Capitolo 16

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24 Settembre 2017, Londra.

Per qualche secondo, non mi resi sul serio conto di ciò che stava succedendo.

Eppure era strano, sapevo che solo poche ore prima ci eravamo baciati, ma mentre la mia mente mi riproponeva le immagini ancora un po' sfocate di quei momenti, l'unica cosa che ricordavo era il gesto in sé, il fatto che fossi stata io a baciarlo per prima, che lui avesse risposto dopo una piccola esitazione, il modo in cui si era lasciato andare nel momento in cui entrambi ci eravamo resi conto che ciò che stava succedendo era inevitabile; ciò che però non ricordavo e che quindi mi colpì maggiormente quando, in quel momento, fu lui a baciarmi, era la valanga di emozioni contrastanti, sensazioni opprimenti, familiari e confusionarie al tempo stesso, che provai mentre lo faceva.

Arretrò leggermente dopo appena qualche secondo solo per guardarmi negli occhi, ma ben presto richiuse i suoi mentre si leccava le labbra e ripeteva l'azione di poco prima, utilizzando la stessa, infinita, delicatezza della prima volta. Chiusi istintivamente gli occhi quando le sue labbra si mossero piano contro le mie come se le stessero silenziosamente sollecitando a rispondere, ordine a cui obbedii senza pensarci neanche un secondo: lo sentii prendere un respiro quasi tremante a quell'azione forse inaspettata, e quel gesto, insieme al suo pollice che si muoveva incerto sulla mia guancia, alle sue dita che premevano delicatamente alla base della mia nuca, alla sua mano libera che scivolava fin troppo lentamente e quasi a scatti lungo il mio braccio, mi confermarono che lui stava provando esattamente quel che stavo provando anch'io.

In quel momento la mia mente era un insieme di pensieri caotici e del tutto incoerenti, quindi me ne vidi bene dal concentrarmi anche su uno solo di essi; invece, mi risultò impossibile ignorare il battito assurdamente accelerato del mio cuore contro il mio petto, così come la pelle d'oca che mi si formava all'istante sulla pelle da lui anche minimamente sfiorata. Mi presi tutto il tempo di riabituarmi alla sensazione delle sue labbra tra le mie, del suo respiro altrettanto instabile che soffiava sul mio viso, del suo naso che sfiorava il mio di tanto in tanto e del sapore di menta che gli riempiva la bocca; dopo diversi minuti trovai la forza di sollevare le mani e portarle dietro al suo collo per infilare le dita tra i capelli alla base della sua nuca, e la sensazione di sollievo profondo che provai nel poterlo fare mi confermò quanto quel semplice gesto mi fosse mancato. Lui mi concesse il mio tempo, senza affrettare nulla: lasciò che fossi io a dischiudere le sue labbra con la lingua quando mi fui leggermente ripresa dallo stupore e dallo stordimento iniziali, così come chiuse definitivamente la distanza tra i nostri toraci solo quando fui io a premere le dita dietro il suo collo.

Inspirai bruscamente al contatto così ravvicinato dei nostri corpi, così come sentii il suo petto gonfiarsi lentamente contro il mio quando la sua mano si fermò sul mio fianco e mi attirò ancora più vicina; sembrava impossibile chiudere ancora di più la distanza tra noi, eppure quando il mio corpo si mosse in automatico, facendomi aprire le gambe per farle passare ad entrambi i lati dei suoi fianchi e poggiando i piedi sul letto alle sue spalle in modo che il mio bacino potesse scivolare ancora più vicino al suo, capii di essermi sbagliata. La sua mano si spostò alla base delle mia schiena, le sue labbra risposero alle mie con la stessa impazienza che improvvisamente provavo anche io, ed il bruciore che avvolgeva il mio petto lanciando scariche elettriche in ogni angolo del mio corpo mi convinse a non fermarmi nonostante ormai facessi anche fatica a respirare.

In un gesto delicato e probabilmente automatico, la sua mano si mosse dalla mia schiena alla mia coscia, il suo torace spinse il mio all'indietro come per suggerirmi di distendermi con la schiena sul letto ed io lo accontentai senza neanche chiedermi il perché. Le nostre labbra si separarono in quel movimento, io aprii gli occhi solo per vederlo fare lo stesso un secondo dopo mentre si distendeva su di me, infilandosi tra le mie gambe con semplicità e naturalezza; afferrai la collana che pendeva dal suo collo e lo tirai lentamente verso il basso, cercando di avvicinare il momento in cui avrebbe ripreso a baciarmi. Harry piegò gli avambracci ad entrambi i lati della mia testa, guardandomi negli occhi con le labbra dischiuse esattamente come sapevo essere anche le mie mentre entrambi provavamo a riprendere fiato; solo dopo diversi secondi chinò nuovamente la testa, ma questa volta le sue labbra premettero ripetutamente sul mio collo portandomi a chiudere nuovamente gli occhi, una sensazione quasi paradisiaca mi offuscò completamente la mente e mi restrinse il petto.

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