Capitolo 48

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20 Febbraio 2018, Southampton.

HARRY'S POV:

Se scrivere, con il tempo, era diventata una delle parti preferite del mio lavoro insieme all'esibirmi davanti ad una folla di persone che cantano le tue canzoni a gran voce, una di quelle che proprio non digerivo erano le prove prima dell'inizio di un tour.

O meglio, mi piaceva la prima parte, ovvero quella in cui provavamo le canzoni, sceglievamo la setlist e tutto girava intorno al provare mille volte delle armonie affinché venissero esattamente come Helene, la nostra vocal coach, voleva che uscissero; ciò che però proprio non mi andava giù erano tutte quelle cose secondarie, tipo la scelta degli abiti di scena - che erano ormai due tour che non sfruttavamo se non per la prima settimana, quindi non capivo per quale motivo Caroline ancora si ostinasse a farceli scegliere - le prove per le acconciature - con il sudore i capelli finivano per scompigliarsi e Lou per incazzarsi, ancora di più quando io, personalmente, mettevo una bandana per tenerli fermi o li legavo con un codino - e le coreografie che puntualmente sbagliavamo, non importa quante volte Paul ce le facesse ripetere.

Con un tour mondiale che sarebbe iniziato il prossimo ventotto marzo, quest'anno le prove erano iniziate anche prima del solito: solitamente in un paio di settimane riuscivamo a fare tutto, ma questa volta i nostri agenti volevano che tutto fosse perfetto, studiato in ogni minimo dettaglio. Infondo, si trattava pur sempre di un tour negli stadi, ed essendo la prima band al di sotto dei trent'anni non solo nelle condizioni di poter organizzare un tour del genere, ma a riuscire anche a fare sold out immediato in quasi tutte le città in cui avevamo fissato le date - dovendo aggiungerne delle seconde o anche terze in alcuni casi - direi che la pressione che avevamo addosso sia per l'aspettativa dei fans che dei media fosse notevole.

Per questo era ormai circa una settimana che ci eravamo praticamente trasferiti a Southampton, città distante solo un paio d'ore da Londra ma che ci aveva garantito abbastanza privacy nei primi giorni, fin quando una fan che aveva visto Niall tornare in albergo non lo aveva fermato, gli aveva chiesto una foto e l'aveva postata su Twitter nonostante lui le avesse chiesto di non farlo ancora per un po', finendo quindi per rivelare a tutto il mondo dov'era che ci eravamo nascosti per provare.

Alcuni dei ragazzi - tutti, a dire il vero, tranne me - durante quella settimana erano tornati un paio di volte per la notte a Londra per poter vedere le fidanzate - la moglie, nel caso di Louis - visto che quando avremmo iniziato il tour questo sarebbe diventato via via più complicato; io non avevo però avuto motivo di tornare, non avendo nessuno ad aspettarmi, quindi ero semplicemente rimasto lì tutta la settimana e ci sarei rimasto fino alla fine della prossima, ovvero quando avremmo finito le prove e avremmo avuto di pausa il tempo restante fino all'inizio del tour.

Quel giorno, Elise aveva deciso di venire giù insieme a Louis quando lui era tornato quella mattina, mentre Zayn sarebbe tornato per la notte a Londra visto che Alyssa era rientrata dall'Irlanda, dov'era stata fino al giorno prima per promuovere il suo primo EP: in quel momento e solo per pochi secondi, fui grato di non avere una ragazza per cui dover fare avanti e indietro più volte alla settimana, anche se le città distavano sole due ore.

Il luogo scelto per le prove era un enorme capannone, probabilmente un vecchio deposito prima che i managers decidessero di fittarlo e far dare una pulita: dentro vi era stato montato un palco molto simile a quello vero che sarebbe stato pronto definitivamente tra un paio di settimane, così da poterci permettere di provare il più verosimilmente possibile quelli che sarebbero stati i nostri movimenti sul palco vero e proprio.

Erano ormai le sei del pomeriggio ed eravamo lì da quella mattina alle nove, prima per le prove di canto, poi per provare gli ennesimi costumi di scena, ed infine per le coreografie: potevamo tranquillamente dire di essere distrutti, ma Paul non sembrava accorgersene, o comunque importarsene.

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