capitolo 1

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Premessa: non tutto corrisponde alla storia. Un esempio può essere dunque la carriera di Hermione che nella mia storia è una guaritrice al San Mungo.

Harry Potter, il ragazzo sopravissuto, stava esaminando alcune cartelle nel suo ufficio.

La guerra magica era finita da 4 lunghi anni ormai.
Ed Harry aveva realizzato il suo sogno:
Era diventato un auror.

Era da diversi mesi che aspirava a diventare capo auror, ma ancora non si era presentata l'occasione giusta.
Sembrava fosse solo ieri, quando veniva rinchiuso nel suo stanzino del sottoscala. Quando passava le notti senza mangiare. Quando suo cugino lo utilizzava come sacco da boxe. Quando veniva maltrattato dai suoi zii, continuamente, da mattina a sera. Si ricordava ancora la gioia che aveva provato, quando aveva visto per la prima volta, con i suoi stessi occhi, la magia.
Aveva sempre sognato di scappare, fuggire via dai suoi zii, e quella volta, quando Hagrid si era presentato davanti agli occhi increduli del ragazzo, l'occasione gli si era presentata davanti.
Aveva lasciato finalmente i Durdley ed era stato accompagnato ad Hogwarts, scuola di magia e stregoneria. Era il posto per lui. Hogwarts era la sua Casa.

Li mancava tremendamente. Li mancava frequenta le lezioni, giocare a Quidditch, mangiare in sala grande, gli insegnanti. Li mancava tutto di Hogwarts.

Fin dal quinto anno aveva aspirato a diventare un auror. Era il suo grande sogno. Non importava quante difficoltà avrebbe dovuto affrontare. Lui ce l'avrebbe fatta.
E ce l'aveva fatta. Aveva concluso i M.A.G.O. alla perfezione. Aveva tutti i voti che necessitava per interpretare la carriera da auror.
Era tornato a scuola 3 mesi dopo la guerra. Era stata soprattutto Hermione a convincere Harry e Ron a tornare a scuola per concludere gli esami.
Anche Ron aveva concluso positivamente i suoi M.A.G.O.
Certo, i suoi risultati non erano alti come quelli di Harry, ma abbastanza alti per poter diventare anch'egli un auror come il moro. Anche se nessuno dei due ragazzi non si era nemmeno avvicinato ai voti spettacolari di Hermione che aveva preso il massimo dei voti ed era diventata una guaritrice che lavorava al San Mungo.

Harry continuava a sfogliare le sue cartelle. Erano tutti casi risolti. Ultimi Mangiamorte rintracciati e catturati, persone scomparse che erano state ritrovate e altre notizie simili. Il suo sguardo ricadde su una foto incorniciata sulla sua scrivania. Raffigurava se stesso insieme a una ragazza dai capelli lunghi e rossi, e le lentiggini sul viso.

Ginny Weasley.

La ragazza aveva scoperto una grande passione per il Quidditch da anni ormai. Aveva deciso di proseguire la sua carriera, entrando a far parte della squadra di Quidditch femminile Le Holyhead Harpies insieme ad Angelina Johnson. Era davvero strabiliante nel Quidditch.

Lei ed Harry si erano fidanzati ufficialmente. Non si erano ancora sposati e nessuno dei due ne aveva ancora mai parlato.
Harry era stato così felice con Ginny. Era la sua anima gemella, colei con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita.
Ma era davvero così?

Man mano che gli anni passavano, qualcosa cambiava. Non che il suo amore per la ragazza diminuiva, anzi. Ogni giorno aumentava sempre di più. Ma non era vero amore. Sembrava più affetto. Harry considerava la ragazza come una sorella minore. La amava, ma non come la sua anima gemella.

Avrebbe voluto parlargliene da tempo ormai. Ma Harry non ne aveva mai avuto il coraggio. Temeva di poterla ferire. Temeva di farle credere che era stata solo usata. Non voleva perderla. Ma avrebbe dovuto dirglielo prima o poi. Non poteva continuare con quel peso sul cuore. Si sentiva come se la stesse solamente sfruttando, che la stesse mentendo. Non voleva farla vivere nell'illusione e nelle bugie. Doveva parlargli ad ogni costo. Doveva solo trovare l'occasione giusta.

I pensieri del ragazzo furono interrotti da un ragazzo dai capelli rossi che compariva sulla soglia della porta.

"Grazie per aver bussato Ron" lo prese in giro, scuotendo la testa.

Il rosso gli rivolse un sorriso grattandosi dietro la nuca.

"Oh, si. Scusa. Mi sono dimenticato. Ma la porta era aperta"

"Non importa"

Il ragazzo si avvicinò poggiando le braccia sulla sedia davanti alla scrivania del moro.

"Allora? Novità?"

"Niente di ché, il solito."

"Hai sentito che hanno catturato gli ultimi Mangiamorte?"

Il ragazzo aggrottò la fronte prima di prendere alcune cartelle e porgerle all'altro.

"Si Ron, mi hanno portato le cartelle dei casi proprio stamattina: ti ricordo che anche io ci lavoravo. "

"Oh si giusto."

Harry si alzò dalla sedia, riponendo le cartelle negli appositi cassetti.

"Tu invece?"

"Cosa?"

"Ci sono novità? Sei venuto qui solo per un saluto?"

"Oh si. Mia madre vorrebbe invitarti a cena questa sera"

"A che ora?"

"Alle 8:00"

"Non lo so Ron. Sai che il ministro vorrebbe che-"

"Lo sai che mia madre non accetterà un NO come risposta"

Harry ci riflettè per qualche secondo.

"Va bene. Rimanderò i miei doveri alla prossima volta. Dovrò solo spiegarlo al ministro"

"Grazie, Harry. Ci vediamo stasera."

Il moro lo congedò con un gesto della testa.
Ripensandoci questa sarebbe stata un'ottima occasione per poter parlare con Ginny e chiarire la situazione. Si domandava come l'avrebbe presa. Avrebbe capito? Si sarebbe offesa?
Harry non lo sapeva, ma voleva tentare.

Diede uno sguardo all'orologio. Le 17:00.
Decise di terminare di riporre le cartelle nei loro scompartimenti per poi dirigersi dal ministro e comunicare che avrebbe terminato prima il suo turno.

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Ti troverò Draco, è una promessa _Drarry_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora