non pensò neanche di prendere la tenda o la roba in essa contenuta, invece cominciò a camminare a passo svelto verso la strada, percorrendola al contrario rispetto al giorno prima per poter raggiungere la moto con cui eravamo arrivati. Mentre quasi correvo per tenere il suo passo, mi resi conto che la strada e la spiaggia erano affollate anche se di meno rispetto al giorno prima, ma a differenza della sera precedente notai anche che Harry fu ben attento a tenere la testa bassa, ora indossando degli occhiali da sole.
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All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...