31 Ottobre 2017, Los Angeles.
Quando aprii gli occhi e la luce del sole mi accecò, li richiusi all'istante ed emisi un lamento strozzato. Sentii a quel punto il petto sul quale avevo dormito vibrare leggermente, scosso da una risata.
«Lo so, ho avuto la stessa reazione quando ho aperto gli occhi.»
Mi voltai nella direzione verso cui era provenuta quella voce bassa e rauca, riaprendo gli occhi questa volta con più cautela.
«Ho un mal di testa terribile.» mormorai, sbattendo più volte le palpebre prima di riuscire a focalizzarmi su di lui.
«Anche io. - si sporse in avanti, premendo un delicato bacio sulla mia fronte - Due minuti e andiamo a vedere se di sotto c'è qualcosa.»
«Anche tre minuti, o quattro.»
Poggiai nuovamente la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, sorridendo quando lo sentii fare lo stesso mentre stringeva di più le braccia intorno al mio corpo.
«Stanotte è stata...» disse dopo diversi minuti, lasciandosi andare ad una piccola risata quando non seppe finire la frase.
«Già. - il mio sorriso si allargò ancora di più - Era da un po' che non mi sentivo così.»
«Anche io. - cominciò a sfiorare il mio braccio con le punte delle dita - E stamattina è anche meglio. Mal di testa a parte.»
Ridacchiai contro il suo petto, sfregando il viso contro la sua pelle calda e morbida prima di annuire.
Sapevo che intendeva: la notte scorsa era stata indescrivibile, sia per quello che avevamo fatto, sia per quello che avevo provato mentre lo facevamo; tuttavia quella mattina - dolori vari a parte - mi sentivo magnificamente. Soddisfatta, compiaciuta, felice di essermi svegliata accanto a lui, e con il cuore sereno e contento.
«Chissà cosa voleva Niall ieri notte.» domandai, sia a me stessa che a lui.
Poche ore prima lo avrei preso a calci per il modo in cui ci aveva interrotti, ma ripensandoci mi veniva solo da ridere.
«Qualche stronzata, sicuramente. - rispose, dopo aver emesso un flebile lamento - Era ubriaco marcio dall'inizio della serata, non mi sorprenderei se avesse semplicemente perso la chiave della sua stanza e volesse venire a dormire qui con me.»
Risi a quella possibilità, pensando che effettivamente fosse una cosa da Niall.
«Non lo escluderei. - confermai quindi, stringendomi al suo torace e infilando una gamba tra le sue - Io sarei tornata in camera e avrei lasciato dormire lui qui.»
Harry scrollò le spalle «Per me non avrebbe fatto molta differenza, stamattina mi sarei svegliato comunque con una persona bionda attaccata a me.»
A quel punto aprii gli occhi e girai la testa verso l'alto per poterlo guardare, ma quando vidi un sorriso furbo curvargli le labbra, agganciai una gamba intorno al suo fianco e mi feci leva, stendendomi sul suo corpo.
«Quindi avresti abbracciato anche lui mentre dormiva?» gli chiesi divertita, poggiando la testa sulle mani incrociate sul suo petto.
«No, ma Niall tende a diventare una zecca quando dorme, quindi mi si sarebbe attaccato addosso di sua spontanea volontà.»
Sollevai le sopracciglia «E tu come lo sai?»
«In tour spesso ci si sente soli, quindi le possibilità sono due: o ti porti a letto una groupie, o dormi nella camera d'albergo con uno dei tuoi compagni di band, sopportando il fatto che ti si butti addosso quando dorme, che sganci bombe puzzolenti durante la notte, e che la mattina ti svegli con un dolcissimo "Oh, devo pisciare. Mi presti le ciabatte che il pavimento è gelido?".»
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All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...