8 Ottobre 2017, Londra.
Dopo la conversazione - che poi proprio una "conversazione" non poteva essere definita, visto che a parlare era stata principalmente lei - con Norah, la mia voglia già quasi inesistente di vedere anche Emily era scesa praticamente sotto zero.
Mentre guidavo verso il bar in cui l'avrei dovuta incontrare, infatti, non potei che ripensare a tutto quello che Norah mi aveva detto, che altro non fece che far aumentare ancora di più i dubbi che mi perseguitavano notte e giorno da ormai due settimane. Da quando Harry era partito non avevo fatto che pensare a ciò che mi aveva chiesto, al pomeriggio passato insieme e a tutto quello che le sue mani, i suoi baci, i suoi movimenti anche innocui ed impercettibili e le sue parole, mi avevano fatto provare; da un altro lato, però, non potevo non ricordarmi subito anche di quanto ero stata male quando si era allontanato dalla mia vita senza avvertimento e senza neanche una spiegazione, così come non potevo negare che anche nel caso in cui avessi deciso di dargli un'altra possibilità, non sarei riuscita a comportarmi con lui come avevo fatto in passato né tanto meno sarei riuscita a dargli la mia completa fiducia fin da subito, elemento indispensabile per una relazione che si rispetti.
Le parole di Norah di quel pomeriggio altro non avevano fatto che consolidare i miei dubbi e le mie paure: a parte tutti i problemi che c'erano tra noi, non potevo non considerare anche il fatto che lui ora fosse conosciuto in tutto il mondo, che non fosse più il mio piccolo segreto e che una possibile relazione tra noi o sarebbe finita in prima pagina su tutti i giornali, o sarebbe dovuta rimanere segreta per un periodo di tempo indeterminato, come Norah aveva voluto mettere ben in chiaro.
Tutto ciò significava che non avrei dovuto fare solo i conti con il provare a riprendere il nostro rapporto e ristabilire in lui la fiducia che avevo anni prima, ma contemporaneamente avrei dovuto imparare a convivere con la realtà che la nostra vita privata, ormai, del tutto privata non sarebbe stata mai più, ma sarebbe sempre stata interesse anche delle persone che lavoravano per lui.
Entrai nel bar a nord di Londra che ero leggermente in anticipo rispetto all'orario stabilito, per questo rimasi sorpresa quando vidi una testa biondo platino spiccare tra le altre; avevo sempre creduto che le persone famose si facessero attendere, invece, per fortuna, sia Norah che Emily erano state puntuali e almeno di questo fui grata.
Raggiunsi il tavolino che lei già aveva occupato e notai che stava sfogliando distrattamente una risvista, ma sollevò lo sguardo non appena parlai.
«Hey.» richiamai la sua attenzione, rivolgendole un sorriso.
La vidi ricambiare subito quel gesto mentre si metteva a sedere più dritta, chiudendo la rivista mentre io prendevo posto di fronte a lei.
«Eveline, ciao. Mi fa piacere che tu sia venuta.» disse, ed il suo tono mi sembrò sincero.
Io semplicemente scrollai le spalle, rivolgendole ancora un altro sorriso. Era confortante ritrovarsi di fronte ad una persona almeno all'apparenza molto più sincera e vera dopo aver parlato con Norah.
«Mi sembrava una cosa importante quando mi hai chiamata. - dissi semplicemente, lei annuì - Di che si tratta?»
Prima che potesse rispondere, una cameriera si avvicinò al tavolo per prendere le nostre ordinazioni: io presi un tè, mentre Emily che ne aveva già uno di fronte disse che era a posto così.
«Mi sento un po' in imbarazzo a doverti parlare di questa cosa perché so perfettamente che non sono affari miei. - cominciò, io aggrottai le sopracciglia - Sappi che non ho alcun secondo fine e nessuno mi ha chiesto di venirti a parlare, è semplicemente qualcosa di cui ci tenevo a discutere con te.»
E a quelle parole mi preparai a ricevere un altro discorso sul come la mia vita e quella di Harry fossero ormai troppo diverse per poterle ricongiungere, di quanto una nostra possibile relazione potesse non essere adatta per il suo lavoro e di come quindi facessi meglio a stargli lontana.
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All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...