Capitolo 13

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23 Settembre 2017, Londra.

HARRY'S POV:

Avevo fatto circa dieci giri del piano inferiore della casa nell'ultima mezz'ora, ma dei ragazzi non sembrava esserci nemmeno l'ombra. Non avevo più rivisto neanche Norah, da quando l'avevo lasciata da sola per parlare con Eveline, ma non me ne preoccupai chissà quanto: stava in quell'ambiente da quando era piccola e conosceva Daniel da anni e anni, quindi sapeva che non doveva andarsene in giro da sola o che non doveva accettare nessun tipo di bevanda che le veniva offerto, non c'era bisogno che ci fossi io a controllarla.

Pensandoci, era meglio che non trovassi Louis, oppure lo avrei ammazzato con le mie stesse mani: lo avevo avvertito sul fatto che quella sera avrei dovuto passare almeno un paio d'ore con Norah perché ci sarebbero stati i paparazzi all'entrata della casa e delle persone all'interno che i manager volevano che convincessi che quella relazione esisteva davvero, quindi credevo fosse chiaro che dovesse tenere lui sotto controllo Eveline almeno fin quando non mi sarei liberato.

Tuttavia questo non doveva essergli stato così chiaro, oppure non avrei trovato la ragazza in compagnia di Daniel e, come se non fosse già abbastanza, anche con un bicchiere di chissà cosa tra le mani. In effetti, ero stato uno stupido ad andarmene così: non mi era piaciuto ciò che mi aveva detto, questo è vero, ma avrei comunque dovuto assicurarmi di lasciarla in compagnia di qualcuno di cui mi potevo fidare prima di comportarmi da donna in menopausa e voltarle le spalle per andar via.

E se in quel bicchiere Daniel ci avesse messo qualcosa?

Non sarebbe la prima volta che faceva una cosa del genere, anzi: era risaputo che pur di portarsi a letto una ragazza non si sarebbe fermato davanti a nulla.

E se in quel momento l'aveva portata in qualche camera al piano superiore?

Non vedevo Eveline da più di mezz'ora, ormai, e, ora che ci pensavo, neanche Daniel.

Fu a quella realizzazione che cominciò a salirmi il panico.

Camminai più velocemente tra le persone che affollavano il salotto, scusandomi con chiunque mi fermasse per chiacchierare e uscendo invece nel giardino, dove, ore prima, avevo appuntamento con gli altri ragazzi: scorsi velocemente con lo sguardo tutti i volti presenti ma non ne riconobbi nessuno, o almeno non fin quando non seguii il suono di una risata acuta e fin troppo familiare, vedendo a quel punto Niall ridere come un pazzo, ovviamente ubriaco marcio. Non persi altro tempo a raggiungerlo.

«Hai visto Eveline?» gli chiesi con urgenza, afferrandogli un braccio per attirare la sua attenzione.

Dovetti ripetergli la domanda tre volte prima che capisse ciò che avevo detto, poi aspettai che ci pensasse per almeno un minuto prima di rispondermi.

«Ah si, poco fa ha chiamato Louis e gli ha detto che andava a casa con un taxi. - rispose, scrollando le spalle quando aggrottai le sopracciglia - Ha detto qualcosa riguardo la stanchezza, il lavoro, e bla bla bla.»

Feci per aprire la bocca per chiedergli di che diavolo stesse parlando, ma prima che potessi dire anche solo una parola lui già aveva ripreso a ridere e scherzare insieme ad un gruppo di ragazzi che avevo già visto da qualche parte, ma che in quel momento non riuscii a collocare. Lasciai perdere, sapendo che chiedendo a Niall non avrei ottenuto altre informazioni, e cominciai a camminare ancora una volta per il giardino, provando a chiamare Louis per sapere dove fosse ma non ricevendo alcuna risposta.

Ero entrato di nuovo all'interno della casa, ripercorso per la millesima volta il salotto ed il corridoio, quando tra le altre riconobbi un'altra testa familiare. Non era chi volevo, ma sempre meglio di niente.

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