23 Settembre 2017, Londra.
«Cosa diavolo vi siete messe in testa?»
Un lamento proveniente dalla ragazza al mio fianco subito seguì quell'accusa, rivoltaci da colui che si era appena fermato sulla soglia della camera da letto, con sopracciglia sollevate ed occhi quasi spalancati.
«Perché, non ti piace come siamo vestite?» lo sfidò Elise, poggiandosi una mano su un fianco.
Louis continuò ad osservare il suo vestito floreale così come il mio pantaloncino di jeans per diversi secondi, poi chiuse gli occhi e prese un lungo e profondo respiro.
«Quale parte di "è una festa a cui già non dovreste venire, vedete di non fare altre cazzate" non vi è chiara?» disse, ovviamente sarcastico.
Elise roteò gli occhi al cielo, io mi limitai a sospirare.
«Oh, andiamo! - si lamentò la ragazza, esasperata - Già ci hai impedito di indossare un costume nonostante si tratti di una festa in piscina, non puoi anche costringerci a conciarci come se stessimo andando sulla neve!»
«Non mi sembra che tu vada sulla neve con un jeans e una maglietta.» controbatté Louis, incrociando le braccia al petto.
Elise sbuffò nervosamente, voltandosi poi verso di me alla ricerca di sostegno. Tuttavia, tutto ciò che feci fu alzare le mani.
«Non mi guardare, non mi metto in mezzo tra marito e moglie.» mi chiamai fuori, per niente intenzionata a schierarmi o da un lato o dall'altro.
Come se si fossero letti nel pensiero, i due neo-sposi rotearono ancora una volta gli occhi al cielo. Elise dovette però arrendersi poiché, dopo un'ennesimo sbuffo frustrato, coprì in pochi passi la distanza che la divideva dal mio migliore amico e premette forte le mani sul suo torace, spingendolo fuori dalla camera da letto che condividevano.
«Vai fuori, dobbiamo cambiarci.»
«In realtà dovrei prepararmi anche io, visto che state chiuse qui dentro da un'ora e mezza!»
Elise non perse l'occasione di sollevare le sopracciglia con aria compiaciuta.
«Beh, noi saremmo pronte se non fosse che ora, per colpa tua, dobbiamo cambiarci di nuovo.»
La risposta di Louis a quella frecciatina arrivò camuffata quando la ragazza gli chiuse la porta in faccia, incrociando le braccia al petto mentre si voltava nuovamente verso di me.
«Mi sa che ci tocca ricominciare da capo.»
*
Passò circa un'altra mezz'ora prima che scendessimo le scale della grande villa in campagna di Louis, entrambe indossando ora dei semplici jeans stretti ma, mentre Elise aveva optato per un top - più per ripicca nei confronti di Louis che non per altro - io avevo indossato una maglia bianca aderente e con le maniche a tre quarti; Louis - che era rientrato in camera dopo appena cinque minuti che Elise l'aveva cacciato per poter prendere i suoi vestiti e cominciare a prepararsi - guardò in modo piuttosto scettico i tacchi che entrambe indossavamo, ma per evitare un'altra polemica decise di non dire nulla. Sapevo che lui, così come gli altri ragazzi, erano piuttosto preoccupati riguardo quella serata, ma sapevo anche quanto Louis riuscisse ad essere paranoico: potevo capire il suo scetticismo nei confronti del vestito o del pantaloncino, ma non l'avrebbe fatta franca anche con le scarpe.
Quella mattina, Louis si era presentato nel mio appartamento alle nove del mattino, obbligandomi ad alzarmi e a fare colazione con lui mentre aspettavamo che Elise finisse il turno a lavoro; mi avevano poi portata a casa loro dicendomi che ci saremmo preparati lì e che un autista ci sarebbe venuto a prendere per portarci alla festa di quella sera, a cui gli altri ragazzi sarebbero arrivati ognuno per conto proprio.
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All That Matters
FanfictionSEQUEL DI "THE WORDS I NEVER TOLD YOU" «Tu la ami?» gli chiese in tono innocente. Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma, quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occh...