Capitolo 22

26.6K 689 62
                                    

24 Ottobre 2017, Londra.

Una delle abitudini che avevo preso a New York, soprattutto a causa delle pressioni continue ed insopportabili della mia compagna di dormitorio Cheryl, era quella di andare dall'estetista insieme a lei almeno una volta al mese; dovevo ammettere però che era una bella sensazione quella che si provava dopo essere uscite dal centro estetico, prive di peli superflui, punti neri, e con una pelle morbida quanto quella di un bambino, quindi anche se inizialmente avevo reputato Cheryl insistente e scocciante, con il passare del tempo ero arrivata a darle maggior credito e a smettere di fingere che l'accompagnassi solo perché altrimenti non mi avrebbe lasciata in pace. Da quando però ero tornata a Londra, un po' a causa del lavoro, un po' perché non avevo più Cheryl a farmi compagnia, avevo tralasciato questa nuova tradizione, preferendo fare da sola ciò che solitamente avrei affidato alle mani di un'esperta mentre io semplicemente mi rilassavo su un lettino.

A quanto pare, però, quando dissi quest'ultima parte ad Elise lei non sembrò essere d'accordo, o almeno non del tutto.

«Stavi dicendo?» mi chiese, entrando nello studio che, solitamente, era una stanza piuttosto inutilizzata della casa sua e di Louis, ma che quel giorno era stata trasformata in un vero e proprio centro estetico.

Si avvicinò al lettino su cui mi aveva fatta distendere con delle nuove strisce tra le mani, poggiandole accanto alla cera per poter continuare ciò che stava facendo prima che fosse costretta ad allontanarsi per recuperare le scorte.

«Niente, avevo finito.» risposi, scrollando le spalle.

«No, non è vero. - distese cautamente la cera calda sulla mia coscia, afferrando poi una striscia per prepararsi allo strappo - Eri arrivata al giorno in cui siete andati a fare shopping insieme.» mi ricordò con un sorriso furbo.

Strinsi il labbro inferiore tra i denti, fissando il soffitto quando tirò velocemente la striscia portando con sé gli orrendi peli sulle gambe; non provai particolare dolore, un po' perché ero abituata e un po' perché Elise era davvero brava, ma comunque strinsi per un secondo gli occhi a quel gesto che aveva già ripetuto parecchie volte da quando avevo deciso di cominciare a parlare.

«Davvero, dopo sabato non ci siamo più visti. - premetti le labbra l'una contro l'altra ad un altro strappo - Ci siamo scambiati qualche messaggio, ma niente di più.»

Dal momento in cui avevo messo piede in casa Tomlinson, Elise non aveva smesso un attimo di lanciarmi frecciatine per farmi capire che Louis non era riuscito poi tanto a tenere la boccaccia chiusa riguardo me ed Harry e questo, insieme al fatto che io stessa avevo capito che non potevo continuare a tacere all'infinito e che con Louis non potessi parlare proprio di tutto, mi aveva convinta a confessare. Inutile dire che Elise per poco non aveva fatto sapere anche ai vicini che io ed Harry eravamo stati a letto insieme, quando gliel'avevo detto, ed ero stata talmente stupida da farlo proprio quando stava per fare uno strappo. Il risultato? Ora avevo un livido - piccolo, per fortuna - sul polpaccio destro perché aveva lasciato metà striscia attaccata alla mia gamba per la sorpresa.

Da quel momento in poi comunque si era calmata, emettendo solo qualche gridolino quando le avevo detto che Harry mi aveva chiesto una possibilità ma si era poi reso conto che tra noi non avrebbe potuto funzionare se avessimo pensato di riprendere il rapporto da dove lo avevamo lasciato anni fa, quindi mi aveva invece chiesto semplicemente di uscire con lui come se niente fosse mai accaduto.

«E ora che andremo a Los Angeles? - mi chiese, spargendo dell'olio sulla mia coscia ora libera di peli - Sai che staremo in una villa tutti insieme, vero?»

Sospirai, affondando la testa nel cuscinetto su cui era poggiata.

«Non cambierà niente.» risposi, ma non ero convinta neanche io delle mie parole.

All That MattersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora