Capitolo 17

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24 Settembre 2017, Londra.

Non so per quanto tempo rimasi in silenzio, ed il fatto che Harry non si mostrò neanche minimamente impaziente e che non provò nemmeno a sollecitare una risposta da parte mia, non mi aiutò a scandire i secondi - o meglio i minuti - che passarono.

Appena avevo aperto gli occhi quel pomeriggio non avrei mai, neanche lontanamente, immaginato che nelle ore seguenti sarebbero successe così tante cose, tutte una dopo l'altra; tanto meno avrei creduto che Harry, la persona da cui avevo cercato di mantenere una certa distanza almeno a livello sentimentale fin da quando avevo rimesso piede a Londra, colui con cui per anni avevo provato a convincermi che fosse tutto finito, che non avrebbe mai più fatto parte della mia vita se non come amico, si sarebbe ritrovato lì di fronte a me a chiedermi una possibilità.

Lui dovette interpretare il mio silenzio come una pausa che mi stavo prendendo per pensare alla sua proposta, la quale fino a poche ore prima sarebbe sembrata assolutamente assurda e che invece ora aveva quasi senso, ma la realtà era che ero rimasta talmente scioccata e paralizzata che non riuscivo neanche a pensare coerentemente, figuriamoci a prendere una decisione così importante.

Quando capii che nessuno avrebbe risposto al mio posto e che lui non si sarebbe mosso fin quando non avrei detto qualcosa, presi un respiro profondo per farmi coraggio.

«Io... Non lo so. - dissi infine, più sincera che mai; Harry semplicemente sollevò le sopracciglia, non dicendo nulla mentre invece aspettava che continuassi - In questo momento sto solo pensando che mi sembra incredibile che io mi stia anche solo chiedendo se darti o no un'altra possibilità, quando fino a ieri questa per me non era nemmeno un'opzione. Sto pensando al fatto che non è possibile che io abbia passato gli ultimi tre anni della mia vita a... Toglierti dalla mia mente, e solo poco fa eravamo a letto insieme. - mi passai una mano tra i capelli, scuotendo la testa per l'esasperazione - E' troppo, tutto questo è semplicemente troppo.»

Improvvisamente mi sentivo di nuovo come se la testa mi stesse per scoppiare, e non sapevo se per la nausea che era tornata a mettermi a soqquadro lo stomaco o per tutte le cose che erano successe quel giorno. Presi un respiro profondo prima di sedermi sul bordo del letto, abbassando lo sguardo sulle mie mani che si torturavano tra loro.

«Ti prometto che ne riparleremo presto, ma ora voglio andare a casa.» dissi a bassa voce, quasi in una supplica.

Nella stanza ci fu assoluto silenzio ancora per diversi secondi, poi sentii Harry sospirare.

«Domani io ed i ragazzi partiamo. Staremo in Svezia qualche giorno per registrare, gireremo l'Europa per una settimana e l'America per una decina di giorni per promuovere l'album. - sollevai nuovamente lo sguardo, trattenendomi dallo spalancare la bocca a quella notizia inaspettata - Tre settimane sono bel po' di tempo per pensarci su, no?»

Sollevai le sopracciglia, sorpresa ma anche lusingata dalla sua caparbietà.

«Sei disposto ad aspettarmi per quasi un mese?»

Questa volta fu Harry a sembrare sorpreso dalla mia domanda, e quando si lasciò andare ad una piccola risata mentre si staccava dalla soglia della porta a cui era appoggiato, capii che quella gli era sembrata la domanda più stupida del mondo.

«Ti ho aspettata per molto più di un mese, Eveline.» disse semplicemente, voltandosi e chiudendosi nuovamente in bagno non prima di avermi lanciato un'ultima occhiata loquace.

*

Nel tempo che lui impiegò per farsi la doccia e vestirsi, così come anche durante l'intero tragitto verso casa, non riuscii a togliermi dalla testa tutto ciò che mi aveva detto e confessato in un solo giorno. Non riuscivo a credere che lui volesse davvero riprovarci, che dal giorno seguente avrei avuto a disposizione quasi un mese intero per decidere se buttare all'aria anni e anni passati a provare a dimenticarlo o quanto meno lasciarmelo alle spalle, oppure se continuare per strade separate fosse la decisione più giusta per entrambi. Dopo quel pomeriggio, sapevo che se avessi dovuto ascoltare solo il mio cuore non ci sarebbe stato il minimo dubbio: avrei potuto dirglielo subito che ero disposta anche io a riprovarci, a riprendere il rapporto che avevamo prima che le cose tra noi si complicassero. Tuttavia la mia mente mi ripeté mille volte che se ora mi ritrovavo in quello stato, demoralizzata al massimo per quanto riguardava l'amore e le relazioni in generale, il motivo era che avevo sempre dato troppo ascolto al cuore, senza fermarmi a pensare razionalmente alle cose.

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