capitolo 12

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Le 6 del mattino. Giorno 2 Ottobre. 16 giorni dalla scomparsa di Draco Malfoy.

Harry si era svegliato con gli occhi lucidi. Nonostante si fosse dimostrato forte e sicuro davanti a Draco, in realtà non lo era per niente. Stava soffrendo. Stava soffrendo tormentato dai pensieri di quel ragazzo e lui non poteva fare nulla.

Mi uccideranno aveva detto. Il Serpeverde non poteva dire nulla.
Se avessero scoperto che il ragazzo aveva confessato a lui anche solo quei pochi dettagli chissà che cosa gli avrebbero fatto. E se l'avevano scoperto?

Harry aveva sentito dei passi provenire da dietro la porta. Si chiese se quello fosse veramente solo un sogno. E se in qualche modo fosse veramente solo nella testa di Draco? Poteva essere possibile che in qualche modo le loro menti fossero collegate e riuscisse ad apparire davanti agli occhi del biondo?

Non posso scappare. Ci ho già provato gli aveva detto. Harry ripensò a quella frase. Ciò significava che il ragazzo aveva già provato a fuggire ma era stato ricatturato. Quei tagli sulla sua schiena erano forse la pena che aveva scontato per aver provato a scappare?

Rabbrividì a quel pensiero. Sgranò gli occhi quando li venne in mente un pensiero. Gli era stato proibito cercare di fuggire e di cercare di comunicare con qualcuno ed Harry gli aveva fatto infrangere le regole. E se l'avessero scoperto e in quel momento lo stessero torturando nuovamente? Quell'apparizione era stata uno sbaglio. Non doveva succedere.
Aveva messo Malfoy nei guai. Si diede dello stupido mentalmente.

Solo una cosa aveva scoperto: erano stati i due Mangiamorte a portarlo via. Si chiese quali torture magiche e non magiche stesero facendo al ragazzo in quel momento. Rabbrividì al solo pensiero. Che cosa poteva fare?

Non aveva dove andare. Non sapeva come ritrovarlo. L'unica cosa che sapeva era che i tre si trovavano da qualche parte in un luogo enorme, magari nascosto e abbandonato. L'unica cosa che poteva fare era quella di cercare nelle case o nelle ville abbandonate dove un tempo regnava la magia oscura. Si vestì e, afferrata una fetta di pane, si smaterializzò nel primo luogo abbandonato da anni che ricordò.

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Draco's Pov:

Sono ancora inginocchio e sto tenendo le mani appiccicate alla finestra, dal quale potevo vedere Harry (chiarimento: secondo il punto di vista di Harry quello era un'enorme lastra di vetro, ma nella realtà era solamente una piccola finestra, l'unica nella stanza, della "cella" in cui si trova Draco).
E ora non c'era più. Mi aveva lasciato solo. Mi aveva abbandonato.
Non so nemmeno se lo rivedrò nuovamente.
Posso sentire le calde lacrime scendermi per le guance. Quante volte avrò pianto? Non lo so più.

Da quanto tempo sono chiuso qui? Un giorno, due giorni, cinque giorni, tre settimane, non lo so. Non capisco più niente.

Nella mia mente ho ancora impressi gli occhi verdi di Potter. Non so se sia reale. Io voglio che lo sia. Non è la prima volta che lo vedo. Anche tempo fa' era apparso, ma non so quanto tempo fa. Non vedo la luce del giorno da troppo ormai. Non so mai quando è mattino e quando è sera. Ora potrebbero essere le 3 di notte, le 7 del mattino, le 2 del pomeriggio, le 8 di sera, ma non ho modo di saperlo.
Ma le altre volte era diverso. Potter sembrava non potermi sentire. L'avevo chiamato, anche più volte, senza risultati. Lui restava là immobile a fissarmi, fuori dalla finestra. A volte è apparso anche dentro la stanza, in un angolo. Ho provato a chiamarlo ma non mi aveva risposto e quando mi sono avvicinato per toccargli il braccio, la mia mano è passata attraverso la sua pelle, come se fosse aria. Come se fosse semplice polvere. Era proprio come una visione. Ci mancava solo quello.

Questa volta però era riuscito a sentirmi, mi aveva parlato e mi aveva promesso che mi avrebbe trovato. Ma se anche quella fosse stata una visione? Sto impazzendo così tanto? Sto impazzendo al punto di sentirlo parlare?

Mi sono quasi dimenticato dei passi provenienti da fuori dalla mia stanza. Stanza? Pff. Questa è una prigione. Non potrò mai uscire da qui e anche l'ultima speranza... se n'è andata.

Sento la porta spalancarsi con un tonfo e immediatamente stacco le mani dal vetro della finestra, girandomi e allontanandomi, gattonando, dalla finestra il più possibile. Non riesco ancora ad alzarmi. La catena si stende e mi tira la gamba non permettendo di allontanarmi maggiormente. Essa sfrega sulle mie ferite, che ricominciano a bruciare.

Guardo i due uomini davanti a me, anche se è difficile distinguerli in quel buio. Quello che mi terrorizza maggiormente è l'individuo più vicino a me, quello con i cappelli ricci e sporchi e dalla corporatura grande e possente.

Staccano lo sguardo da me e osservano la finestra alla mia destra. Seguo il loro sguardo e con grande sorpresa, e soprattutto terrore, noto che ci sono le impronte delle mie mani su di essa. Rabbrividisco.

"Che cosa stavi facendo?" Mi sibilla l'uomo dietro quello dai capelli ricci.

Io non riesco a parlare, non riesco a muovermi. Continuo a osservare l'uomo che mi ha posto quella domanda, senza la capacità di fare nulla. Voglio solo sparire.

"Ho chiesto CHE COSA STAVI FACENDO" mi urla contro questa volta.
Non ho la forza di parlare. Non ne ho nemmeno il coraggio. Capirebbero subito se sto mentendo.

"RISPONDI" mi urla l'altro Mangiamorte.

"N-niente. Non stavo facendo niente" gli imploro. Non so nemmeno io dove abbia trovato il coraggio di parlare. Come temevo credo abbiano capito che sto mentendo.

"CON CHI STAVI PARLANDO?"

Allora mi hanno sentito. Sono finito. Non ci sono scuse che posso usare, mentire sarebbe inutile. Ma non posso dire che stavo parlando con qualcuno, anche se quel qualcuno fosse solo una visione. Non mi è permesso farlo.

"ALLORA?" insiste quello dai capelli lisci.

"Con nessuno" decido di mentire "N-non parlavo con nessuno. Io- io parlavo da solo" sento di aver fatto una grande cazzata. Non mi crederanno mai. E infatti...

"NON. MENTIRE" il più grosso mi si scaglia davanti e mi punta la bacchetta al collo. Cerco di allontanarmi il più possibile, ma la catena me lo impedisce, perciò mi sdraio al suolo.

"DI LA VERITÀ" urla a pochi centimetri dal mio viso.
Io stringo gli occhi, riprendendo a piangere
"Non parlavo con nessuno. Lo giur-"

"Forse quell'assaggio di ieri non ti è bastato" mi interrompe.

Io rabbrividisco. Mi è bastato eccome. Sento che il dolore che proverò tra solo pochi secondi, sarà niente in confronto al dolore provato l'ultima volta.

Ho solo il tempo di scuotere una volta la testa prima che una scossa di dolore insopportabile mi attraversi il corpo. Non faccio a meno di lanciare un grido di dolore. Cessato il bruciore mi raggomitolo al suolo e immediatamente sento dei calci in pieno stomaco e sulla schiena.

Continuo a piangere.
So che se continuano perderò conoscenza. Uno dei due mi tira un calcio in viso. È il colpo di grazia. Sento l'odore e il sapore dolciastro del sangue, che mi sta colando dal naso e dalla bocca, prima di svenire. L'ultima cosa che sento e che mi stanno trascinando indietro. Posso sentire il rumore della catena sfregare sul pavimento e tendersi.
La stanno accorciando.

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Ti troverò Draco, è una promessa _Drarry_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora