Capitolo 43

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8 Gennaio 2018, Londra.

Il fatto che stesse piovendo ininterrottamente dalla mattina precedente e che, quella notte, le temperature fossero scese talmente tanto che la pioggia si era trasformata in un leggero nevischio, fece sì che il lunedì mattina io e le ragazze dovessimo rivedere i nostri piani riguardo l'andare a fare shopping per la festa di Zayn ad Oxford Street e Regent Street; avevamo considerato Westfield una valida alternativa, comunque, e dopo esserci ritrovate nel mare di folla che si era riunita nel grande centro commerciale per sfuggire al cattivo tempo, avevamo optato per un brunch prima di gettarci a capofitto nella ricerca dell'outfit adatto.

I ragazzi erano partiti quella mattina presto per Leicester, lasciando me, Elise, Rachel, Alyssa e Sophie a goderci una giornata sole donne che non organizzavamo da tempo: mi piaceva passare del tempo anche con gli altri, ma non potevo negare che ogni tanto staccare un po' la spina e dedicarmi solo alle mie amiche per poter parlare o fare liberamente tutto quel che volevamo, era una cosa a cui non volevo rinunciare. Adoravo passare del tempo con loro andando in giro per i negozi oppure stando semplicemente sedute ad un bar, così come adoravo provare vestiti e sentire il loro parere oppure dare ad una di loro il mio quando la situazione si invertiva, e il fatto che tutto ciò non accadesse spesso ma fosse più un evento, in un certo senso, "speciale", mi faceva solo godere di più le giornate passate in quel modo.

Proprio perché mi piaceva così tanto passare del tempo con le mie amiche, non potei non roteare gli occhi al cielo quando, ad appena le quattro del pomeriggio, il mio telefono squillò per la quinta volta da quando avevo aperto gli occhi quella mattina, facendo sì che sullo schermo si illuminasse sempre lo stesso nome.

«Pronto?» dissi con un sospiro, bloccando il cellulare tra l'orecchio e la spalla mentre spostavo varie grucce alla ricerca di un vestito che mi potesse piacere.

«Come va?» mi chiese Harry, esattamente come le precedenti quattro volte.

«Non diversamente da un paio d'ore fa.» risposi con una piccola risata.

Lo sentii sospirare profondamente dall'altro lato mentre tiravo fuori un vestito viola, arricciando il naso prima di rimetterlo a posto.

«La schiena ti fa ancora male?»

Sapevo che quello era il motivo per cui non riusciva a mettersi l'anima in pace e godersi il pomeriggio a Leicester con gli altri ragazzi, così come non si era goduto neanche un secondo del week-end appena passato, nonostante il sabato a casa di Liam e Rachel e la domenica pomeriggio da Louis ci fossimo divertiti tutti insieme.

«Un po'. - risposi sinceramente - Ma non devi preoccuparti, camminando va meglio.»

Gli avrei detto che andava tutto bene per farlo rilassare se non fosse stato che sapevo che le ragazze avrebbero detto la verità non appena i rispettivi fidanzati glielo avrebbero chiesto - ovviamente sotto richiesta di Harry; però era vero che, passeggiando per il centro commerciale, pian piano avevo cominciato a stare meglio, sentendo i forti strappi che ogni tanto mi bloccavano la schiena diminuire di intensità e frequenza.

«Non ti stancare, però.» si raccomandò, e capii subito che avrebbe voluto dirmi che era logico che si preoccupasse, che mi ripetesse ancora che non sarei dovuta uscire per una giornata intera se non mi sentivo bene e blablabla, ma invece si trattenne.

«Non preoccuparti. - ripetei, sorridendo per rassicurarlo - Vai a prepararti per la partita, ci sentiamo stasera.»

«Okay. - sospirò ancora una volta - Chiamami per qualunque cosa.»

Avrei voluto dirgli che, anche se lo avessi fatto, lui sarebbe stato a tre ore di macchina di distanza almeno fino a stanotte inoltrata, ma decisi di tenermelo per me per non farlo andare ancora più in ansia.

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