Capitolo 26

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NB: Se potete (e soprattutto volete) quando nel capitolo viene citata una canzone, ascoltatela mentre leggete :)

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28 Ottobre 2017, Los Angeles.

Dal momento che, quando eravamo andati a mare quella mattina, gli altri ragazzi avevano visto me ed Harry ridere e scherzare, abbracciarci e ad un certo punto persino baciarci in acqua - Niall ci aveva interrotti con un fischio che ero sicura avessero sentito per tutta Malibù, mostrandoci i pollici in su quando ci eravamo voltati verso di lui - nessuno si sorprese o fece domande quando Harry annunciò che io e lui saremmo andati al Long Beach music festival per conto nostro e non nelle macchine insieme agli altri.

Durante il mini torneo di lotta sulle spalle che avevamo organizzato insieme a Rachel e Liam e Louis ed Elise - a vincere erano stati questi ultimi - Harry mi aveva infatti detto che prima di andare a Long Beach mi avrebbe voluto mostrare qualcosa; non avevo chiesto di cosa si trattasse poiché sapevo che non avrei ricevuto risposta, quindi avevo semplicemente accettato.

Era ormai tardo pomeriggio quando, dopo aver fatto una doccia ed aver infilato una top ed una gonna lunga e leggera e, sotto ad essi, di nuovo un costume - «E' una festa in spiaggia, il costume è d'obbligo!» era stata la risposta di Rachel quando le avevo chiesto cosa indossare - raggiunsi Harry nel cortile della villa per trovarlo a bordo di un'auto decappottabile bianca, occhiali a coprirgli il viso e capelli ancora bagnati dalla doccia.

Aveva guidato per circa mezz'ora per una strada che costeggiava il mare superando ogni limite di velocità esistente, ed ero sicura che se avessimo incontrato la polizia sulla strada gli avrebbero ritirato direttamente la patente senza nemmeno permettergli di aprire bocca. Per questo tirai un sospiro di sollievo quando arrivammo in un centro abitato, percorrendo un lungo viale costeggiato da ville dall'aria piuttosto costosa; solo dopo un altro quarto d'ora svoltò nel vialetto di una di queste ville, fermando l'auto sulla ghiaia che conduceva a quello che doveva essere il portone del garage. Pensai che volesse aprirlo e portare la macchina all'interno, invece spense semplicemente il motore e tolse le chiavi, riponendole nella tasca dei jeans che indossava - «A che mi serve il costume? Se voglio fare il bagno posso farlo con i boxer.» mi aveva risposto quando gli avevo chiesto del suo abbigliamento - mentre scendeva dall'auto.

«Vieni.» mi esortò, facendomi segno con la testa di seguirlo verso il vialetto che conduceva all'entrata della villa.

Chiusi velocemente la portiera alle mie spalle e corsi per qualche metro per raggiungerlo, poggiando la mano sulla sua schiena per aggrapparmi alla sua camicia sbottonata, la quale copriva una maglietta bianca a mezze maniche.

«Dove siamo?» cominciai con la domanda più facile tra quelle che avevo in testa.

Il suo braccio si avvolse intorno alle mie spalle mentre mi rispondeva.

«Beverly Hills. - con la mano libera si aggiustò gli occhiali, poi si voltò verso di me per rivolgermi un sorriso - Precisamente, a casa di Connor e Meredith.»

Sollevai le sopracciglia, spostando nuovamente lo sguardo sull'enorme villa. Era meravigliosa, senza ombra di dubbio, ma se avevo capito bene e la coppia non aveva figli e ci viveva da sola, non era un po' troppo grande solo per loro due?

«E che ci facciamo qui?» chiesi ancora.

«Devo prendere una cosa.» rispose vagamente, il sorriso ancora fisso sulle sue labbra.

Non gli feci altre domande, anche perché non ne avrei avuto il tempo: non appena arrivammo davanti alla porta d'ingresso, infatti, non dovemmo neanche preoccuparci di bussare, poiché la donna dai lunghi capelli castani che avevo visto il giorno prima al molo ci accolse subito con un grande sorriso sulle labbra.

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